Stop auto a benzina e diesel dal 2035, il voto Ue slitta al 3 marzo
Il voto previsto per oggi sullo stop alla vendita in Europa di nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2035 è slittato di qualche giorno. È quanto stabilito dalla presidenza svedese del semestre dell’Unione europea.
Doveva avvenire oggi il dibattito e quindi il voto sul provvedimento, si legge in un articolo pubblicato su Energia Italia News, ma alla fine sarà tutto posticipato a venerdì prossimo 3 marzo in occasione della riunione dei Rappresentanti Permanenti aggiunti (Coreper I, che raggruppa i rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Ue, coloro che preparano le decisioni del Consiglio).
La decisione è stata presa dopo la forte opposizione del Governo italiano e i dubbi della Germania. Dopo i no preliminari di Polonia e Bulgaria alla Coreper I di novembre 2022, la proposta di regolamento sui motori endotermici potrebbe trovare nuovi ostacoli sia a Roma, sia a Berlino, da dove parte la richiesta di mettere in campo nuove misure per i carburanti sintetici o eFuel.
La ratifica formale e finale del testo fino ad oggi era fissata sul calendario al 7 marzo prossimo, durante il Consiglio dell’Unione. Ma ora si dovrà trovare un nuovo equilibrio per non far saltare del tutto il tavolo del confronto.
Roma dice no alla proposta UE
Oggi alla riunione degli ambasciatori dei Paesi dell’Ue, l’Italia ha deciso di avanzare una posizione contraria alla proposta di Regolamento europeo che prevede il bando alla produzione e vendita di auto e van con motori endotermici dal 2035 (quindi principalmente a benzina e diesel).
Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica guidato da Gilberto Pichetto Fratin, pur condividendo gli obiettivi di decarbonizzazione, si legge in un comunicato ufficiale, sostiene infatti che i target ambientali vadano perseguiti attraverso “una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa, pianificata e guidata con grande attenzione, per evitare ripercussioni negative per il Paese sia sotto l’aspetto occupazionale che produttivo”.
Nel documento del Mase si legge ancora: “L’Italia ritiene inoltre che la scelta dell’elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unica via per arrivare a zero emissioni. Il successo delle auto elettriche dipenderà molto da come diventeranno accessibili a prezzi concorrenziali. Una razionale scelta di neutralità tecnologica a fronte di obiettivi ambientali condivisi deve consentire agli Stati membri di avvalersi di tutte le soluzioni per decarbonizzare il settore dei trasporti, tenendo conto delle diverse realtà nazionali e con una più graduale pianificazione dei tempi”.
Pichetto Fratin ha poi dichiarato che “L’utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini”. Quasi un assist per Berlino, o una condivisione di strategia.
Berlino chiede anche un regolamento per gli eFuel
Nelle scorse ora, secondo quanto riportato dall’Ansa, il ministro dei Trasporti tedesco Volker Wisssing ha minacciato il no tedesco sullo stop ai motori a combustione nel 2035.
La richiesta diretta alla Commissione è un regolamento sugli e-fuels.
L’uso dei carburanti sintetici per le auto deve essere possibile, ha detto l’esponente liberale del governo di Olaf Scholz alla Bild: “Alla luce dell’enorme flotta di veicoli già esistenti che abbiamo soltanto in Germania, per l’Fdp ci può essere solo un compromesso sui limiti del parco auto, se anche il ricorso agli e-fuels è possibile“.
Gentiloni, attenti alle spinte antieuropee
Posizioni che potrebbero offrire una nuova sponda di pressione ed intervento ai nazionalismi europei, secondo quanto affermato dal Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.
Stando a quanto riportato da Teleborsa, in occasione della presentazione di un libro negli uffici della Regione Toscana a Bruxelles, Gentiloni avrebbe aggiunto: “Da dove può venire una rivincita dei nazionalismi in Europa, dopo la grande stagione europeista del Piano di Recovery “NextGenerationEU” e del programma Sure per finanziare i sistemi di cassa integrazione, basati sull’emissione di debito comune? Il pretesto può venire in questo o quel paese dalle grandi ambizioni del Green Deal europeo per la transizione climatica ed ecologica, che ha rappresentato un avanzamento dell’Ue e un arretramento dei nazionalismi”.
Di fatto, dal superbonus allo stop ai motori a benzina e diesel dal 2035, sono diverse le materie critiche su cui si può innescare una spinta antieuropea.