Possiamo dire di essere perseguitati da innumerevoli campagne di raccolta fondi, troppo spesso banali e indistinguibili.
La Rubrica Spot&Social è curata da Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.Ecco due esempi di campagne che usano linguaggi completamente diversi: la prima, dell’Unicef svedese, usa un linguaggio divertente e ironico per raccogliere fondi da destinare all’acquisto di vaccini e farmaci per popolazioni disagiate. Tira in ballo addirittura Gesù, Madre Teresa di Calcutta e Gandhi che chiacchierano amabilmente dei loro miracoli.
La seconda, invece, impiega un linguaggio drammatico per cercare di lenire gli effetti di un problema altrettanto drammatico come i bombardamenti in Siria, raccogliendo fondi per i rifugiati. Con la tecnica del “reverse” si fa andare all’indietro il video di un bombardamento, e così vediamo morti e feriti che si rialzano e tornano alla vita normale. La sorpresa è nell’head line: “Non possiamo cambiare la storia. Ma possiamo ambiare come finisce”.