Greenpeace non finisce mai di stupire. L’associazione è nota per le sue campagne molto aggressive a difesa dell’ambiente. Famosi sono rimasti i rischiosi arrembaggi ad opera di volontari che su gommoni tentavano in mezzo alle onde di ostacolare le rotte delle navi petrolifere.
Al Festival del film pubblicitario di Cannes, quest’anno è stato premiato il video di una nuova iniziativa altrettanto aggressiva, che consisteva in un audiovisivo virale con lo scopo di sollevare proteste contro la partnership tra Shell e Lego, che tra le tante iniziative promozionali regalava i suoi famosi mattoncini nelle stazioni di servizio.
Il video raffigura un paesaggio artico in cui campeggia una piattaforma della Shell, fatta di mattoncini Lego, che viene progressivamente sommerso dal petrolio. Il claim posto a conclusione è dei più diretti ed impattanti, come è nella tradizione dell’associazione ambientalista, recita: “La Shell sta inquinando l’immaginazione dei nostri bambini”.
Nonostante la Lego abbia cercato di non restare coinvolta nella polemica sollevata da Greenpeace con dichiarazioni e comunicati, alle fine, a causa dei milioni di clic e del grandissimo numero di petizioni ricevute dai consumatori, ha dovuto capitolare interrompendo una partnership con Shell che risaliva agli anni sessanta.
Guardando il film si capiscono i motivi per cui Lego ha dovuto battere in ritirata: troppo emotivamente coinvolgente il racconto in animazione “a passo uno” del nero e appiccicoso petrolio che sporca e lentamente sommerge i mattoncini e i personaggi colorati di uno dei giochi più amati dai bambini.