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#Storie. Quattro settimane a Natale: I capitolo – L’albero

di Fabienne Pallamidessi |

Anche quest’anno non ne faremo a meno. Pare che quest’anno sia di tendenza il ‘rosa e argento’ o il ‘blu e oro’.

‘Austerity’ o no, è ufficialmente iniziata la grande corsa verso il Natale e se alcuni tra di voi sceglieranno di prendere un biglietto d’aereo per evitarla, la grande maggioranza sta già pensando con ansia al menu, ai regali e a lui: l’albero di Natale!

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Riaccese poi subito sfumate le discussioni su ‘vero o finto’, mignon o gigantesco, tradizionale o glamour, anche quest’anno non ne faremo a meno. Sì, sì, anche coloro che storcono il naso, sbuffano e sospirano: ‘che noia’…

La tradizione dell’albero di Natale come lo conosciamo nasce in Alsazia nel 1521. All’epoca era il simbolo dell’albero del Paradiso ed era decorato di mele rosse, rose di carta, dolcetti e fili d’oro e d’argento. Nel 1785 si aggiungono delle candele da accendere durante il cenone della Vigilia e nel 1850 appaiono le prime palle di vetro che sostituiranno le mele rosse.

In Italia, fu la Regina Margherita la prima a farne allestire uno in un salone del Viminale nella seconda metà dell’Ottocento. E mentre sul web si moltiplicano i consigli e i tutorial su come farlo ‘diverso’, pare sia di tendenza il ‘rosa e argento’ o il ‘blu e oro’, l’albero di Natale preferito dei bambini rimane quello più classico: così mi ha confidato Simone che già teme ‘quello che la mamma s’inventerà quest’anno’….

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