Il 5G è considerato un driver centrale per lo sviluppo delle catene del valore e i mercati nell’offerta di servizi avanzati e nell’accelerazione della trasformazione ma per avverarsi quanto auspicato e previsto dagli esperti ci devono credere le imprese per prime, ha detto Sergio Palazzo dall’università di Catania introducendo il panel “Storie italiane: industry” al 5G Italy 2019 di Roma, promosso dal CNIT e organizzato da Supercom.
Il rischio principale, ha spiegato l’AD di Tiesse, Fabrizia Montefiori, “È farsi trovare impreparati“.
“Impreparati senza le giuste competenze soprattutto, perché la sfida è globale” ha ricordato l’AD, e le imprese italiane per non farsi trovare impreparate devono continuare a presidiare le tecnologie.
Tiesse, ad esempio, ha da poco iniziato a vendere i propri apparati anche sul mercato americano. Tra questi ci sono router e dispositivi M2M professional, con connettività tradizionale wired (ADSL, ISDN, V35, G.703, HDSL, G.SHDSL, VDSL2) e mobile (GPRS, EDGE, UMTS, HSDPA, HSUPA, LTE), particolarmente adatti ad applicazioni business e mission critical per il corporate networking.
Sulle competenze un altro problema sta ad esempio nella mancanza di giovani laureati, motivo per cui molte imprese cercano di lavorare direttamente con le università. Risorse fo fondamentali su cui investe JMA Teko.
“Il 5g porta innovazione e crescita perché è un sistema che rompe gli schemi e trasforma i modelli di business abilitandone di nuovi”, Ha affermato Luca D’Antonio, Strategy and Innovation Director, JMA Wireless – Teko.
JMA Teko è l’Azienda italiana del gruppo JMA Wireless, società statunitense. La sede italiana ha sviluppato la componente di banda base, basata sulla piattaforma XRAN, la piattaforma BBU 100% software, unica al mondo ad avere realizzato lo stack 4G interamente software su server commerciali, e attualmente in esercizio in reti live. La soluzione 5G di JMA Wireless è basata sulla componente radio IOTA, progettata specificatamente per servizi di connettività indoor, in modo da rispondere agli stringenti requisiti di qualità, pervasività e affidabilità che caratterizzeranno gli scenari di deployment in-building del 5G, quali ad esempio quelli relativi alle factory 4.0.
Sulle applicazioni concrete del 5G Erina Ferro del CNR ha raccontato la sperimentazione a Matera con i droni. In particolare, Ferro ha illustrato la demo sulla rilevazione del jammer -dispositivi elettronici in grado di disturbare le frequenze nelle trasmissioni – con le riprese streaming video in realtà immersiva della città usando il drone in dotazione al CNR e il riconoscimento di persone e oggetti. Quest’ultima attività costituisce una novità scientifica, dato che normalmente il riconoscimento di persone e oggetti viene fatto con camere fisse a terra, e può rivelarsi un potente mezzo in mano alle forze dell’ordine per la sicurezza dei cittadini.
l drone ha volato a 40m di altezza, mai sulle persone e in condizioni atmosferiche con forte vento. I risultati ottenuti sul riconoscimento facciale sono pertanto eccezionali, date le condizioni in cui i dati sono stati reperiti. Il prossimo passo sarà l’utilizzo di questa tecnologia all’interno degli stadi di calcio per testare i sistemi di riconoscimento di persone e oggetti in situazioni pubbliche.