Brexit, la Gran Bretagna prepara una stretta sugli immigrati europei non-specializzati
19 set 10:51 – (Agenzia Nova) – La Gran Bretagna si prepara a stringere le maglie delle sue frontiere dopo la Brexit, limitando gli ingressi degli immigrati non-specializzati provenienti dai paesi dell’Unione Europea: lo prevede il quotidiano tradizionalista “The Times”, dicendosi convinto che le intenzioni in tal senso gia’ accarezzate dal primo ministro Theresa May abbiano ricevuto un decisivo sostegno dal rapporto presentato ieri martedi’ 18 settembre dal Migration Advisory Committee (Commissione consultiva sull’immigrazione, ndr). L’ente indipendente creato nel 2007 per consigliare l’esecutivo e soprattutto il ministero dell’Interno, al termine di uno studio durato quasi un anno sui legami tra l’afflusso di immigrati ed i risultati dell’economia britannica, sotto la guida del professore Alan Manning della prestigiosa London School of Economy, ha raccomandato al governo di Londra di adottare dopo la Brexit un approccio “globale” all’intera questione dell’immigrazione nel Regno Unito: cio’ significa in particolare, spiega il “Times”, che dopo il divorzio della Gran Bretagna i cittadini dei paesi dell’Unione Europea dovrebbero essere sottoposti alle stesse regole previste l’ingresso dei migranti provenienti da paesi extra-Ue; anche loro quindi, ad esempio, avranno bisogno di un visto di ingresso se desiderano risiedere nel Regno Unito per oltre sei mesi. La raccomandazione del Migration Advisory Committee di stringere le maglie dell’immigrazione di persone non qualificate dai paesi Ue ha immediatamente suscitato le preoccupazioni e le proteste da parte di alcuni importanti associazioni industriali del paese, timorosi che la possibile mancanza di manodopera a basso costo rischi di limitare fortemente la crescita di alcuni settori-chiave dell’economia britannica. A queste obiezioni pero’, sottolinea il “Times”, il raport ha gia’ risposto laddove afferma che l’attuale regime di libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione Europea “non ha (per l’economia britannica) ne’ il negativo effetto paventato da certuni, ma neppure i chiari benefici affermati da altri”: l’impatto della libera circolazione insomma, secondo il rapporto, in realta’ “finora e’ stato assai modesto”; lo studio aggiunge quindi che la premier May potra’ tranquillamente portare avanti il piano annunciato di ridurre di decine di migliaia di unita’ il saldo netto dell’immigrazione, senza serie conseguenze economiche per il paese. resta da vedere, scive il “Times”, quanto la questione pesera’ nelle trattative che la premier britannica condurra’ con i suoi omologhi europei nel vertice informale dei capi di Stato e di governo dei paesi dell’Unione Europea che si apre a Salisburgo, in Austria, oggi mercoledi’ 19.
