Una relazione molto stretta tra risorse e obiettivi sarà alla base della nuova concessione Rai. Lo ha assicurato Il Sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni Antonello Giacomelli stamattina alla Camera dove sono stati presentati i risultati della consultazione CambieRai, terminata il 30 giugno scorso.
“La nuova concessione a Rai non sarà ripetitiva e banale. Sulla base di queste indicazioni predisporremo il testo della nuova concessione a Rai che sarà molto più forte rispetto a un generico indirizzo, con una relazione diretta tra le risorse e gli obiettivi che la comunità nazionale affida al servizio pubblico e che guarda a una sua trasformazione profonda”, ha detto Giacomelli.
La presentazione dei dati della consultazione arriva mentre è ancora calda la polemica sull’operazione trasparenza avviata dai vertici Rai e restano le difficoltà sul canone in bolletta.
La nuova Rai per Giacomelli deve strizzare l’occhio all’estero. Avere quindi una dimensione più internazionale, “non solo attraverso un canale in lingua inglese che promuova lo stile, la cultura e l’identità italiani, ma anche con produzioni di fiction, cartoon, documentari e format”.
Tra gli obiettivi di questa Rai ‘cambiata’, la svolta digitale, la nascita di startup dell’audiovisivo, l’offerta di contenuti per tutte le piattaforme.
Alla consultazione online, composta da 36 domande:
- Hanno partecipato 11.188 persone
- 156 hanno completato e inviato il questionario
- “Alla online survey della Bbc di 19 domande hanno partecipato 7600 persone
- Per i rispondenti il servizio pubblico appare distante dai principi di innovazione, indipendenza e trasparenza
- Tv e radio sono i più utilizzati
- Le fasce più giovani usano di più smartphone, tablet e pc
- Per il 50% dei rispondenti, se la riforma del canone garantisse stabilmente nel tempo più risorse economiche, queste dovrebbero essere usare per ampliare e migliorare l’offerta di contenuti
Alla presentazione ha partecipato anche Giorgio Alleva, presidente di Istat, che ha curato la consultazione insieme con il Mise, secondo il quale “i risultati della consultazione riflettono l’opinione di quella parte dei cittadini che volontariamente ha scelto di partecipare e più interessata ai fenomeni di cui si discute e allo steso tempo consentono di individuare tutte le caratteristiche di questa popolazione”.
Anche key4biz si è attivata per il rinnovo della convenzione e ha lanciato uno speciale ‘La Rai che vorrei’ al quale hanno contribuito, con i loro articoli, esperti, osservatori, giornalisti e semplici telespettatori per indicare quali sono i cambiamenti necessari per ammodernare la Tv pubblica. Tutti i contributi sono stati raccolti in un eBook.
I tetti pubblicitari non sono un tabù
Durante la presentazione dei risultati della consultazione, Giacomelli è intervenuto anche su alcune questioni sollevate negli ultimi giorni.
A fronte “di un significativo aumento del gettito del canone, perché non ragionare sulla possibilità di liberarsi di una parte della pubblicità? Non è un tema tabù”, ha detto il Sottosegretario.
Il tema delle risorse, ha continuato il sottosegretario, “è un tema generale che dobbiamo porci. Un tema che riguarda anche la garanzia del pluralismo“.
Giacomelli ha poi sottolineato: “Con il Sottosegretario Lotti intendiamo convocare un tavolo con tutti gli attori per provare a dare una risposta complessiva e integrata in termini di sistema che salvaguardi ciò che è necessario al servizio pubblico e che sia in grado di dare una risposta equilibrata”.
Tetto agli stipendi Rai
Giacomelli ha parlato anche della recente polemica riguardante gli stipendi Rai e l’opportunità di introdurre dei tetti.
“Se il Parlamento – ha indicato – ritiene che vi sia la necessità di correggere la norma generale sulle società partecipate, è sufficiente una piccola modifica al testo. Da parte mia non c’è nessuna contrarietà a questa idea. Penso che le forze politiche, a cominciare dal Pd, nelle prossime ore faranno conoscere la loro opinione e penso anche che la Presidenza del Consiglio valuterà l’opportunità di intervenire o meno su questo tema con la Legge di Stabilità. Ma una cosa è certa: ognuno deve assumersi le proprie responsabilità“.
