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Spot&Social. Pericoli del web, ‘educare’ i bambini prima che sia troppo tardi

Nei giorni scorsi si è svolto in tutta Europa il Safer Internet Day 2016.

In Italia gli eventi di maggiore rilievo sono stati organizzati da Telefono Azzurro e dalla Polizia di Stato che ha lanciato la campagna “Una vita da social”, proponendosi di visitare 100 capoluoghi di provincia con un camion attrezzato per fare dimostrazioni sui pericoli della rete.
L’iniziativa è stata promossa con un video di Fiorello

Il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini ha partecipato ad un evento romano al Palladium, nel corso del quale ha lanciato, con la proiezione in anteprima di uno spot realizzato con il supporto degli studenti dell’Istituto Tasso di Roma e trasmesso sulle reti Rai, Mediaset, Sky, Mtv, la campagna del Miur contro il cyberbullismo.

Qui sorgono i problemi: far realizzare le campagne dagli studenti è sicuramente un’ottima modalità per coinvolgerli, ma non è detto che i loro elaborati possano tout-court essere utilizzati al pari di una campagna realizzata da professionisti.

Molto più efficace una campagna nemmeno tanto recente realizzata dalla Polizia di Stato, ecco uno degli spot che faceva parte di una serie su varie tematiche.


A livello internazionale merita menzionare la campagna Don’t Retaliate, creata dalla CyberSmail Foundation, che si propone di combattere il cyberbullismo con tante attività.

Con questo spot invita ragazzi e ragazze a non restare intrappolati nella rete, non rispondendo alle provocazioni.

Molto efficaci anche gli spot realizzati con tecniche di animazione. Davvero carino E-safety, dell’organizzazione Click Safe, diffuso con il contributo della Comunità Europea.

Interessante pure Little Red Riding Mood, recupero della favola di cappuccetto rosso, a cura di facem-ds

In occasione dell’incontro milanese promosso da Telefono Azzurro, che mi è stato chiesto di moderare, ho riscontrato l’accordo di tutti presenti sulla necessità dell’educare i piccoli prima che sia troppo tardi.
Cominciano ad esserci molte ricerche di primarie università di tutto il mondo che dimostrano che i bambini precocemente esposti all’uso del computer – prima dei 7-9 anni – dimostrano ritardi nel linguaggio.

In questo lasso di tempo diventa fondamentale il ruolo educativo di genitori, insegnanti e nonni, che sempre di più supportano i genitori occupati a lavorare. Ma il paradosso è che queste tre categorie sono più arretrate dei ragazzi in tema di informatica.
Ecco che i corsi per insegnati, genitori, e soprattutto per nonni come quelli realizzati dalle Poste Italiane possono svolgere un importante ruolo sociale: aggiungendo ai temi di insegnamento anche quello su come aggirare e difendersi dai pericoli della rete.

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