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Brasile, il delfino di Lula in rimonta nei sondaggi
19 set 10:51 – (Agenzia Nova) – Il candidato alla presidenza del Brasile per il Partito dei lavoratori (Pt), Fernando Haddad, fa un balzo in avanti nei sondaggi e si profila come probabile sfidante dell’iperconservatore Jair Bolsonaro, in un possibile ballottaggio. L’ultimo sondaggio dell’azienda Ibope attribuisce al delfino di Luiz Inacio Lula da Silva il 19 per cento delle intenzioni di voto, ben undici punti percentuali in piu’ rispetto alla rilevazione effettuata solo una settimana fa. In testa rimane Bolsonaro, il leader del Partito sociale liberale (Psl) a tutt’oggi sottoposto alle cure per l’accoltellamento subito a inizio mese durante un evento di campagna elettorale: a lui va il 28 per cento dei favori, due punti in piu’ rispetto alla scorsa settimana. In terza posizione Ciro Gomes, candidato dell’altra sinistra ai nastri di partenza, che conserva l’11 per cento del precedente sondaggio, seguito dal candidato del Partito socialdemocratico brasiliano (il partito dell’attuale presidente Michel Temer), Geraldo Alckmin, sceso dal 9 al 7 per cento. Perde tre punti percentuali l’ambientalista Marina Silva, ora in quinta posizione con il 6 per cento. Di fatto, si tratta di un test significativo per conoscere le chance di Haddad di aspirare alla presidenza alle elezioni del 7 ottobre: si tratta infatti del primo sondaggio effettuato dopo la proclamazione ufficiale della sua candidatura per il Pt, frutto della rinuncia di Lula, oggi in carcere per corruzione e riciclaggio. Significativa e’ in questo senso la sua avanzata nei confronti di Gomes, il candidato che ha provato a intercettare una parte della sinistra meno fedele a Lula. “Con la crescita di Haddad, la probabilita’ di avere un secondo turno tra lui e Bolsonaro e’ aumentata significativamente, anche se non si possono scartare altri scenari”, spiega la direttrice esecutiva di Ibope, Marcia Cavallari. E al ballottaggio, secondo l’inchiesta, la partita e’ assolutamente aperta. Nel caso di una sfida Bolsonaro-Haddad, gli intervistati si sono divisi alla perfezione, con un 40 per cento a ciascuno dei candidati. Poco dissimile il comportamento nel caso di sfida tra Bolsonaro e Gomes, con un solo punto percentuale in piu’ a favore del primo. Pari totale nel caso di una sfida con Alckmin, e probabile vittoria per Bolsonaro se la sfida fosse con Marina Silva: 41 per cento contro 36 per cento.
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Corea del Nord, Kim Jong-un pronto a chiudere le principali infrastrutture nucleari
19 set 10:51 – (Agenzia Nova) – La Corea del Nord e’ pronta a consentire l’ingresso di ispettori internazionali che verifichino lo “smantellamento permanente” delle principali infrastrutture legate al programma balistico di quel paese, e ad accelerare le procedure di dismissione del complesso di Yongbyon, l’unico reattore a disposizione della Corea del Nord per l’arricchimento del plutonio. Lo ha annunciato il presidente della Corea del Sud, Moon jae-in, durante la conferenza stampa congiunta a Pyongyang, a margine di un colloquio di 70 minuti con il leader nordcoreano Kim Jong-un. Seul e Pyongyang, ha detto Moon durante la conferenza stampa, che segna il culmine del terzo summit inter-coreano, hanno concordato di trasformare la Penisola coreana in una “terra di pace libera dalle minacce delle armi e dei test nucleari”. Durante la conferenza stampa, Kim ha annunciato l’intenzione di visitare Seul “nel prossimo futuro”. Commentando l’accordo sottoscritto oggi dai ministri della Difesa dei due paesi, Moon ha proclamato l’inizio di “un’era senza guerra”. L’accordo tra i due paesi, ha spiegato Moon, prevede tra le altre cose la chiusura permanente del sito balistico di Dongchang-ri, utilizzato dal Nord per il collaudo dei motori per missili; in cambio dei progressi verso la dismissione dei suoi programmi balistico e nucleare, pero’, il Nord chiede “misure reciproche” da parte degli Stati Uniti. I leader delle due Coree, Moon Jae-in e Kim Jong-un, hanno firmato questa mattina un documento che attesta i risultati del terzo summit inter-coreano, in corso da ieri a Pyongyang, dove il presidente sudcoreano Moon si trova in visita ufficiale. Il documento riferisce la stampa sudcoreana, mette nero su bianco i contenuti e gli accordi dei colloqui tenuti dai due capi di Stato tra ieri ed oggi, ed e’ stato firmato presso la residenza di Stato nordcoreana Paekhwawon, che stamattina ha ospitato un colloquio di circa 70 minuti tra i due presidenti.
