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Starlink, nuovo emendamento anti-Musk. Il PD chiede di inserire la tecnologia satellitare extra Ue nel golden power

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Un emendamento al Milleproroghe a firma dei senatori del Pd Antonio Nicita, Lorenzo Basso e Marco Meloni chiede di inserire la tecnologia satellitare a orbita bassa (LEO) extra Ue, quella su cui si basa appunto la costellazione di Starlink, nel novero delle tecnologie sottoposte ai poteri speciali (golden power) dello Stato.

Nuovo emendamento anti-Musk del Pd. Un emendamento al Milleproroghe a firma dei senatori del Pd Antonio Nicita, Lorenzo Basso e Marco Meloni chiede di inserire – come nel caso del 5G, se offerto da aziende extra Ue – la tecnologia satellitare extra Ue a orbita bassa (LEO), quella su cui si basa appunto la costellazione di Starlink, nel novero delle tecnologie sottoposte ai poteri speciali (golden power) dello Stato. L’emendamento rientra fra quelli segnalati dal gruppo. C’è da dire che già prima di Natale Nicita e Basso avevano depositato due emendamenti anti-Musk al Dl Concorrenza.

Sottoporre Starlink ai poteri speciali

Per poteri speciali (golden power) si intendono, tra gli altri, la facoltà per il Governo di dettare specifiche condizioni all’acquisito di partecipazioni, di porre il veto all’adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all’acquisto di partecipazioni.

Poteri speciali inerenti ai servizi di comunicazione elettronica a banda larga comprendono ad oggi la tecnologia 5G e la tecnologia cloud. In questo ambito, ad oggi, riguardano la possibilità da parte del Governo di porre il veto all’adozione di attrezzature extra Ue considerate a rischio, come quelle cinesi in particolare di Huawei e ZTE per quanto riguarda il 5G. L’emendamento del Pd chiede di inserire la tecnologia satellitare nel novero delle tecnologie a banda larga strategiche per la sicurezza nazionale. Un salto di qualità per così dire ontologico.

Il satellite (LEO) infrastruttura critica come il 5G

Di fatto, la richiesta del Pd è quella di inserire anche la tecnologia satellitare extra Ue di Starlink nel novero delle aziende che entro il 31 marzo di ogni anno dovranno dichiarare le loro intenzioni di investimento in Italia. Una misura che in concreto pone l’operatore satellitare di Elon Musk sullo stesso piano degli operatori Tlc, che hanno già l’obbligo di dichiarare annualmente il loro piano di acquisti e i loro fornitori di attrezzature 5G per consentire al Governo tramite il Cvcn di verificare la presenza di apparecchiature di fornitori extra Ue considerati a rischio per la sicurezza nazionale.

Il Pd non è nuovo ad iniziative del genere, avendo già depositato in passato diversi emendamenti per limitare e controllare la presenza di Elon Musk nel nostro paese.

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