Il 25 novembre di ogni anno ricorre la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Una data simbolo, istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, per non dimenticare mai il tragico tributo di vite e dolore pagato dalle donne alla violenza di genere in Italia, in Europa e nel resto del mondo.
Nel nostro Paese, sono circa 399.000 le donne lavoratrici vittima di violenza domestica o abusi negli ultimi 12 mesi. Nello stesso periodo di tempo, 80 milioni di donne lavoratrici sono state vittime della stessa violenza in tutto il mondo.
Sono questi i dati drammatici dello studio commissionato da Vodafone a Kpgm sugli impatti della violenza di genere sulle donne e sul mondo del lavoro nel suo insieme: ogni anno, sui 9 Paesi presi in esame, si calcolano i mancati guadagni delle vittime di violenza domestica in 13 miliardi di euro.
Il report di KPMG indica che in Italia, nell’ultimo anno, circa 40,000 donne che lavorano hanno preso dei giorni di congedo a causa della violenza domestica; le aziende italiane hanno delle ricadute economiche come conseguenza del fenomeno che sono pari a 146 milioni di euro.
Per
far fronte a tutto questo, lo scorso anno il Gruppo Vodafone ha attuato una
policy per i dipendenti vittime di abuso e violenza domestica in 25 Paesi del
Gruppo, compresa l’Italia. Grazie a questa misura, in caso di abuso e
violenza domestica, i dipendenti possono usufruire di 10 giorni di permesso
retribuito, oltre al supporto psicologico di un medico competente, servizi di
consulenza per affrontare tutti i momenti delicati che si possono presentare in
queste situazioni – come un’eventuale denuncia alle forze dell’ordine -, e una
serie di materiali informativi utili, come l’elenco di associazioni fidate alle
quali rivolgersi.
Questi dieci giorni di permesso daranno la possibilità e il tempo di gestire al
meglio situazioni di violenza e abuso domestico, ad esempio per chiedere aiuto
e consulenza professionale, recarsi dalla polizia o in tribunale, organizzare
un trasferimento, dare supporto ai propri figli.
Da anni anche la Fondazione Vodafone è impegnata sul tema della violenza domestica principalmente grazie a due progetti: “Tillanzia” e “Cadmi”.
La Tillanzia, grazie al sostegno di Fondazione Vodafone, tra il 2017 e il 2018 ha aperto una struttura di accoglienza che può ospitare fino a 40 donne sole o mamme con bambini. Le ospiti sono in condizioni di precarietà socio-economica, senza casa o vittime di abusi. Il nome prende spunto da “La Tillanzia“, la pianta resistente originaria del Sud America che pur non avendo bisogno di cure, regala fiori profumati e purifica l’aria dell’ambiente in cui vive.
Quest’anno, invece, a marzo, la Fondazione ha sostenuto con un importante finanziamento l’associazione “Cadmi” – Casa di accoglienza delle donne maltrattate. Il progetto sostiene le spese legate alla “casa rifugio”, luogo che accoglie le vittime di violenza domestica, principalmente donne migranti con figli e senza. Oltre ad attività legate all’accoglienza, elaborazione del trauma e reinserimento socio-culturale delle ospiti, il progetto prevede lo sviluppo di un tool online per la formazione di operatori che lavorano su questi temi.
Lo studio Vodafone-Kpgm, infine, si sofferma anche sugli effetti negativi della violenza domestica sulla carriera delle vittime e sulle imprese.
Ne è risultato che circa un terzo delle donne intervistate per il report indica di aver sofferto di un calo di produttività e il 22% sostiene di aver interrotto l’attività lavorativa o di aver preso dei giorni di congedo in seguito alle violenze subite. Inoltre il report sottolinea come le vittime di violenza domestica in media prendano circa 10.1 giorni di congedo non pianificato.Le assenze al lavoro delle vittime di abusi generano un impatto negativo sull’economia calcolato a 2.1 miliardi di euro. In totale, circa 4 milioni di donne non hanno ricevuto una promozione, causando un mancato guadagno di circa 2,900 euro per ogni vittima. Il totale dei mancati guadagni si eleva a 13 miliardi di euro all’anno.