Se ci avessero detto, trentacinque anni fa, che nel 2020 ci saremmo ancora trovati a gestire le sorti ludiche di un simpatico idraulico italiano con tuta e baffoni, difficilmente ci avremmo creduto.
Eppure anche se Super Mario Bros è un titolo tanto glorioso quanto remoto nel mondo dei videogiochi, il suo protagonista non accenna a lasciare le nostre ore dedicate all’intrattenimento, con una piccola modifica: non domina più, se non in parte, il mercato delle console – appannaggio ormai di produzioni sofisticatissime da far impallidire un film di Michael Bay – ma ha preso possesso degli schermi dei nostri smartphone e tablet.
Il fenomeno del gaming vintage che trova una seconda vita sui telefonini è, in parte, una riedizione di quello che accadde negli anni Novanta, quando con l’ormai vetusto MAME e analoghe piattaforme di emulazione tutti si ritrovarono con la possibilità di giocare i videogame più famosi dei cabinati una decina d’anni prima: non importava che, all’epoca, i titoli contemporanei fossero ben più avanzati di un Pac-Man o di un Ghost ’n Goblins: il piacere di ritrovare vecchi amici, e senza più l’angoscia delle monetine che finivano, era più che sufficiente a far snobbare a molti i giochi più alla moda.
Ora, Mario, i Pokemon, Sonic e tanti altri beneficiano di dispositivi infinitamente più potenti di quelli dove hanno esordito, e per loro è un nuovo Rinascimento.
Stessi titoli, vecchi amici
I numeri non mentono. In un mercato – quello del mobile gaming – sempre più a costo zero, se non quello per la connessione Internet mobile (ma su SosTariffe.it si possono trovare le opportunità più convenienti a disposizione oggi), è inevitabile che il guadagno passi attraverso acquisti in-app, abbonamenti, pubblicità di trenta secondi che siamo costretti a guardare mentre elemosiniamo una vita in più. E la torta è bella grossa: quest’anno arriverà con tutta probabilità a più di 100 miliardi di dollari, e titoli basati su eroi del passato come Sonic Dash stanno scalando con pazienza le classifiche.
Questo perché la presenza di una nutrita fan base significa eliminare quasi del tutto la necessità di far conoscere un nuovo franchise con tutto quello che comporta in termini di pubblicità, ricerche di mercato, campagne social: Sonic o Mario sono lì, esattamente come un tempo, come l’amico che non senti da anni ma che quando lo incontri per strada, invece di farti la morale perché non ti sei fatto sentire, propone di andarsi a bere una birra insieme. Sono rassicuranti, anche se forse un po’ noiosi, e se si ha qualcuno delle nuove generazioni sottomano sono anche la perfetta scusa per dedicarsi ai videogiochi senza sentirsi in colpa: «gli faccio vedere a che cosa giocava papà alla sua età».
Nessuno tocchi il mio ricordo
Oggi tra le altre cose è possibile giocare sul proprio smartphone a Sonic the Hedgehog Classic, Tetris, RollerCoaster Tycoon Classic, l’immancabile Space Invaders, Pac-Man e anche titoli già classici ma più recenti come Grand Theft Auto: San Andreas e tutta la serie di Final Fantasy fino al VII. Molti di questi sono gratuiti, semmai si deve pagare qualcosa per avere bonus di vario genere o eliminare la pubblicità. Altri titoli, invece, si rifanno a franchise di successo ma con proposte del tutto nuove: ne sono un esempio Super Mario Run, Mario Kart Tour, Pokemon! Go, che con vendite da far girare la testa hanno dimostrato che i vecchietti, con un po’ di furbizia e il ricorso a modalità tipiche del gioco moderno, hanno ancora parecchie frecce al loro arco. Tra le uscite più attese del 2020? C’è Scrabble GO, ovvero il nostro amato Scarabeo.
La fedeltà al brand, nei videogiochi, è più adamantina di quella di un tifoso sportivo o di un appassionato di moda: a San Valentino è uscito il film di Sonic the Hedgehog con Jim Carrey e ha incassato, nel weekend d’apertura, la bellezza di 101 milioni di dollari, senza contare un product placement veramente massiccio in grado di incrementare ulteriormente gli incassi della SEGA. Attenzione, però: che nessuno si permetta di cambiare anche solo un frammento del nostro ricordo, tutto dev’essere uguale e immutabile, cristallizzato nel tempo, tanto che la scarsa somiglianza del protagonista del film all’originale videoludico nel primo rendering è stata accolta da una tale ondata di critiche da obbligare la produzione a ridisegnarlo completamente per il prodotto finale, con un costo di 5 milioni di dollari. L’industria della nostalgia può essere un affare pericoloso, se non la sia maneggia nel modo giusto.
Il vintage come stile di vita
La tendenza al gaming vintage con nuovi mezzi è così radicata che le aziende disposte a puntarci sono sempre di più. Hasbro, ad esempio, ha deciso di dare nuova vita a un suo brand molto noto anche in Italia, dove a distribuirlo era Gig: Tiger, i videogame portatili mono-titolo con display a cristalli liquidi, che costavano relativamente poco e per moltissimi furono la prima vera esperienza con l’intrattenimento digitale negli anni Ottanta e Novanta.
Quest’autunno, infatti, dovrebbero uscire le versioni aggiornate di classici come Sonic The Hedgehog 3, Disney’s Little Mermaid, Transformers Generation 2 e X-Men Project X, tutti a un prezzo di 14,99 dollari. Ed è recentissimo il successo delle “vecchie” console che, rimodernate, sono diventate protagoniste di questa seconda ondata del retro-gaming, con nuove edizioni di modelli storici come NES Classic Edition (la capostipite), Sega Genesis Mini, Playstation Classic e via discorrendo: un regalo per quei nostalgici che, forse un po’ spaesati dalle tendenze del gaming moderno – non tutti apprezzano PUBG, Fortnite o la pletora di strategici multiplayer che affollano le classifiche – accolgono con un sospiro di sollievo la possibilità di tornare ragazzini, con molta più libertà di spesa, se non di tempo.
Lo si era già visto con il ritorno di Nokia, che proprio pochi giorni fa ha presentato il Nokia 400 4G, in tutto e per tutto simile a un modello con almeno una ventina d’anni alle spalle ma con WhatsApp, Gmail, Maps e tutto ciò che serve a un dispositivo moderno. Insomma: guarderemo anche al futuro, ma se ci darete l’illusione di avere ancora sedici anni vi seguiremo ovunque.
Fonti:
https://www.popsci.com/retro-games-on-smartphone/
https://www.appannie.com/en/insights/mobile-minute/classic-games-thrive-on-smaller-screens/