L’Italia è una nazione a modo suo conservatrice, contenta tutto sommato dei propri usi e costumi. È arrivata tardi alla rivoluzione sessuale che ha scosso l’Occidente a partire dagli anni Sessanta e il paese tuttora resiste agli eccessi culturali e linguistici dell’arcobaleno LGBTQA+ anglosassone.
In genere, dovendo stabilire una sorta di momento di svolta, gli studiosi della liberazione sessuale tendono a contare il suo avvento partendo dal crollo in molti paesi dell’istituzione della verginità femminile. Un recente e approfondito studio fa coincidere questo fenomeno in Italia con l’inizio del Millennio, quando l’età media femminile della “prima volta” ha cominciato ad avvicinarsi a quella maschile.
Secondo i dati presentati nella ricerca “Diverse pathways in young Italians’ entrance into sexual life” dei demografi Valentina Tocchioni, Marcantonio Caltabiano e Silvia Maggiolaro—rispettivamente delle Università di Firenze, Messina e Padova—l’Italia è stata lungamente un paese “archetipo” del double standard, che giudicava in maniera molto diversa l’attività sessuale delle donne rispetto a quella degli uomini. È noto il luogo comune per cui i padri, o altri parenti maschili, una volta accompagnavano i figli al bordello locale per ‘iniziarli’ alla vita sessuale. Ovviamente non esisteva nessuna usanza paragonabile nel caso delle femmine…
Secondo i dati presentati, nella fascia d’età più anziana —i nati tra il 1937 e il 1946—l’età media del primo rapporto sessuale risulterebbe essere 18,5 anni per i maschi e circa 21 anni per le donne. Per i maschi il primo rapporto si sarebbe per l’appunto “tipicamente” svolto con una donna più grande e di “maggiore esperienza”, mentre per le donne la prima esperienza “solitamente avveniva”) dopo il matrimonio, o poco prima con il futuro sposo”.
Per i ricercatori: “Fino agli anni 2000, la prima relazione sentimentale seria e la prima esperienza sessuale proseguivano a essere molto distanziate per le donne. In contrasto, parecchi maschi giovani continuavano a fare la prima esperienza sessuale senza avere una partner stabile”.
Poi, nel corso del decennio successivo, sarebbe emersa una tendenziale convergenza tra i due sessi, sia nella differenza di età tra i maschi e femmine per il primo rapporto completo—scesa a meno di un anno—sia per quanto riguarda il contesto sentimentale, con l’arrivo di ciò che i ricercatori chiamano un nuovo “regime egualitario”, che vedeva anche i maschi perlopiù romanticamente coinvolti col primo partner e non più ‘iniziati’ da una professionista…
Certo, la nuova via cancella l’aspetto folcloristico della ‘deflorazione’ più o meno rituale, il lenzuolo insanguinato della primae noctis steso dal balcone o la classica fuitina per risolvere un amore contestato, ma forse privilegia maggiormente l’elemento ‘amore’…