Circa un milione di cittadini britannici ha cancellato quest’anno almeno uno degli abbonamenti a servizi in streaming detenuti. Lo rende noto la società di ricerca londinese Kantar Worldpanel, dando così corpo ad un trend ben definito di disaffezione nei confronti dello streaming da quando il lockdown è terminato.
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Tagliato l’abbonamento streaming per pagare le bollette
L’ultimo report pubblicato mostra in maniera evidente come molti consumatori abbiano deciso di tagliare l’abbonamento, giudicato superfluo in tempi di vacche magre e aumento scriteriato delle bollette dell’energia.
Le famiglie alle prese con la quadratura dei conti di casa rinunciano più facilmente all’abbonamento allo streaming che ad altri beni di prima necessità.
E così fra gennaio e settembre del 2022 sono 937mila gli abbonamenti cancellati. Le aspettative non sono certo migliori, nel 2023 il trend si confermerà in modo anche più aggressivo con i cittadini britannici alle prese con le dure conseguenze della Brexit.
Nuovi titoli non sono bastati
Nonostante la pubblicità di massa abbia convinto il pubblico a mantenere i propri abbonamenti per guardare nuove serie “imperdibili” (e prodotte in modo estremamente costoso), come il prequel del Signore degli Anelli “The Rings of Power”” e la serie sulle origini de Il Trono di Spade “House of the Dragon”, l’esodo degli abbonati è proseguito senza sosta.
Sono 16 milioni le famiglie britanniche che attualmente pagano per almeno un abbonamento in streaming, a fronte di ben 5 milioni di famiglie che pagano per ben tre diversi servizi, vale a dire Netflix, Amazon Prime Video e Disney+.
Presi nel loro complesso, questi tre servizi streaming costano complessivamente
300 sterline all’anno che vanno ad aggiungersi alle 159 sterline che gli inglesi pagano per il canone al servizio pubblico televisivo della BBC.
Al momento, i player dello streaming fanno buon viso a cattivo gioco, affermando che il calo degli utenti è momentaneo. Ma probabilmente siamo arrivati al picco e anzi è cominciato già il declino. Un caso per tutti è Netflix, che sta lanciando il 3 novembre prossimo un livello “economico” per i suoi servizi che includerà pubblicità tra e durante gli spettacoli, qualcosa che in passato ha spergiurato che non avrebbe mai fatto. Una vera eresia per tutti quegli abbonati che pagano l’abbonamento a Netflix proprio perché non contiene le badilate di pubblicità che ci propina la tivù lineare.
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A sorpresa la riscossa di Netflix, conti meglio delle attese e i clienti tornano a crescere
Conti meglio delle attese e balzo degli abbonati. Dopo mesi di difficoltà, Netflix si prende la rivincita e viene premiata a Wall Street, dove ieri i titoli hanno guadagnato più del 10%.
Netflix archivia il terzo trimestre con ricavi in crescita del 5,9% a 7,93 miliardi di dollari (7,58 miliardi di franchi). L’utile scende invece del 3,5% a 1,4 miliardi. Cala anche al 19,3%, dal 23,5%, il margine operativo, in una flessione che Netflix attribuisce all’apprezzamento del dollaro nei confronti delle principali valute.
Risultati migliori delle attese che sono una boccata di ossigeno per la società dopo la fuga degli utenti negli ultimi mesi. Nel periodo luglio-settembre Netflix ha registrato 2,4 milioni di nuovi abbonati, ben oltre il milione che aveva inizialmente stimato, grazie all’ondata di nuovi programmi introdotti, da Stranger Things a Purple Hearts.
Clienti crescono, ma meno del solito
Nonostante il boom, il numero di nuovi abbonati è inferiore rispetto agli standard storici di Netflix che, nel terzo trimestre del 2021 aveva registrato 4,4 milioni di nuovi utenti e nei tre mesi successivi 8,3 milioni. Ma la società non è l’unica a faticare in un contesto sempre più competitivo e con i clienti che stringono la cinghia per far fronte alla corsa dell’inflazione.
Nella lettera agli azionisti allegata alla trimestrale, Netflix osserva come alcuni dei suoi rivali stiano aumentando i prezzi mentre altri stiano mettendo un freno alle spese per creare nuovi contenuti. “Anche se è ancora presto, iniziamo a vedere una crescente attenzione sui profitti. Secondo le nostre migliori stime, tutti i concorrenti stanno perdendo soldi sullo streaming”, afferma Netflix forte del suo essere in utile.
Secondo stime aziendali, i concorrenti registrano perdite operative combinate nel 2022 di ben oltre 10 miliardi di dollari, rispetto all’utile operativo annuale di Netflix da 5 a 6 miliardi.
Ripresa dopo il boom del lockdown
Il colosso è al lavoro per ritoccare la sua strategia con l’obiettivo di aumentare i ricavi e la sua base di utenti. Il primo passo è il lancio di un servizio di televisione in streaming con la pubblicità a un prezzo più contenuto di 6,99 dollari al mese. Una mossa che, secondo Netflix, contribuirà significativamente ai ricavi e all’utile, visto anche il forte interesse ricevuto dagli inserzionisti. L’altro passo essenziale è quello di lanciare un giro di vite sulle parole chiave per il servizio in modo da mettere fine alla condivisione e far sì che chiunque usa paghi.
Wall Street accoglie la riscossa di Netflix, uno dei titoli più cari agli investitori durante la pandemia, con soddisfazione. “Dal terzo trimestre quello che appare – affermano alcuni analisti – è che il peggio per Netflix è ormai passato”.