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Swisscom in concorrenza con Iliad per Vodafone Italia? In ballo anche WindTre?

5g

Consolidamento delle Tlc in fieri nel nostro paese, gli operatori si stanno organizzando in vista di un domino che potrebbe coinvolgere un po’ tutti i player di mercato. A valle dello scorporo della rete Tim, al centro delle voci oggi c’è Vodafone Italia.

Rumors su Swisscom Vodafone Italia

Dopo l’offerta formale da 8,5 miliardi da parte di Iliad, si prevede un certo periodo di negoziato. Tanto più che, secondo Bloomberg, anche Swisscom, casa madre di Fastweb, sarebbe interessata a rilevare gli asset mobili di Vodafone Italia.

Un’offerta da parte dell’operatore elvetico sarebbe in fase di preparazione.

Il possibile accordo unirebbe il servizio mobile di Vodafone con l’operatore a banda larga in fibra Fastweb, controllato da Swisscom, secondo Bloomberg.

Swisscom e Vodafone sarebbero in trattative per discutere i termini e un’offerta formale potrebbe essere annunciata già il mese prossimo.

Lunedì scorso Vodafone ha confermato che stava “esplorando opzioni con più parti” per unire o vendere le sue attività di telecomunicazioni in Italia. In altre parole, Vodafone ha semplicemente confermato che sta vagliando diverse possibilità con diversi player. Al momento non c’è alcun negoziato esclusivo e Vodafone sta valutando diversi scenari.

Come sarà la prossima Commissione Ue?

Resta da capire se la prossima Commissione Ue, diversamente da quella attuale, lascerà cadere il cosiddetto dogma dei quattro operatori in nome della concorrenza. Facilitando così il processo di consolidamento del mercato, invocato dagli operatori.

L’annuncio di Vodafone ha fatto seguito a una dichiarazione di lunedì della francese Iliad SA in cui si affermava di aver presentato una proposta alla società britannica per creare una nuova società di joint venture che unisca Vodafone Italia e Iliad Italia.

Iliad ha affermato che la sua proposta conferisce a Vodafone Italia un valore aziendale di 10,45 miliardi di euro e a Iliad Italia un valore di 4,45 miliardi. Ciascuna parte riceverebbe una partecipazione del 50% nella nuova società, con le valutazioni bilanciate da un pagamento in contanti di 6,5 miliardi a Vodafone, rispetto ai soli 500 milioni per Iliad. Sia Vodafone che Iliad riceverebbero inoltre 2 miliardi di prestiti dagli azionisti.

Iliad ha affermato che la fusione creerebbe “la società di telecomunicazioni più innovativa in Italia”, con un fatturato annuo di circa 5,8 miliardi.

La proposta ha il sostegno unanime del consiglio di amministrazione di Iliad e del suo principale azionista Xavier Niel.

Vedremo come andrà a finire.

Remedies in caso di fusione

Quel che è certo è che qualsiasi tipo di operazione prevede il via libera della Commissione Ue e l’imposizione di remedies in una eventuale fusione fra Iliad e Vodafone in Italia. In caso di sovrapposizione di asset, in particolare di risorse frequenziali in banda 700 Mhz, la Commissione potrebbe imporre la cessione aprendo alla possibile acquisizione di frequenze da parte di altri player.

In questo caso, sempre in via ipotetica, Fastweb potrebbe farsi avanti. Il prezzo delle frequenze 700 Mhz oggi potrebbe essere di gran lunga inferiore a quello sborsato in sede di asta nel 2018.

All’epoca Fastweb non aveva partecipato all’asta per i 700 Mhz e i 3.6-3.8 Ghz.

Cosa è cambiato da allora?

Tra l’altro, Fastweb ha un accordo con WindTre per la realizzazione congiunta della rete 5G.

Iliad e WindTre già insieme nelle aree bianche

Un altro scenario emerso è la possibile fusione fra Iliad e Wind Tre, che tra le altre cose sono già socie in Zefiro, l’operatore wholesale only attualmente limitato alle aree bianche, che un domani potrebbe allargarsi anche al resto del mercato.  

Sullo sfondo infine c’è la scadenza del 12 febbraio, quando la cessione della rete WindTre al fondo EQT dovrebbe essere formalizzata dopo l’annuncio. Operazione che per il momento è in sospeso. E non sembra nemmeno così scontata.

In tutto questo, resta poi da vedere quale sarà l’impatto del riassetto complessivo del mercato sulla ServCo, la società dei servizi di Tim che resterà dopo lo scorporo della rete il cui futuro preoccupa il mercato.

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