Argentina-Usa, stretto accordo per garantire sicurezza a summit G20 di Buenos Aires
14 feb 11:06 – (Agenzia Nova) – Il governo argentino ha raggiunto un accordo con quello statunitense per ricevere aiuto tecnico e logistico da parte dello United States Southern Command (Ussouthcom) in vista dei preparativi per il summit del G20 che si terra’ il 30 novembre e 1 dicembre 2018 a Buenos Aires. A questo scopo, il ministro della Sicurezza argentino, Patricia Bullrich, insieme a quello della Difesa, Oscar Aguad, si sono riuniti in questi giorni a Miami con l’ammiraglio Kurt W, Didd, Capo di stato maggiore dello Ussouthcom, riferisce oggi il quotidiano “La Nacion”. Fonti del ministero della Sicurezza hanno confermato alla testata argentina che nell’occasione sarebbe stata presentata agli inviati di Buenos Aires la pianificazione prevista per il summit di novembre-dicembre 2018, e che questa si avvale dell’esperienza maturata nell’organizzazione della recente Conferenza ministeriale dell’Omc, svoltasi nella capitale argentina. “L’assistenza del Comando Sud prevede un ampio spettro di interventi a partire dall’area tecnica, a quella della comunicazione fino all’appoggio aereo, includendo corsi di formazione, esercitazioni congiunte con le forze speciali, intelligence ed equipaggiamento”, ha dichiarato una fonte a “La Nacion”. Bullrich e Aguad concluderanno oggi la loro visita negli Usa con un ultimo incontro sempre con autorita’ dello Ussouthcom, ma anche dell’amministrazione Trump questa volta centrato su questioni legate al narcotraffico. Il summit del G20 rappresenta senza dubbio il maggior impegno in materia di sicurezza mai affrontato dal governo del presidente Mauricio Macri, e costituisce un fatto inedito per tutta l’America Latina che ospita per la prima volta questo evento. Se tutti gli invitati confermassero la loro presenza, Buenos Aires si troverebbe infatti ad accogliere contemporaneamente i capi di Stato delle nazioni piu’ potenti del pianeta, dal presidente Usa Donald Trump, a quello russo Vladimir Putin e quello cinese Xi Jinping.
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Usa, fonti intelligence: prossime elezioni vulnerabili a nuove interferenze russe
14 feb 11:06 – (Agenzia Nova) – Le elezioni di meta’ mandato di novembre negli Stati Uniti sono “vulnerabili” allo stesso tipo di interferenze russe che hanno disturbato la consultazione delle presidenziali 2016. E’ quanto afferma, secondo il quotidiano “Wall Street Journal”, Dan Coats, direttore dell’Intelligence nazionale dell’amministrazione del presidente Donald Trump, durante l’odierna audizione presso la Commissione Intelligence del Senato federale. “Le elezioni in paesi stranieri rappresentano occasioni in cui la Russia si puo’ insinuare per promuovere i suoi interessi apertamente o di nascosto” ha dichiarato Coats, aggiungendo che le prossime elezioni di meta’ mandato sono un “potenziale obiettivo per operazioni russe di condizionamento”, in particolare, infrangendo la cyber sicurezza del Paese. Il direttore non ha ulteriormente precisato quali sono le prove a disposizione dell’intelligence in tal senso visto che l’audizione era pubblica, ma si riserva di aggiornare la Commissione con documenti confidenziali, precisando tuttavia che l’intento del Cremlino e’ quello di “intaccare la fiducia nei processi democratici”. Un rapporto del 2017 dell’Agenzie di intelligence Usa ha rivelato che alti dirigenti di Mosca erano coinvolti nell’indirizzare le interferenze elettorali a favore dell’allora candidato alle presidenziali Donald Trump a detrimento della rivale Hillary Clinton. Tra i metodi utilizzati per raggiungere l’obiettivo, i russi si sarebbero infiltrati nei sistemi informatici facendo trapelare informazioni riservate di comitati ed analisti politici, oltre ad aver utilizzato i social network per infangare la reputazione della Clinton e valorizzare la figura di Trump. Mosca ha sempre negato ogni coinvolgimento e il presidente statunitense si e’ rifiutato di ammettere le interferenze, malgrado alcuni dei suoi collaboratori abbiano confermato le conclusioni del rapporto.
