La trasformazione digitale ha portato con sé una crescita progressiva nell’utilizzo di soluzioni cloud computing. A livello globale, secondo dati IDC, il 37% delle aziende ha già adottato una strategia “cloud first”, rivolta al cloud pubblico e al lancio di servizi di nuova generazione.
“Se sommiamo a queste realtà anche quelle organizzazioni che hanno optato per un approccio più morbido, “cloud also”, raggiungiamo il 75% della totalità”, si legge in una nota IDC Italia.
Il cloud è la nuova normalità
La domanda da porsi, qui, non è perché migrare, ma perché non lo si è ancora fatto.
Le percentuali sopra citate sono cresciute velocemente negli ultimi anni, si legge nel documento: “perché l’industria cloud ha saputo progredire in qualità e quantità dei servizi offerti in maniera altrettanto rapida”. “Le imprese che hanno adottato un piano di servizi di cloud pubblico possono oggi beneficiare di soluzioni su misura in grado di soddisfare esigenze specifiche e contestualmente garantire il massimo livello di flessibilità, scalabilità e time-to-market; inoltre, grazie all’esperienza acquisita dall’industria e alla maggiore automazione garantita da tecnologie di intelligenza artificiale e machine learning – hanno spiegato i ricercatori IDC – la migrazione al cloud non è più un salto nel buio, ma un processo più prevedibile, governabile e con minori rischi. Il vero rischio è oggi semmai quello di vedere il proprio business contrarsi perché basato su infrastrutture obsolete, troppo rigide e lente”.
Il trend globale (2019-2022)
Secondo le stime elaborate dalla società specializzata in ricerche di mercato, la spesa mondiale in public cloud crescerà del 23,8% nel 2019, raggiungendo i 210 miliardi di dollari di valore. Nel 2022, questa spesa salirà a 370 miliardi, con un CAGR 2017-2022 pari al 22,5%.
Più della metà della spesa in cloud pubblico per l’anno in corso sarà appannaggio delle soluzioni software (SaaS); i servizi di Infrastructure-as-a-Service (IaaS) saranno la seconda voce di spesa, davanti al Platform-as-a-Service (PaaS). In termini di velocità di crescita, sarà invece lo IaaS a far segnare il CAGR 2017-2022 più alto nel periodo di osservazione: +33,7%. Al secondo posto il PaaS con un CAGR del 29,8%.
I vantaggi per le imprese
Secondo una survey condotta da IDC nel 2018, su 1.857 aziende in tutto il mondo, al primo posto tra i risultati conseguiti dalle imprese in avanzato livello di maturità nell’utilizzo del cloud non c’è la riduzione dei costi. Magari si può partire con questo obiettivo, all’inizio del percorso di migrazione, ma i benefici maggiori poi diventano altri: al primissimo posto, per il 70% circa degli intervistati, c’è la maggiore sicurezza IT; al secondo posto, per il 65%, la maggiore agilità di business; al terzo, per poco più del 60%, una semplificazione e standardizzazione delle infrastrutture IT e piattaforme applicative.