Quando quasi per caso Internet ci apre un mondo nuovo, è ancora e sempre magia. Davanti lo schermo del computer i nostri occhi s’ingrandiscono e viviamo un attimo di pura meraviglia, di piacere, di leggerezza.
Ieri grazie a Giovanna ho scoperto il funambolo Philippe Petit: l’uomo che ha camminato nel cielo dei monumenti del mondo: Notre-Dame di Parigi, uno degli immensi ponti di Sydney, il World Trade Center, la torre Eiffel e le gole del fiume Little Colorado nel Gran Canyon.
#Storie è una rubrica curata da Fabienne Pallamidessi e dedicata all’“Internet della gente”.
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Che cosa lo spinge a camminare su un filo in mezzo alle nuvole? Sogno, ribellione e la convinzione che la sua sia un’arte che in quanto tale:
- mira all’impossibile,
- rispetta solo le proprie leggi,
- ne dipende la vita dell’artista,
- non ha bisogno di perché.
perché l’arte è equilibrio, collegamento, vertigine e stupore.
… è così abbandoniamo per un attimo la terra… Le nostre menti arroccate nel territorio del possibile e del necessario s’innalzano e guardiamo lassù dove da solo sul filo, il funambolo porta con sé il nostro ineffabile desiderio di libertà.
“Per me è davvero molto semplice: la vita deve essere vissuta all’estremo, sempre sul filo. Bisogna esercitarsi alla ribellione, rifiutare di adeguarsi alle regole, rifiutare il proprio successo, rifiutare di ripetersi, e vedere ogni giorno, ogni anno, ogni idea, come una nuova sfida. Solo così si vivrà sempre su una corda tesa”. Philippe Petit