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Spagna, socialisti europei sostengono la candidatura di Guindos alla Bce
14 feb 11:06 – (Agenzia Nova) – I socialisti europei sembrano ben disposti a sostenere la nomina di Luis de Guindos, attuale ministro dell’Economia della Spagna, come vicepresidente della Banca centrale europea (Bce). Lo riferisce il quotidiano spagnolo “Abc” che ricorda come sia programmata per oggi l’apparizione di De Guindos davanti al Parlamento europeo, dopo l’incontro a porte chiuse con il vicepresidente economico della Commissione europea Valdis Dombrovskis. Previsto per domani invece l’incontro, sempre a porte chiuse, con l’irlandese Philip R. Lane, l’altro candidato alla carica di vicepresidente. Dal punto di vista tecnico, continua il quotidiano, i pronostici sembrano essere piu’ favorevoli a De Guindos. Il ministro delle finanze di Malta, Edward Scicluna , un socialista, ha affermato chiaramente che l’opzione De Guindos e’ piu’ che benvista dai governi socialdemocratici europei. “I Socialisti”, ha dichiarato Scicluna in un’intervista televisiva, “guardano con grande interesse questa nomina e De Guindos sara’ probabilmente il candidato eletto”. Anche l’ex primo ministro spagnolo Jose Rodriguez Zapatero, appartenente al Partito socialista operaio spagnolo (Psoe), ha confermato la sua posizione a favore del “candidato nazionale”.
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Gran Bretagna, dozzine di nuove formazioni politiche per contrastare il predominio dei due grandi partiti tradizionali
14 feb 11:06 – (Agenzia Nova) – In Gran Bretagna stanno nascendo dozzine di nuove formazioni politiche con lo scopo di contrastare il predominio dei due grandi partiti tradizionali: lo rivela il quotidiano “The Times” in un’inchiesta pubblicata oggi mercoledi’ 14 febbraio. Sulla base delle registrazioni effettuate presso la Commissione elettorale nazionale, il “Times” ha contato nel 2017 50 nuovi partitini, il doppio dell’anno precedente; un record che certamente sara’ superato quest’anno, che ha gia’ visto la registrazione di 12 nuove formazioni politiche nel solo mese di gennaio. Dall’inchiesta del giornale emerge con particolare interesse il fatto che, sebbene gran parte dei neo-partiti si situino alle ali estreme dello spettro politico del paese, alcuni dei piu’ credibili affermano di voler rappresentare l’elettorato di centro che, secondo loro, e’ stato abbandonato dal Patito Laborista e da quello Conservatore. Un esempio e’ il gruppo “Renew” (“Rinnovamento”, ndr), fondato nello scorso mese di ottobre per dare voce ai filo-Unione Europea che vivono nelle grandi citta’, che sostiene di aver gia’ raccolto 5 mila aderenti e che conta di presentare 300 candidati alle prossime elezioni: l’ambizione e’ di rovesciare il verdetto del referendum sulla Brexit; sulla sua falsariga ci sono almeno altri tre neo-partiti sorti negli ultimi mesi, il Partito centrista ed il Partito britannico di centro-sinistra, nonche’ “Advance Together” (“Avanzare insieme”, ndr), fondato quest’anno da una ex militante del Partito liberal-democratico. Ci sono pero’ anche nuove formazioni favorevoli alla Brexit: venerdi’ scorso, ad esempio, e’ stato lanciato ufficialmente il partito dei Democratici e veterani, con un evento tenuto a Londra al “Union Jack” (il soprannome della bandiera nazionale della Gran Bretagna, ndr): uno dei suoi leader e’ un ex membro del Partito per l’indipendenza del Regno Unito (Ukip) ed al “Times” ha detto di volersi battere per l’introduzione di forme di democrazia diretta e per un nuova legge elettorale di tipo proporzionale; il neo-partitino afferma di avere gia’ 320 candidati per le prossime elezioni. Non mancano neppure le neo-formazioni i cui programmi, sebbene non siano estremisti, appaiono gia’ dal nome del partito piuttosto vaghi, decisamente banali o addirittura bizzarri: a gennaio infatti sono nati il Partito della ragione, che propone “politiche sensate per persone sensate”; e il Partito della spazzatura, fondato per affrontare questioni come la pulizia dei piccoli rifiuti gettati dalla gente negli spazi pubblici, le discariche abusive e le cacche dei cani nelle strade.