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Spagna, Aznar nega il finanziamento irregolare del Partito popolare in un aspro dibattito con Podemos
19 set 10:51 – (Agenzia Nova) – L’ex presidente del governo spagnolo, Jose Maria Aznar, e’ stato interrogato martedi’ mattina dalla commissione di inchiesta della Camera dei deputati in merito ai presunti finanziamenti irregolari ricevuti dal Partito popolare (Pp). Come era prevedibile, scrive il quotidiano “La Vanguardia”, Aznar ha negato tutto scatenando le ire del deputato di Erc, Gabriel Rufia’n, e del leader di Podemos, Pablo Iglesias, che lo hanno duramente attaccato aprendo un nuovo capitolo dello spettacolo politico cosi’ di moda negli ultimi tempi. Nelle cinque ore trascorse di fronte alla commissione, Aznar ha riferito che chi era responsabile della stesura dei conti della Pp, quando lui era presidente, era il tesoriere della formazione e ha respinto ogni connessione con i condannati dal caso Gurtel, accusando l’opposizione di aver formulato le conclusioni prima ancora di averlo ascoltato. L’ex premier ha poi sostenuto i suoi ex ministri e sottolineato che nessuno di loro ha commesso atti illeciti quando era in carica. “Come posso prevedere che tra dieci anni qualcuno commettera’ un crimine?, ha chiesto, lamentandosi del fatto che in Spagna “non esista piu’ la presunzione di innocenza”.
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Spagna, il governo usa una “scorciatoia” per accelerare l’approvazione del bilancio
19 set 10:51 – (Agenzia Nova) – Il governo spagnolo vuole a tutti i costi approvare in tempi stretti il bilancio 2019, un progetto chiave per realizzare le misure promesse e, soprattutto, per allontanare lo spettro delle elezioni anticipate. Per accelerare i tempi e mettere il voto in cassaforte, l’esecutivo ha approfittato di una inaspettata scorciatoia legale: il Gruppo parlamentare socialista, la scorsa notte, ha presentato un emendamento alla Legge sulla formazione dei giudici per promuovere la lotta contro la violenza di genere, un provvedimento che non ha nulla a che vedere con il bilancio ma che permette di modificare, con urgenza, la Legge di stabilita’ modificandone il tetto di spesa. Grazie a questo stratagemma, messo in campo nell’ultimo giorno utile per presentare modifiche al provvedimento, i socialisti potranno eludere il veto del Senato controllato dal Partito popolare (Pp) e da Ciudadanos (Cs), presentare il bilancio a novembre e approvarlo prima delle elezioni municipali e regionali previste per il prossimo maggio. La notizia e’ oggi in apertura di tutti i principali quotidiani spagnoli, alcuni dei quali si interrogano sull’effettiva legalita’ del cavillo. Lo scorso lunedi’, il premier Pedro Sanchez aveva insistito sulla necessita’ di presentare il bilancio entro la fine di novembre o l’inizio di dicembre per farlo approvare a febbraio o marzo. Il governo, aveva lasciato intendere, non puo’ accettare che l’intera legislatura sia attaccata a un filo nelle mani del Pp, da qui la scorciatoia. L’esecutivo Sanchez provera’ ora a modificare gli obiettivi di deficit e debito per il 2019 in modo allentare i limiti di spesa e avere piu’ spazio per convincere Unidos Podemos a sostenere la manovra finanziaria.
