Il report

Studio Federlazio: la burocrazia pesa fino a 10% del fatturato aziendale

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Il 63,4% degli imprenditori di Roma e Provincia ritengono che la burocrazia pesi fino al 10% sul fatturato in termini di costi diretti e indiretti

Il 63,4% degli imprenditori di Roma e Provincia ritengono che la burocrazia pesi fino al 10% sul fatturato in termini di costi diretti e indiretti e il tempo impiegato ad espletare tutti gli adempimenti. Per il restante 36,6% il costo della burocrazia è addirittura superiore al 10% dei ricavi. E’ quanto emerge dall’indagine “Il Nodo di Gordio – da una burocrazia ‘contro’ a una burocrazia ‘per'” di Federlazio presentata oggi a Roma.

Il peso della burocrazia in Italia infatti grava sulle Pmi per oltre 31 miliardi di euro l’anno.

In altri termini, la maggior parte delle imprese – quelle più piccole in modo particolare – sono convinte che la burocrazia costituisca uno dei principali fattori di “freno al loro sviluppo”.

L’indagine, realizzata con il contributo della Camera di Commercio di Roma, è stata svolta su un campione rappresentativo di imprese appartenenti a tutti i settori dell’industria e dei servizi di Roma e provincia.

Tra i dati che balzano agli occhi il peso degli adempimenti relativi alla delicata materia “ambiente e sicurezza”, con il 21,2% messi al primo posto dalle imprese. Seguono quelli “fiscali”, con il 16,5%, quelli legati alla “previdenza” (14,6%) e quelli alla “formazione e lavoro” (14,2%).

In merito alla domanda su “chi svolge gli adempimenti amministrativi in azienda”, come dato complessivo quasi il 70% degli imprenditori intervistati espleta gli adempimenti amministrativi con l’ausilio di altre figure professionali: da “personale solo interno” (26,7%), da “personale interno e consulenti esterni” (22,7%) e, infine, “coadiuvato da consulenti esterni” nel 18,7% dei casi. Solo il 14,7% degli imprenditori svolge queste mansioni autonomamente.

Il personale interno, secondo la ricerca, impiega in media 19 ore mensili solo per lo svolgimento delle prime fasi degli adempimenti burocratici: circa 7500 euro l’anno. Inoltre il 44,4% delle imprese afferma di aver rilevato nel corso degli ultimi 2 anni un “aumento notevole”, cui si aggiunge un 34,7% che ha registrato un aumento sia pure “leggero”. Gli adempimenti nello stesso periodo sono “aumentati notevolmente” per il 56,3% e “aumentati leggermente” per il 23,9% degli imprenditori.

Riguardo alla complessità degli adempimenti richiesti, la netta maggioranza del campione (63,9%) concorda nel ritenere che questa sia divenuta progressivamente “più pesante” nel corso degli ultimi due anni.

Secondo le imprese, l’aspetto che oggi l’organizzazione burocratica sembra tenere in minore considerazione è la “chiarezza” del procedimento amministrativo, il quale dall’81,1% viene giudicato inutilmente complesso.

Inoltre, per il 33,3% la qualità dei servizi della PA è “notevolmente peggiorata” negli ultimi anni.

Anche le previsioni per il futuro sono negative: il 48,6% degli intervistati ritiene che i servizi PA peggioreranno.

Per gli imprenditori gli ‘ultimi della classe’ sono il Tribunale seguito dagli Enti Pubblici Locali dei quali si dicono “per niente” o “poco” soddisfatti, rispettivamente il 73,9% e il 65,9% delle imprese.

Tra quelle, invece, con un relativamente più alto grado di soddisfazione, troviamo l’INPS (59,1%), l’Agenzia delle Entrate (55,1%) e la Camera di Commercio (54%).

Infine, in merito a quali vantaggi l’Agenda Digitale potrebbe apportare “all’utente-impresa” della PA, la maggioranza degli imprenditori (39,4%) dichiara “maggiore rapidità nell’espletamento dei procedimenti” e subito dopo, con il 26,8%, la “riduzioni dei costi”.

 

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