Previsioni

Strand Consult: ‘Trump non ucciderà la net neutrality. Cybersecurity e spettro le priorità’

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Le previsioni dell’analista John Strand sul futuro del mercato americano e globale delle Telecomunicazioni con il nuovo presidente Donald Trump.

Donald Trump e il suo ‘transition team’, descritti come lo spauracchio della net neutrality e della FCC (Federal Communication Commission), non ne faranno piazza pulita, come teme la maggior parte della stampa Usa. La pensa così John Strand, numero uno di Strand Consult, secondo cui al di là della net neutrality “ci sono temi” che riguardano le policy globali mercato delle Tlc americane (e mondiali) “più importanti come lo spettro radio, la cybersecurity e miliardi di sussidi in gioco”.

E’ pur vero che la nomina di Ajit Pai alla presidenza della FCC rappresenta una svolta per la FCC rispetto alla precedente amministrazione Obama, allo stesso modo dell’altra nomina pesante per il mercato digitale, quella di Maureen Ohlhausen, alla presidenza dell’altra agenzia governativa indipendente, la Federal Trade Commission (FTC). “Ma il vero bosso di queste agenzie governative è il Congresso, che scrive gli statuti e fissa i budget”, dice Strand.

In tutto questo, il “transition team” presidenziale resta in carica 70 giorni e ha il compito appunto di permettere una transizione la più morbida possibile da un’amministrazione all’all’atra, per consentire al nuovo presidente di rendersi conto della reale situazione in cui dovrà operare.

Come prevedere il futuro regolatorio degli Usa

 

Secondo Strand Consult, per tentare di prevedere il futuro delle telecom piuttosto che estrapolare le opinioni personali dei membri del transition team è più utile leggere la piattaforma programmatica del partito Repubblicano, che è stata scritta molto prima dell’elezione presidenziale del novembre 2016. Senza dubbio il Grand Old Party sta vivendo una rinascita trainata da Trump ma anche dalla maggioranza al Congresso, con 33 governatori repubblicani su 50 Stati.

Nel programma del partito “le telecomunicazioni sono una sottocategoria della voce tecnologie, una grande sotto sezione” ma pur sempre una sotto sezione. “Ciò significa che i Repubblicani vedono un ruolo limitato nella sfera (di mercato ndr) e probabilmente preferiranno adottate un approccio basato sul mercato”, scrive Strand.

I driver principali per lo sviluppo della tecnologia, secondo i repubblicani, sono tasse, investimenti e innovazione, con un clima di business che premi il rischio. Privacy al centro dell’innovazione come la proprietà intellettuale.

I Repubblicani “vogliono semplificare l’accesso allo spettro radio per lo sviluppo della banda ultraveloce di nuova generazione per una concorrenza su Internet e per i suoi servizi”, aggiunge l‘analisi. Sono favorevoli alla sharing ecnomy, alle piattaforme on demand, all’Internet of Things.

Digital Divide priorità della FCC

Critiche all’amministrazione Obama riguardano la mancata copertura capillare della banda larga, servizio universale per il quale si stanziano miliardi in fondi pubblici lasciando però scoperte troppe aree soprattutto quelle periferiche.

Quasi 10 milioni di americani hanno rinunciato alla banda larga fissa negli ultimi due anni, sostiene il programma dei Repubblicani, con diversi milioni di cittadini che nemmeno sono stati connessi.

Ed è su questo, sul problema del digital divide, che si è espresso Ajit Pai nel suo primo discorso di insediamento alla presidenza della FCC: “Una delle nostre priorità è quella di eliminare il digital divide e fare il necessario perché i privati realizzino le reti fisse e mobili per connettere tutti gli americani”.

I Repubblicani sono invece contrari all’Open Internet Act del 2015, che definisce Internet un bene universale, perché gli Usa hanno rinunciato al controllo della rete rinunciando alla gestione dei domini e degli indirizzi web. Il rischio è la cessione della Rete ai competitor di sempre: Russia, Cina, Iran e altri.

Ma mentre Obama aveva fatto della net neutrality una battaglia personale, Trump non parla molto né di media né di telecomunicazioni. In compenso usa molto Twitter, quindi si può presumere che sarà un presidente favorevole alla libertà di stampa.

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