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Streaming pirata, il Tribunale di Frosinone annulla la multa ma resta il reato

Un sito pirata rimane sempre un sito pirata, anche se non si dimostra il fine di lucro, perché la violazione del copyright è strutturale. Ha fatto discutere il caso sollevato dal tribunale di Frosinone, ma nella maniera sbagliata: a guardar bene, le norme vigenti rimangono salve. Abbiamo intervistato su quanto accaduto il Segretario Generale FAPAV, Federico Bagnoli Rossi, per il quale non ci sono dubbi: “l’approccio “follow the money” è essenziale per una efficace azione di contrasto alla pirateria audiovisiva”.

 

Key4Biz. In questi giorni si è molto parlato della sentenza del Tribunale di Frosinone nei confronti dei portali connessi a filmakerz.org. Potrebbe raccontarci la vicenda?

Federico Bagnoli Rossi. La sentenza del Tribunale di Frosinone riguarda l’annullamento della sanzione amministrativa di 540mila euro irrogata dal Prefetto per violazione della norma dell’articolo 174-bis della Legge sul Diritto d’Autore nei confronti del gestore di alcuni portali che rendevano disponibili al pubblico contenuti protetti da copyright.

Key4Biz. Come mai questo annullamento?

Federico Bagnoli Rossi. La decisione è stata presa dal giudice sulla base del verbale di accertamento redatto dalla Guardia di Finanza e sulla successiva ingiunzione che il Prefetto aveva notificato al gestore dei siti web in questione principalmente per la mancata dimostrazione del fine di lucro dei portali connessi a filmakerz.org. Il Tribunale ha pertanto ritenuto inadeguato il quadro di informazioni fornito nella fase istruttoria soprattutto per quanto riguarda le evidenze relative al lucro generato dai portali. Pertanto, non essendo state fornite evidenze relative al fatto che i banner presenti sui portali generassero degli introiti economici per il gestore, il giudice ha annullato l’ordinanza facendo quindi venire meno la sanzione amministrativa irrogata. Ovviamente il giudice penale potrà eventualmente pronunciarsi differentemente dal giudice civile, qualora valutasse in maniera diversa le prove raccolte dalla Guardia di Finanza.

Key4biz. Ci sono state anche delle difficoltà tecniche che possono aver incontrato le Autorità competenti in fase anche di indagine?

Federico Bagnoli Rossi. Ritengo proprio di sì. Infatti, come spesso accade nei confronti di molti portali che vengono inibiti, il sito in questione era poi stato re-indirizzato su altri domini e tale circostanza potrebbe essere stata documentata con difficoltà dalle stesse Forze dell’Ordine. Infatti è molto semplice e veloce per i gestori dei portali pirata mutare i DNS dei loro siti, rendendo così nuovamente disponibile, dopo poco tempo dall’inibizione, il catalogo illecito presente sui loro portali e complicando così la raccolta delle evidenze.

Key4biz. Ma quindi la sentenza di Frosinone non sancisce la liceità dei siti che forniscono contenuti in streaming?

Federico Bagnoli Rossi. Assolutamente no. La sentenza in questione non ha apportato nessuna rivoluzione ma bensì ribadisce la necessità di dimostrare il fine di lucro dei siti pirata in ambito giudiziario. Quello che emerge, pertanto, è che i gestori dei portali pirata possono non avere conseguenze in sede civile qualora l’imputazione della violazione dei diritti d’autore per “scopo di lucro” sia priva dell’evidenza della sussistenza di tale dolo specifico. La sentenza precisa pertanto che per configurare una violazione del Diritto d’Autore, deve essere accertato il fine di lucro e il relativo guadagno.

Key4biz. Quindi sostanzialmente si riafferma la centralità del “follow the money” anche in sede investigativa?

Federico Bagnoli Rossi. Certamente, l’approccio “follow the money” è essenziale per una efficace azione di contrasto alla pirateria audiovisiva e la stessa collaborazione attiva degli intermediari del web è oramai divenuta imprescindibile. Proprio in considerazione anche delle complessità investigative che oggi possono riscontrare le Autorità competenti, è necessaria una maggiore cooperazione attiva da parte degli intermediari nella tutela dei contenuti culturali. Proprio nei giorni scorsi è stata approvata all’unanimità dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria la dettagliata relazione dell’Onorevole Baruffi dove, tra i vari aspetti esaminati, viene sottolineata l’importanza dell’approccio “follow the money” per il contrasto al finanziamento dei siti pirata derivante dagli introiti pubblicitari.

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