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I Cinquestelle accusati di tradire l’impegno a restituire lo stipendio di parlamentari
14 feb 11:06 – (Agenzia Nova) – L’anti-establishment Movimento 5 stelle (M5s) italiano e’ scosso dalle accuse secondo cui alcuni suoi esponenti hanno tradito l’impegno a versare la meta’ della loro indennita’ parlamentare a favore delle piccole imprese, gettando un’ombra sulla loro possibilita’ di andare al potere nelle elezioni del 4 marzo prossimo: la vicenda e’ ripresa da diversi quotidiani britannici, che ne analizzano le possibili conseguenze politiche. Lo scandalo e’ un serio problema per il 31enne leader del M5s Luigi Di Maio, perche’ offusca il principale argomento di propaganda del movimento: che cioe’ che i Cinquestelle siano diversi dall’avidita’ e dalla doppiezza della classe politica. In un articolo sul giornale economico “The Financial Times” il corrispondente da Roma James Politi ricorre alle parole del giornalista italiano Jacopo Iacoboni, autore del saggio “L’Esperimento” sui Cinquestelle, per spiegare lo scandalo e l’ampiezza delle sue possibili conseguenze: “L’intera campagna elettorale dei Cinquestelle e’ stata condotta sotto lo slogan ‘onesta’, onesta” e con la pretesa che ‘noi siamo diversi dalla casta politica’. Ora lo scandalo contraddice appunto queste asserzioni”. A meno di tre settimane mancanti al voto in Italia che potrebbe avere grande impatto per il resto dell’Unione Europea il M5s continua ad essere il singolo partito che gode del maggior gradimento, raccogliendo nei sondaggi circa il 28 per cento delle preferenze dell’elettorato. I Cinquestelle finora sono stati immuni agli scandali perche’ i loro elettori hanno sempre concesso loro il beneficio del dubbio in quanto principianti che devono ancora imparare come si governa, e che almeno stanno tentando di ripulire le acque fangose della politica italiana. Di Maio ha promesso di espellere le “mele marce” dal M5s; ma ora, dopo lo scandalo, il loro peggior nemico potrebbe essere l’astensione dalle urne, soprattutto da parte della base di giovani votanti nelle problematiche regioni meridionali del paese: se il M5s viene visto come troppo simile ai partiti tradizionali da un punto di vista etico i potenziali elettori potrebbero astenersi dal voto e lo scandalo potrebbe costargli la vittoria.
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Francia, i deputati visitano i Centri di detenzione amministrativa per migranti
14 feb 11:06 – (Agenzia Nova) – In vista della riforma sul diritto di asilo e sull’immigrazione che nelle prossime settimane verra’ presentata all’Assemblea nazionale, un gruppo di parlamentari ha visitato dei “Centri di ritenzione amministrativa” (Cra) dove sono ospitati gli immigrati irregolari in attesa di essere espulsi. Lo riporta “Libe’ration”, spiegando che oggi i deputati si scambieranno le loro opinioni in merito alle strutture visitate. “I parlamentari faticano a descrivere questi luoghi senza definirli come prigioni” scrive il quotidiano. “C’e’ un’atmosfera quasi carceraria” ha affermato Stella Dupont, deputata della Re’publique en marche, mentre Naima Moutchou, anche lei della maggioranza parlamentare, ha dichiarato che “e’ difficile non fare il parallelo con una prigione”. Secondo il progetto di legge, il periodo di permanenza all’interno delle strutture verra’ raddoppiato da 45 a 90 giorni. Il governo ha chiesto alla sua maggioranza di votare rapidamente il testo “invocando un’urgenza operativa e la necessita’ di colmare un vuoto giuridico”. Molti parlamentari della Re’publique en marche hanno sollevato dei dubbi sulla reale necessita’ di inasprire alcune misure.
