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Stop alle false recensioni online nel turismo e nella ristorazione. L’Agcom definirà codici di condotta per le piattaforme web

Il Consiglio dei Ministri approva il primo ddl sulle Pmi. Tra le misura chiave il giro di vite sulle false recensioni

Un ristorante mediocre riceve recensioni a cinque stelle da utenti falsi, che elogiano piatti inesistenti o un servizio impeccabile che non corrisponde alla realtà. Un hotel di lusso viene bersagliato da recensioni negative, spesso contenenti linguaggio offensivo e accuse infondate, con lo scopo di danneggiare la sua reputazione e attirare clienti verso un concorrente.

Oppure, ancora, un cliente insoddisfatto lascia una recensione estremamente negativa e ingiusta, esagerando i difetti del servizio o del prodotto, spesso motivato da una personale vendetta. Le false recensioni possono danneggiare gravemente la reputazione di un’azienda, mettendo in dubbio la qualità dei suoi servizi e prodotti, generando e alimentando concorrenza sleale e attività al limite della legalità, che spesso sfociano in vere e proprie frodi, con danni non solo alle imprese, ma anche ai consumatori.

Fermare in maniera decisa il fenomeno delle false recensioni online nel mercato della ristorazione e del turismo, per garantire una concorrenza leale ed equa, è una delle misure contenute nel primo disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese, approvato in Consiglio dei ministri, per rafforzare le micro, piccole e medie imprese italiane, incentivando l’aggregazione, l’innovazione del sistema produttivo e l’accesso al credito.

I punti chiave del regolamento

Il nuovo regolamento si pone l’obiettivo di contrastare il diffuso fenomeno di lasciare commenti falsi sui siti di realtà imprenditoriali come hotel, strutture termali, ristoranti e attrazioni turistiche, soprattutto per evitare i danni dovuti a concorrenza sleale, pubblicità occulta e frodi.

Il ddl interviene prevedendo l’obbligo di verificare l’attendibilità della recensione, assicurandosi che questa sia realmente scritta da un consumatore che abbia effettivamente usufruito del servizio o acquistato il prodotto recensito.

Sempre più spesso, infatti, sono dei bot gli autori delle recensioni. L’intelligenza artificiale ha reso possibile la creazione di testi sempre più sofisticati e difficili da distinguere da quelli scritti da un essere umano. Questo ha aperto le porte a una nuova generazione di software in grado di generare recensioni false in modo massiccio e automatizzato.

La disposizione definisce, inoltre, chiaramente che il consumatore potrà rilasciare una recensione motivata entro 15 giorni dalla data di utilizzo del servizio.

L’impresa interessata potrà richiederne la cancellazione nel caso in cui il giudizio risulti falso o ingannevole, o qualora il commento non dovesse più essere attuale trascorsi i due anni dalla sua pubblicazione o in ragione dell’adozione di misure idonee a superare le criticità che avevano dato origine al giudizio espresso.

Vietato l’acquisto e la vendita di recensioni, anche tra imprenditori e intermediari, così come l’attribuzione di recensioni a prodotti o servizi diversi da quelli effettivamente valutati, e la promozione o il condizionamento delle recensioni tramite incentivi.

Il ruolo di Agcom e Agcm

All’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) spetterà il compito di definire i codici di condotta per i gestori delle piattaforme online e i soggetti attivi nella diffusione di recensioni, per garantire l’identità dei recensori, l’autenticità delle recensioni, la trasparenza e l’imparzialità nella gestione e dettagli utili per il contraddittorio.

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) vigilerà invece sul rispetto di queste norme e potrà sanzionare le violazioni. Le nuove disposizioni non si applicano alle recensioni già pubblicate prima dell’entrata in vigore della legge.

Urso: “Valorizzato il ruolo delle Pmi, cuore dell’economia nazionale”. Santanchè: “Le vere recensioni fondamentali per il lavoro delle imprese

Il ministro delle Imprese del made in Italy, Adolfo Urso, considera un successo il ddl: “Una svolta per la politica industriale del nostro Paese, che valorizza il ruolo delle piccole e medie imprese, cuore pulsante dell’economia nazionale e dell’identità produttiva del Made in Italy, attraverso un sistema normativo mirato all’innovazione, alla competitività e alla crescita. impegno disatteso da tutti i governi che ci hanno preceduto e che noi intendiamo rispettare puntualmente ogni anno, come stiamo facendo per la legge annuale sulla concorrenza, secondo una chiara visione strategica”..

Contenta anche la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, soprattutto per la misura contro le false recensioni online: “Le recensioni, che grazie a questo intervento normativo saranno effettivamente veritiere, sono fondamentali per il successo delle aziende e per la fiducia di consumatori e turisti, e quindi per la credibilità del Sistema Italia. Una misura con cui andiamo a proteggere il lavoro e l’impegno degli imprenditori che credono nel turismo come imprescindibile motore di sviluppo per la nostra nazione“.

L’argomento, è sottolineato dal ministero del Turismo, è affrontato nel capo IV del ddl sulle Pmi che si concentra sulla regolamentazione di queste recensioni online stabilendo che solo i consumatori che dimostrano la propria identità e l’effettivo utilizzo di un servizio o prodotto potranno rilasciare una recensione.

Basta a false recensioni e commenti volutamente distorti per danneggiare ristoranti, alberghi, prodotti e molto altro. Tempi duri per i ‘recensionisti di mestiere’!”, ha scritto in un post social il commissario Agcom, Massimiliano Capitanio.

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Le posizioni delle associazioni di settore

Secondo Assoutenti, “qualsiasi misura che garantisca maggiore trasparenza ai consumatori nella scelta di prodotti e servizi è ben accolta. Allo stesso modo, però, è necessario regolamentare in modo più efficace l’ambito dei social network, dove una miriade di influencer e micro-influencer recensiscono ogni giorno ristoranti, locali, spa e strutture ricettive attraverso contenuti che sembrano opinioni personali e disinteressate, ma che in realtà sono frutto di accordi commerciali o concessioni di regalie non sempre comunicati in modo chiaro al pubblico“.

Confesercenti invece ha affermato: “Ci attendevamo tanto, ci troviamo con pochissimo. Annunciata come un atto rivoluzionario, la prima legge delle Pmi appare deludente, e certamente insufficiente a valorizzare efficacemente il sistema delle micro, piccole e medie imprese italiane. Dopo 14 anni, la legge annuale era stata inizialmente prevista nel 2011 dallo Statuto delle Imprese, era lecito attendersi di più”.

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