Dopo quattro giorni – compreso il weekend – passati in casa fulminato a letto da un mal di testa da svenire, un mal d’ossa da piangere, un mal di stomaco infernale, la febbre a 38,9° fissa per 48 ore, ancora un po’ debole, ancora travolto da un raffreddore pazzesco ma spinto dal sacrosanto senso del dovere quasi da meritare di essere chiamato “samurai”… uno decide di affrontare la vita lo stesso, di prendere treno, metro, tram, autobus, auto o addirittura l’aereo… – la bici, no, non esageriamo – per andare in ufficio malgré tout, certo dopo aver ingoiato due aspirine, trangugiato una maxispremuta d’arancia e un bella tazza di latte con il miele caldissimo – senza pensare che potrebbe non digerire quella miscela esplosiva…
#Storie è una rubrica curata da Fabienne Pallamidessi e dedicata all’“Internet della gente”.
Inviateci i link dei siti sui quali vorreste si sviluppasse una storia all’indirizzo storie@key4biz.it e Fabienne Pallamidessi la costruirà per voi.
La rubrica è anche su Facebook (Internet della gente) e Twitter (@InternetStorie).
Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.
… per sentirsi dire COSA appena mette piede in ufficio imbaccucato fino all’impossibile con tanto di sciarpona, guanti, berretto di lana e scarponcini imbottiti … con gli occhietti ancora rossi e il naso decisamente gocciolante? COSAAAAAAAAAAAA? Prima che abbia aperto bocca… COOOOOOOOOOSA dal portiere, alla segretaria, al barista, al preside, al… insomma da CHIUNQUE!!!!
Ma certo, la frasetta magica, la frase di cui sentiva il bisogno per sentirsi meglio, per sentirsi “rassicurato” e soddisfatto e felice tutto sommato di aver fatto lo sforzo di aver affrontato il freddo dell’inverno per raggiungere la SQUADRA perché LUI è uno di loro… Sì, vabbé… ma tu non sai come sono stato io !…
Chi non l’abbia mai sentita o…. mai detta alzi la mano!