La responsabilità “della politica – ha aggiunto – è di creare le condizioni e di dare indirizzi. E’ ciò che abbiamo fatto e continuiamo a fare sulle risorse, sulla governance e sulla trasparenza. Poi c’è il Cda dell’azienda che ha altre responsabilità. Vorrei però evitare che ogni atto di gestione diventi un atto su cui interviene nuovamente la politica”.
“Se il governo ritiene che in questa situazione sia preferibile introdurre il limite precedente ci sono gli strumenti per farlo“, ha proseguito Giacomelli, sottolineando la necessità di non perdere “il valore di una Rai con una dimensione aziendale”.
Fase complicata per il canone
Fase complicata anche per il canone Rai in bolletta. A dirlo è il presidente di Assolettrica, Simone Mori, a margine di un’audizione alla commissione Industria del Senato.
Mori ha indicato che tra il canone e la decisione del Tar della Lombardia che ha sospeso gli aumenti tariffari di luglio, per le bollette elettriche “siamo in una fase un po’ complicata“.
Per quanto riguarda la sospensiva del Tar, ha sottolineato Mori, “la difficoltà è di capire quale tariffa applicare, perché la precedente in sostanza non esiste più, anche se da quello che so alcuni associati stanno seguendo questa strada”.
A proposito del canone Rai e dei disguidi segnalati da alcune associazioni dei consumatori, Mori ha ricordato che in questo caso “le aziende sono mere esecutrici”.
Intanto l’Unione nazionale consumatori ha rilanciato l’allarme: arrivate le bollette pazze sul canone Rai, consumatori che hanno regolarmente inviato la dichiarazione sostitutiva relativa al canone di abbonamento alla televisione e che si sono ritrovate ugualmente l’importo di 70 euro.
“Non era difficile prevedere che qualcosa si sarebbe inceppato”, ha dichiarato Massimiliano Dona, segretario dell’UNC.
“Consumatori che hanno dichiarato di non avere la tv o che il canone andava pagato su un’altra utenza elettrica, si sono ritrovati, rispettivamente, uno e due canoni Rai in bolletta” ha affermato. “Ci sono anche persone che non hanno dichiarato nulla, dato che hanno la tv e sapevano di dover pagare, ma che non hanno ricevuto nella bolletta di luglio i 70 euro del canone e che ora ci chiedono cosa devono fare“.
“L’Agenzia delle entrate – ha concluso Dona – ha tempo fino al 4 agosto per emanare il provvedimento sui rimborsi. Ma le bollette di luglio stanno ormai per scadere. Nessuno ha ancora spiegato ai contribuenti, una volta sospesa la domiciliazione di tutta la bolletta e pagata la sola luce, cosa devono fare per contestare l’addebito senza incorrere in problemi. Non è accettabile che si debba pagare e poi chiedere il rimborso, riavendo i soldi non si sa quando”.
E pure Federconsumatori denuncia che il canone Rai in bolletta è arrivato anche a chi non ha la tv. Per l’associazione, sono “numerosissime” le segnalazioni degli utenti che, pur avendo presentato la dichiarazione di non detenzione dell’apparecchio televisivo nei termini previsti, si sono visti recapitare una bolletta che comprende anche 70 euro di canone. Altro errore estremamente diffuso, secondo l’associazione, è l’addebito di 70 euro anche a coloro che hanno presentato la dichiarazione di non detenzione nel periodo compreso tra il 16 maggio e il 30 giugno, a cui dovrebbero essere invece addebitati solo 51,03 euro.
“E’ evidente che la macchina burocratico amministrativa si sta muovendo all’insegna della lentezza e dell’inefficienza”, ha osservato il presidente Rosario Trefiletti.
“Le problematiche che si stanno verificando – ha concluso – erano perfettamente prevedibili e questo rende ancora più inaccettabile una situazione i cui costi si ripercuotono sui cittadini”.