Dopo la violenza di gruppo a Palermo e a Caivano, in provincia di Napoli, dove abbiamo sentito l’appello di don Patriciello “Oscurare i siti porno ai minori”, sostenuto anche dalla ministra della Famiglia Eugenia Roccella e anche da Rocco Siffredi, il Governo è a lavoro sull’introduzione di una norma per stoppare i contenuti violenti e pornografici sugli smartphone dei minori.
La senatrice FdI Mennuni: “Il ddl è in fase di elaborazione“
“Il disegno di legge è in fase di elaborazione”, ci ha detto oggi la senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni, membro della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, che, all’agenzia Adnkronos, giorni fa aveva annunciato la misura: “Sto studiando un provvedimento sul controllo dei programmi e, in generale, dei contenuti che inneggiano alla violenza e che non devono essere resi accessibili. Un ddl pensato per la tutela del minore”.
In attesa del testo, ricordiamo che la misura esiste già. È la legge 30 aprile 2020, n. 28 in materia di “sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio” e prevede, nei contratti per i semplici consumatori, l’implementazione di sistemi di parental control da parte degli operatori sia sugli smartphone sia sui siti web Sono esclusi dall’ambito di applicazione i contratti rivolti ad una clientela di tipo business.
E l’operatività del sistema di controllo parentale scatterà da metà novembre, come prescritto dalla delibera Agcom, del 25 gennaio 2023 con le linee guide per gli operatori.
Sandra Cioffi, Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti (CNU): “Le linee guida Agcom grande passo avanti per impedire un facile accesso alla pornografia sul web da parte dei minori“
“Le linee guida Agcom”, ha commentato a Key4biz, Sandra Cioffi, Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti (CNU), “sono un grande passo avanti per impedire un facile accesso alla pornografia sul web da parte dei minori. Infatti viene esteso alle piattaforme l’obbligo di l’adozione di disposizioni cogenti come il parental control. Sono state, fortemente, sollecitate dal Consiglio Nazionale degli Utenti, che ha dato anche il suo parere nell’ambito della consultazione pubblica: le linee guida sono un risultato concreto dell’attenzione e dell’impegno del CNU verso gli utenti minorenni, che ritiene quanto mai necessario affrontare tale problema da più angolazioni e nell’ambito delle competenze istituzionali di ciascuno”.
Parental control obbligatorio su smartphone e siti web per i minori, come funzionerà. Le 10 cose da fare
- I fornitori di servizi di accesso ad Internet (ISP), qualsiasi sia la tecnologia utilizzata per l’erogazione del servizio, devono mettere a disposizione dei consumatori sistemi di parental control ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco di contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni 18. Gli operatori devono comunicare all’Autorità le categorie utilizzate per i sistemi di Parental control e i soggetti terzi a cui è affidata la definizione e aggiornamento delle liste di nomi a dominio e siti oggetto di blocco. Nei casi in cui non sia possibile, sia per ragioni tecniche sia per quantità di contenuti, effettuare un filtro a livello di singolo contenuto, il filtro si applica all’intero sito web (ossia dominio/sottodominio web) o applicazione, seguendo generalmente il criterio più restrittivo sulla base dei contenuti presenti. Per i siti web e le applicazioni che prevedono un meccanismo di registrazione con verifica dell’età dell’utente e conseguente filtro dei contenuti accessibili, si applica la restrizione corrispondente all’età minima richiesta per l’accesso.
- I parental control sono inclusi e attivati nelle offerte dedicate ai minori. Sulle altre offerte i SCP devono essere resi disponibili come attivabili da parte del titolare del contratto. I soggetti che possono eseguire le operazioni di disattivazione, riattivazione e configurazione sono i maggiorenni, titolari del contratto, e coloro che esercitano la potestà genitoriale sul minore.
- Gli ISP offrono gratuitamente i parental control ai consumatori e non impongono costi correlati all’attivazione, alla disattivazione, alla configurazione o al funzionamento degli stessi. La fornitura dei parental control non può essere vincolata alla sottoscrizione di qualsiasi servizio accessorio a pagamento.
- Gli ISP pubblicano sui propri siti web guide chiare ed esaustive per l’utilizzo dei parental control ed offrono assistenza gratuita per l’attivazione, la disattivazione e la configurazione dei SCP attraverso call center con operatore umano ove selezionato dal consumatore secondo la vigente regolamentazione.
- I parental control prevedono, come funzionalità minima, almeno il blocco dei domini e siti ospitanti contenuti oggetto di filtro.
- Gli operatori possono completare le funzionalità dei parental control mediante l’implementazione della configurabilità degli stessi per fasce orarie e di memorizzazione dei siti visitati.
- I parental control realizzano le funzionalità necessarie per le finalità dei servizi in argomento, in conformità con il Regolamento UE n. 2015/2120 in materia di Open Internet.
- Le operazioni di attivazione, disattivazione e configurazione dei parental control devono essere realizzabili in modo semplice e intuitivo.
- I contenuti oggetto di filtro dei parental control sono configurabili dal titolare del contratto, con la possibilità di personalizzare almeno le categorie di contenuti oggetto di filtro. Gli operatori possono completare le funzionalità dei parental control mediante l’implementazione della configurabilità delle categorie di contenuti oggetto di filtro.
- Gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche assicurano adeguate forme di pubblicità dei parental control preattivati, in modo da assicurare che i consumatori possano compiere scelte informate. In particolare, i parental control dovranno essere pubblicizzati sui siti web degli ISP, nelle carte dei servizi e con campagne di comunicazione mirate.
In caso di segnalazioni di inadeguatezza delle soluzioni messe in campo, l’Autorità – come disposto dalla normativa in materia – potrà intervenire con misure ad hoc. Gli operatori devono comunicare all’Autorità le soluzioni tecniche implementate, oltre alle categorie da bloccare, ai fini delle attività di vigilanza di competenza.