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Francia, il presidente Macron incontra la stampa presidenziale
14 feb 11:06 – (Agenzia Nova) – Come da tradizione, ieri il presidente francese Emmanuel Macron ha incontrato i giornalisti appartenenti al club della stampa presidenziale. Ne parla “Le Monde”, spiegando che il capo dell’Eliseo ha parlato di diversi temi per circa due ore. Macron ha difeso la sua politica fiscale affermando che c’e’ bisogno ancora di un po’ di tempo prima di vedere i risultati delle sue riforme. “Il mio fil rouge e’ il lavoro. La miglior battaglia per il potere di acquisto e’ il ritorno all’impiego” ha affermato il presidente. Sul piano internazionale, Macron ha evocato la situazione in Siria, spiegando che la Francia passera’ all’attacco nel caso in cui ci dovessero essere prove concrete dell’utilizzo di armi vietate sui civili. Dal punto di vista istituzionale, il presidente ha dichiarato che sara’ possibile attuare una revisione costituzionale entro la fine del trimestre. Per questo, il governo potra’ “finalizzare” il suo progetto “nelle prossime settimane”. “Il referendum e’ possibile” ha poi aggiunto, anche se ha considerato difficile “l’ipotesi di un blocco politico” alla riforma. In merito alla prima fase del suo mandato, il capo di Stato francese ha dichiarato che non c’e’ nessuna “tregua”. “Sono il frutto di una forma di brutalita’ della storia, un’effrazione in quanto la Francia era infelice e preoccupata” ha poi detto.
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Germania, Schulz lascia la guida l’Spd che ora cerca un nuovo ministro degli Esteri
14 feb 11:06 – (Agenzia Nova) – Dopo le dimissioni di Martin Schulz da leader dei Socialdemocratici tedeschi (Spd), e l’improbabile riconferma dell’attuale Ministro e compagno di partito in carica Sigmar Gabriel, si pone il problema per l’Spd di trovare un nuovo candidato per la carica da capo della diplomazia tedesca. Fra i nomi piu’ citati c’e’ quello di Katarina Barley, ministro del Lavoro ad interim, una politica determinata ed ambiziosa: “La signora Barley potrebbe abituarsi rapidamente all’incarico”, ha affermato il politologo Niedermayer. Altro nome e’ quello di Niels Annen, 44 enne deputato di Amburgo, che per tre anni e’ stato a capo degli Jusos (i giovani socialdemocratici) e dal 2014 e’ portavoce del gruppo di lavoro per la politica estera dell’Spd. Tra gli altri nomi ci sono il ministro federale della Giustizia Heiko Maas, il vicepresidente del Bundestag Thomas Oppermann e Michael Roth, che e’ in gran parte sconosciuto al pubblico. Quest’ultimo, in quanto ministro di Stato per l’Europa, ha gia’ esperienza nel ministero degli Affari esteri. Piu’ che le competenze, pero’, secondo il politologo occorre leadership politica. “Un ministro ha bisogno di sottoposti fedeli che lavorano per lui. Deve averli sotto controllo”, afferma Niedermayer. Per fare un esempio, il politologo cita il ministro della Difesa, la cristiano democratica Ursula von der Leyen (Cdu), che pur non avendo sempre dimostrato competenza, ha avuto sensibilita’ politica adeguata. L’ex politico dell’Fdp (i Liberali) Hildegard Hamm-Bruecher e altri hanno chiesto ripetutamente di scegliere non solo il capo del governo, ma anche il ministro del Bundestag. Questo evento potrebbe essere preceduto da un’audizione, come nel Congresso degli Stati Uniti.