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Ferrari svela un “ambizioso” piano per garantire il futuro del marchio
19 set 10:51 – (Agenzia Nova) – Ferrari punta a raddoppiare i profitti, sviluppare la tecnologia ibrida ed espandere la sua gamma entro il 2022 con un “ambizioso” piano industriale finalizzato a garantire il futuro del marchio italiano delle auto sportive di lusso: lo scrive il quotidiano economico britannico “The Financial Times” in un articolo in cui il suo specialista dell’industria automobilistica, Peter Campbell, riporta il contenuto del piano presentato ieri martedi’ 18 settembre dal nuovo presidente della casa di Maranello, Louis Camilleri; si tratta, sotolinea il “Financial Times”, del primo piano industriale presentato da Ferrari dopo l’improvvisa morte lo scorso agosto di Sergio Marchionne, che avrebbe dovuto guidare la casa del Cavallino rampante fino al 2021. Secondo il piano dunque, Ferrari entro il 2022 presentera’ 15 nuovi modelli, il 60 per cento dei quali il 60 per cento dei quali sara’ dotato di tecnologia ibrida. Nell’orizzonte del 2022 il gruppo intende cosi’ aumentare a 5 miliardi di euro il giro di affari annuale dai 3,5 miliardi del 2017; portare i guadagni a 1,8-2 miliardi di euro dall’attuale un miliardo annuo; incrementare il margine di profitto dal 30,3 per cento ad “oltre il 38 per cento”; e far salire il cash flow da 0,33 a 1,1-1,25 miliardi di euro. “E’ un piano ambizioso ma fattibile”, ha dichiarato Camilleri, che nelle scorse settimane aveva provocato un calo del valoore delle azioni Ferrari quando aveva definito come una “semplice aspirazione” l’obbiettivo del gruppo di raggiungere entro il 2022 l’obbiettivo di raddoppiare i profitti. Secondo l’analista Max Warburton del gruppo Bernstein citato dal “Financial Times”, le previsioni di questi futuri obiettivi e guadagni sono realistiche e dimostrano “quanto i super-ricchi di tutto il mondo siano pronti a spendere i loro soldi per avere una Ferrari”. Per ottenere gli obbiettivi, il Cavallino rampante puntera’ infatti su modelli ancora piu’ costosi e lucrativi, oltre che ad incremetare le vendite dei suoi modelli “gran turismo” di oltre il 40 per cento. Maranello inoltre lancera’ anche il suo primo modello destinato a competere nel segmento degli Sport utility vehicle (SUV) di lusso. Camilleri ha ammesso che finora i vertici di Ferrari hanno “aborrito” la semplice possibilita’ di associare il nome del marchio al termine “SUV”; e che lui stesso era molto scettico all’idea di produrre un SUV. Dice pero’ si essersi convinto dopo aver visto i progetti del futuro SUV dal nome “Purosangue” che sara’ messo in produzione e che dara’ vita ad un’intera nuova linea di modelli. “Non somigliera’ a niente di quello che gli altri hanno fatto”, ha affermato Camilleri, “sara’ una cosa perfetta ed avra’ caratteristiche mai viste prima”: il “Purosangue sara’ messo in vendita al pubblico a partire appunto dal 2022.
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Francia, Benalla compare davanti alla commissione di inchiesta del Senato
19 set 10:51 – (Agenzia Nova) – Verra’ ascoltato oggi dalla commissione d’inchiesta del Senato francese Alexandre Benalla, l’ex collaboratore dell’Eliseo finito al centro di uno scandalo dopo essere stato riconosciuto mentre aggrediva due manifestanti a Parigi. Lo riferisce la stampa francese, ricordando che insieme a Benalla verra’ sentito Vincent Crase, caposquadra della gendarmeria che nelle immagini diffuse dai media francesi appare al fianco di Benalla nel momento dell’aggressione. Entrambi sono finiti sotto indagine dopo che il quotidiano francese “Le Monde” ha rivelato il caso un paio di mesi fa. L’affare ha acceso forti tensioni tra il Senato e il governo in merito al tema della separazione dei poteri. Molti membri della maggioranza hanno protestato contro il lavoro dei senatori. Inizialmente Benalla si e’ rifiutato di rispondere alla convocazione, per poi invertire la decisione
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Francia, le dimissioni del ministro dell’Interno rappresentano un duro colpo per l’Eliseo
19 set 10:51 – (Agenzia Nova) – Il governo francese corre ai ripari dopo che il ministro dell’Interno, Ge’rard Collomb, ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Lione alle elezioni municipali del 2020. Collomb ha assicurato che non presentera’ le dimissioni prima delle elezioni europee, previste a maggio del 2019. Per il quotidiano francese “Libe’ration”, l’annuncio delle dimissioni del ministro dell’Interno costituisce un “duro colpo” per il presidente Emmanuel Macron, arrivato proprio nel giorno in cui e’ stata svelata la riforma del settore sanitario ed e’ stata dispiegata per la prima volta la polizia di prossimita’. Il quotidiano francese “Les Echos” scrive che all’Eliseo il “disagio e’ palpabile”. Dal palazzo presidenziale fanno sapere che Macron “riorganizzera’ la squadra di governo quando lo riterra’ piu’ opportuno”. Il quotidiano francese “Le Figaro” afferma, infine, che Collomb aveva comunicato la sua decisione al presidente la scorsa settimana.
