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In Italia 29.951, nella Ue 33.511. Fino al 2010 superavano la media, poi il crollo
Nel 2021 gli stipendi medi in Europa hanno raggiunto i 33.511 euro, lordi naturalmente. Sono 3.560 euro in più di quelli che guadagna un dipendente italiano. A dircelo è Eurostat, l’istituto di statistica europeo che ha appena pubblicato i numeri riguardanti tutti (o quasi) i Paesi della Ue e il loro andamento dal 1995. Sono stati ottenuti prendendo come riferimento la spesa complessiva in salari per ogni Stato membro e dividendolo per la quantità di lavoratori, aggiustando il risultato in base ai dati su quanti sono occupati part time o anche per poche ore così da ottenere la retribuzione media “equivalente a tempo pieno”. È quella che verrebbe percepita, insomma, se tutti fossero impiegati 40 ore a settimana.
Quanto si guadagna in Lussemburgo
I più fortunati sono i lussemburghesi, che in base a questa rilevazione si confermano i più ricchi dell’Unione, con 72.247 euro l’anno, più del doppio del valore medio UE. Seguono i danesi, con 63.261, e gli irlandesi, con 50.347. Superano gli italiani anche gran parte degli altri lavoratori dell’Europa Occidentale, come i tedeschi, con 44.404 euro lordi annui, e i francesi, con 40.135. Prendono invece meno gli spagnoli, che ne guadagnano 28.184, i portoghesi, con 19.301, i greci, con 15.879 euro, oltre ai maltesi e ai ciprioti.
Gli stipendi medi nell’Europa dell’Est
Come è facile immaginare, invece, gli stipendi medi più bassi d’Europa si trovano nella parte orientale del Continente. Nella Ue i più poveri sono i dipendenti bulgari, che percepiscono solo 10.345 euro all’anno, seguiti da quelli ungheresi, 12.618, quelli rumeni, 13.000 e dai polacchi, con 14.431.
Gli slovacchi, i croati, i cechi e i lettoni prendono meno degli italiani, ma più dei greci, mentre i più fortunati tra chi lavora all’Est sono estoni, lituani e soprattutto sloveni. Questi ultimi hanno un salario annuale medio non lontano dal nostro, di 28.765 euro, e di poco superiore a quello spagnolo.
La più ricca delle ex repubbliche jugoslave ha beneficiato della sua posizione centrale nella nuova Unione Europea nata dall’allargamento del 2004 e dagli stretti rapporti con l’economia italiana, ma soprattutto con quella tedesca e austriaca. Se, infatti, allarghiamo lo sguardo oltre l’ultimo anno per cui sono disponibili i dati sui salari annui e guardiamo a tutto il periodo precedente ci rendiamo conto di quanto profondamente i numeri siano cambiati nel corso del tempo, e, in particolare, di quanto siano cambiati in modo diseguale.
L’andamento degli stipendi medi in Italia e in Europa
Prendiamo, per esempio, proprio il caso della Slovenia: fino alla vigilia della Grande Recessione iniziata nel 2008 i suoi lavoratori prendevano mediamente 7-8mila euro in meno all’anno rispetto a quelli italiani, ma da allora il gap si è gradualmente ridotto, fino a diventare di poco più di mille nel 2021.
Parallelamente, come si vede dalla nostra infografica, anche gli occupati del Paese più popoloso dell’Est, la Polonia, hanno vissuto un incremento dei propri salari, che li ha portati a percepire solo 1.448 euro in meno rispetto ai greci, che invece fino al 2008 prendevano addirittura il doppio.
Si tratta di due esempi, forse tra i più estremi, che mostrano come negli ultimi 20 anni siano evoluti gli equilibri economici nel Vecchio Continente, con le aree orientali che hanno guadagnato peso mentre quelle mediterranee lo perdevano.
Ancora più rilevante, per noi, è l’andamento che ha avuto il divario tra gli stipendi in Italia e in Europa. Fino al 2010 i lavoratori del Belpaese prendevano più della media UE, ma nel 2011 è avvenuto il sorpasso: le nostre retribuzioni di fatto hanno quasi smesso di crescere, mentre quelle del resto dell’Unione salivano, superandole. Il risultato è che rapidamente si è formato un gap che man mano è diventato sempre più ampio.
Di quanto i salari italiani sono più bassi della media Ue
Se nel 2011 questo divario era di 240 euro annui, nel 2014 aveva già oltrepassato i mille euro, nel 2017 i 2.000 e nel 2020 è arrivato addirittura a 4.013 euro. Nel 2021 vi è stata la prima correzione al ribasso, ma la differenza tra gli stipendi medi in Europa e in Italia rimane molto grande, di 3.560 euro.
A provocarla, come si è visto, è soprattutto l’incremento piuttosto veloce dei salari nell’Est Europa, che hanno messo in atto un vero “catching up” nei confronti di quelli dell’Ovest, assieme alla stagnazione di quelli dei Paesi mediterranei.
L’impatto del Covid sugli stipendi medi in Europa
Come si può osservare dalla nostra infografica, nel 2020 si è verificata quasi ovunque una generale riduzione degli stipendi. È stata ancora più accentuata nel nostro Paese, ma ha avuto luogo anche in Francia e in Germania. Si è trattato dell’effetto indiretto della pandemia di Covid: il motivo è che l’ammontare complessivo dei salari pagati è diminuito a causa della crisi di molte attività, costrette a chiudere, ma parallelamente non si è avuto un calo del numero dei lavoratori, che sono rimasti assunti. Questi ultimi sono stati pagati attraverso programmi simili alla nostra Cassa Integrazione o direttamente dallo Stato.
Si è trattato quindi di una riduzione in gran parte artificiale che infatti nel 2021 è rientrata quasi ovunque. Anzi, alla fine della pandemia e nell’anno delle principali riaperture le remunerazioni si sono rivelate essere più alte che nel 2019, ma mentre in Germania, per esempio, sono salite di quasi 1.000 euro in Italia l’incremento è stato di 328 euro annui.
Sarà sicuramente interessante valutare come quanto prossimi anni l’inflazione senza precedenti attuale avrà impattato i cedolini dei dipendenti italiani ed europei, e se gli stipendi avranno goduto di un aumento proporzionale, magari sulla spinta di una carenza di lavoratori in alcuni ambiti chiave, o meno.
I dati si riferiscono al: 1995-2021
Fonte: Eurostat