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Disputa sul gas naturale, Erdogan mette in guardia Cipro
14 feb 11:06 – (Agenzia Nova) – Il blocco navale imposto dalla Turchia a un blocco di prospezione assegnato da Cipro alla compagnia petrolifera Eni, a sud-est della citta’ cipriota di Larnaca, e’ proseguito ieri per il quarto giorno consecutivo. Il capo di stato turco Recep Tayyip Erdogan ha rivolto un chiaro avvertimento alla Repubblica di Cipro martedi’ scorso invitando il governo di Nicosia “a non oltrepassare il confine”. “In questo momento, le nostre navi da guerra, le forze aeree e le altre unita’ di sicurezza stanno osservando da vicino gli sviluppi nella zona, con l’autorizzazione a intraprendere qualsiasi tipo di intervento, se necessario”, ha detto Erdogan, ammonendo “di non fare calcoli sbagliati”. La Marina turca ha effettuato ampie manovre a Sud di Cipro per una settimana, e dovrebbe portarle avanti sino al 22 febbraio. Ankara sostiene che la prospezione per il gas naturale sia stata effettuata senza il consenso dei turco-ciprioti, non rispettando i loro diritti. Erdogan ha affermato che “i tentativi opportunistici” di sfruttare le risorse turche non sono sfuggiti ad Ankara. Il presidente del Consiglio dell’Unione europea Donald Tusk lunedi’ ha invitato la Turchia ad abbandonare il blocco e rispettare la sovranita’ territoriale di Cipro. Le norme e i regolamenti della Ue si applicano solo nella parte meridionale dell’isola cipriota, prevalentemente greca. I colloqui per il superamento della divisione di Cipro erano falliti nel luglio 2017, per una disputa sul futuro dei 35.000 soldati turchi nel Nord dell’isola. Il ministro degli Esteri greco Nikos Kotzias ha messo in guardia dal “nervosismo” della Turchia.
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Il segretario della Difesa Usa Mattis premera’ sugli alleati europei per un aumento dei bilanci militari
14 feb 11:06 – (Agenzia Nova) – Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Jim Mattis, esercitera’ pressioni sugli alleati europei oggi a Roma, affinche’ tengano fede all’impegno, sottoscritto in seno alla Nato, di portare al 2 per cento del prodotto interno loro i loro bilanci della Difesa. I paesi membri dell’Organizzazione hanno presentato per la prima volta i loro programmi per il raggiungimento di tale obiettivo entro il 2024, di fronte alla minaccia del presidente Usa Donald Trump di ritirare il sostegno militare degli Usa agli alleati che spendono meno. 15 dei 28 paesi Nato hanno oggi una strategia per ottemperare ai criteri di spesa sanciti dall’Alleanza nel 2014, dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia. Tale risultato, pero’, non sembra bastare all’amministrazione del presidente Trump, che intende partecipare personalmente al summit dell’alleanza in programma per il prossimo luglio. La Francia ha presentato un piano per aumentare il bilancio della Difesa di oltre un terzo tra il 2017 e il 2024; la Spagna, invece, ha gia’ comunicato che non raggiungera’ l’obiettivo fissato per il 2024, e anche Belgio e Italia non sembrano in grado di soddisfare le richieste degli Usa. Anche l’aumento multi-miliardario del bilancio della Difesa concordato dalle forze della coalizione di governo tedesca non bastera’ a portare la spesa militare complessiva la 2 per cento del pil. Stando a Katie Wheelbarger, viceassistente del segretario della Difesa Usa per gli affari di sicurezza internazionali, Mattis assumera’ una posizione dura nei confronti dei paesi alleati che non hanno approntato piani per l’aumento del bilancio della Difesa al 2 per cento del Pil. Washington non vede di buon occhio nemmeno l’integrazione dei paesi Ue nel campo della Difesa: “Non vogliamo che gli sforzi dell’Ue sottraggano requisiti o attivita’ dalla Nato per trasferirli all’Ue”, ha dichiarato in proposito Wheelbarger, aggiungendo che gli Usa non vogliono che questo patto difensivo “divenga un veicolo protezionistico per l’Ue” sul fronte delle acquisizioni di armamenti.
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