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Germania, accordo di coalizione sul futuro di Maassen
19 set 10:51 – (Agenzia Nova) – Il presidente dell’Ufficio per la protezione della Costituzione tedesca, Hans-Georg Maassen, dovra’ lasciare il suo incarico a seguito delle controverse dichiarazioni rilasciate al quotidiano “Bild” sulle rivolte xenofobe a Chemnitz. Lo ha annunciato il governo tedesco dopo una riunione tenutasi tra il cancelliere, la cristiano democratica Angela Merkel (Cdu), il ministro dell’Interno, il cristiano sociale Horst Seehofer (Csu) e il presidente dei socialdemocratici Andrea Nahles (Spd). Maassen e’ stato promosso a sottosegretario di Stato presso il ministero federale dell’Interno. Un compromesso era stato gia’ cercato tra i due leader dell’Unione (Cdu-Csu) in una riunione separata, tenuta ieri alle 15:00. Il ministro dell’Interno, lo scorso lunedi’ a Ratisbona, si era gia’ detto ottimista circa il raggiungimento di un accordo e si era opposto al licenziamento del capo dei servizi, che da lui dipende. Decisamente favorevole alla rimozione di Maassen s’era invece dichiarata la socialdemocratica Nahles, mettendo cosi’ in dubbio la prosecuzione della coalizione governativa. La soluzione trovata mette al sicuro il governo della Cancelliera Merkel da nuovi rischi per la sua maggioranza. Il nuovo sottosegretario guadagnera’ circa 3.000 euro in piu’.
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Ue, Draghi aspetta “passi significativi” verso l’unione bancaria
19 set 10:51 – (Agenzia Nova) – Il presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi prevede rapidi progressi nella costituzione di un’Unione bancaria europea. Durante una conferenza tenuta a Parigi nella giornata di ieri, 18 settembre, Draghi si e’ detto fiducioso che presto saranno compiuti “passi significativi” verso l’istituzione dell’Unione bancaria europea. La Bce e’ responsabile dall’autunno 2014 del controllo dell’Unione monetaria della Ue. Questo cosiddetto meccanismo di vigilanza unico europeo (Mvu) e’ indicato come il primo pilastro dell’Unione bancaria. Il secondo e’ il meccanismo unificato di risoluzione delle crisi bancarie (Srm). Draghi ha chiesto progressi nell’impostazione del fondo unico di risoluzione (Srf). Per il quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine Zeitung, verso l’istituzione dell’Unione bancaria europea sta spingendo anche il presidente della Banca centrale francese, Francois Villeroy de Galhau. I leader dell’Ue hanno concordato alla fine di giugno scorso che il fondo di salvataggio Mes sarebbe servito da sostegno per l’Srf in futuro. La copertura dovrebbe entrare in vigore se, in caso di gravi crisi bancarie, i fondi dell’Srf non fossero piu’ sufficienti. Allo stesso tempo il Mes, con sede in Lussemburgo, dovrebbe avere un ruolo maggiore nello sviluppo e nel monitoraggio dei programmi di aiuto. “E’ urgente farlo entro la fine dell’anno”, ha detto Villeroy de Galhau. L’assicurazione sui depositi deve essere oggetto di un “compromesso pragmatico”. Questo progetto e’ noto come Edis e, secondo Daniele Nouy della Bce, e’ il terzo pilastro di cui ha bisogno l’Europa. Critici al riguardo il governo tedesco e la Bundesbank. “Sono necessari ulteriori sforzi da parte delle banche, supervisori e regolatori per ridurre i rimanenti stock di sofferenze”, ha detto Draghi senza nominare l’Italia, il cui sistema bancario presenta gravi criticita’.
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