Secondo una indagine del CENSIS, questi sono i numeri del mercato del falso in Italia: 7,1 miliardi di fatturato, 130.000 posti di lavoro sottratti all’economia regolare, per lo Stato 5,3 miliardi di gettito fiscale perduto.
Il settore più colpito, in valore, è quello dell’abbigliamento e degli accessori (2,6 miliardi di euro), segue il comparto Cd, Dvd e software (più di 1,6 miliardi) e i prodotti alimentari (oltre 1,1 miliardi).
La Rubrica Spot&Social è curata da Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.Se si riportasse il fatturato complessivo della contraffazione sul mercato legale, osserva il Censis, si genererebbe una produzione aggiuntiva, diretta e indotta, per un valore di quasi 18 miliardi di euro, con un valore aggiunto di circa 6 miliardi. In altri termini, per ogni euro sottratto al mercato della contraffazione si attiverebbe nell’economia nazionale legale una produzione aggiuntiva di 2,5 euro, stimolando acquisti di materie prime, semilavorati, servizi e attivando nuova occupazione regolare.
Sarebbero infatti poco meno di 130 mila le unità di lavoro impegnate nella filiera del falso.
In un recente incontro dell’Istituto Aspen su questo tema, tutti i partecipanti – ai più alti livelli di imprese, associazioni e istituzioni – hanno convenuto che oltre all’inasprimento di sanzioni, si avverte la necessità di efficaci campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Anche perché, a leggere una ricerca della UE, si scopre che il 33% degli italiani ha comprato almeno una volta un prodotto contraffatto, senza porsi minimamente il problema che il fatturato del falso sia totale appannaggio della malavita organizzata.
Forse è il caso di riprendere una campagna realizzata da McCann Erickson per Pubblicità Progresso nel 2007, che con intelligente ironia, faceva capire – in questo caso si parlava di software informatico – che i benefici venivano divisi tra acquirente e mafia…che pure sapeva ringraziare con doni vistosi.
Contro la pirateria informatica
La casa di Produzione era la Mercurio Cinematografica, regista Paolo Monico, Copy Francesca Pagliarini, Art Directors Chiara Castiglioni ed Erik Loi.