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La supervelocità della fibra sul rame: dall’ITU via libera allo standard  G.Fast

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Ok definitivo allo standard che permetterà ai service provider di abbattere i costi di connessione per abbonato evitando di realizzare nuovi lavori civili nelle strade o nelle proprietà private per posare nuova fibra.

L’ITU, l’Agenzia Onu che si occupa di telecomunicazioni, ha dato la sua approvazione finale allo standard G.Fast, che trasforma le attuali reti in rame rendendole capaci di veicolare video, dati e informazioni a velocità superiori a 1 gigabit per secondo.

Lo standard rappresenta una naturale evoluzione del VDSL2 e, con l’aiuto del vectoring, permetterà ai service provider di abbattere i costi di connessione per abbonato evitando di realizzare nuovi lavori civili nelle strade o nelle proprietà private per posare nuova fibra.

La prima fase di validazione dello standard era avvenuta a luglio dello scorso anno, il ché fa del G.Fast una delle tecnologie a “più rapida implementazione della storia recente”, ha sottolineato il Segretario Generale dell’ITU, Hamadoun Touré.

Il G.Fast, abbinato al vectoring, consente di annullare il “rumore” tra le linee raggruppate in un medesimo cavo e che servono case vicine, stabilizzando la qualità di trasmissione e permettendo alla tecnologia di esprimere tutto il suo potenziale. E’ pensato tipicamente per applicazioni a velocità di 500 Mbit/s su distanze fino 100 metri. Prove di laboratorio effettuate da diversi operatori – tra cui BT, Telekom Austria e  TeliaSonera – hanno raggiunto velocità di 1,3 Gbit/s su una distanza di 70 metri, mostrando come lo standard rappresenti  un valido complemento delle reti in fibra.

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