Fuori dallo Swift sette banche russe
Sono sette le banche russe escluse dal sistema di pagamenti internazionale denominato Swift. È infatti passata la proposta della Commissione europea di colpire una serie di istituti bancari e finanziari russi, che sono: Vtb Bank, Bank Rossiya, Bank Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank, Sovcombank e Veb.rf.
Della lista non fa parte Gazprombank, tramite cui l’ENI, ad esempio, effettua circa i due terzi delle sue transazioni. Il motivo di questa scelta, al momento condivisa da tutti in Europa, è che bisogna evitare che le forniture di gas dalla Russia non subiscano riduzioni o interruzioni. In questo modo il nostro Paese può continuare a pagare il metano di Mosca, almeno fino al prossimo pacchetto di sanzioni, che potrebbe inserire anche Gazprombank nella black list dell’Unione.
Nel frattempo, secondo molti analisti internazionali, questa situazione potrebbe favorire altri sistemi di pagamento internazionali e anche diverse valute digitali emesse da banche centrali di altri Paesi (Central bank digital currency o Cbdc).
E notizia di oggi che FTSE Russell, Stoxx e MSCI, tre dei principali operatori finanziari globali per la costruzione di indici di borsa, si legge su Teleborsa, hanno annunciato la rimozione delle azioni russe dai loro indici. Al momento, il mercato azionario russo è considerato “non investibile”.
S&P Dow Jones Indices, infine, ha affermato di stare conducendo “una consultazione con i partecipanti al mercato sulla potenziale rimozione di titoli quotati e/o domiciliati in Russia”.
Si afferma lo yuan digitale
In particolare, la guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia potrebbero avvantaggiare lo yuan digitale cinese e anche il sistema di pagamento interbancario transfrontaliero (CIPS) sviluppato da Pechino, secondo il South China Morning Post.
“E’ urgente promuovere con forza l’internazionalizzazione dello yuan digitale e del sistema Cips”, ha affermato l’analisti della banca cinese d’investimenti Citic Securities, Ming Ming.
Attualmente, secondo il Governo cinese, a fine dicembre 2021 sono stati aperti 261 milion di portafogli digitali e le transazioni ammontano a 87,6 miliardi di yuan digitale (circa 14 miliardi di dollari).
Dall’inizio di gennaio l’app eCNY è stata scaricata 17 milioni di volte, con oltre 5 milioni di utenti attivi.
Il Security Times ha informato che Pechino, dopo Shanghai, Hainan, Suzhou, Chengdu, Xiongan, Changsha, Dalian, Xian, Qingdao e le sedi dei recenti giochi olimpici invernali, attiverà un terzo lotto di città per la sperimentazione dello eYuan.
Tornando allo Swift, stando ai dati di gennaio 2022, lo yuan rappresentava solo il 3,2% delle transazioni globali, classificandosi al quarto posto, mentre al primo si confermava il dollaro americano (39,9%), seguito al secondo dall’euro (36,56%).
Dollaro insidiato nelle transazioni globali?
Una situazione che potrebbe presto cambiare, secondo Scmp, perché la banca centrale cinese è in contatto con Hong Kong, Singapore, la Thailandia e gli Emirati Arabi Uniti per esplorare la possibilità di impiegare maggiormente lo eYuan nelle transazioni internazionali.
In un altro articolo su Bloomberg si è valutata la possibilità che la mossa di estromettere la Russia e le sue banche dallo Switf potrebbe favorire altri “rivali geopolitici finanziari”, tra cui la Cina, che avrebbe modo di promuovere appunto la sua valuta digitale a livello di commercio e finanza globali.
Una situazione questa che se si venisse a concretizzare potrebbe, come già ipotizzato in passato, indebolire il peso mondiale del dollaro americano.
L’analista Andy Mukherjee ha inoltre affermato che i pilastri chiave dell’egemonia economica degli Stati Uniti sono proprio piattaforme come SWIFT, CHIPS e Dollar, si legge nasdaq.com, ne consegue che l’aumento di importanza di altri circuiti come il CIPS cinese potrebbero frazionare il settore a vantaggio di sistemi emergenti.
La Russia guarderà con sempre maggior favore alla Cina, ai suoi sistemi internazionali di pagamento, alla sua valuta. Petrolio, gas e grano russi fanno gola a Pechino. “La Cina è il nostro cuscinetto strategico”, ha recentemente dichiarato a Nikkei Asia, Sergei Karaganov, scienziato politico del Consiglio per le politiche estere e di difesa di Mosca. “Sappiamo che in qualsiasi situazione difficile possiamo farci affidamento per ottenere un sostegno militare, politico ed economico”, si legge su internazionale.it.
Lo sviluppo della Nuova via della Seta farà il resto.