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Spot&Social. ‘Dumb ways to die’, storia di una campagna divenuta virale

di Alberto Contri |

Record assoluto per questa campagna australiana che ha vinto: 5 Grand Prix a Cannes, 18 Leoni d’oro, 2 d’argento e il bronzo.

La rubrica Spot&Social ha lo scopo di illustrare ogni settimana una o più campagne pubblicitarie di particolare interesse sociale. Rubrica a cura di Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità ProgressoPer consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Una campagna vincente e convincente, diventata virale sul web nel giro di pochi giorni, che ha raggiunto 140 milioni di visualizzazioni su Youtube in pochissimo tempo e che a distanza di 3 anni è ancora un “tormentone”, presente su internet, argomento di rubriche del settore pubblicitario e soprattutto ancora impressa nella testa di ognuno di noi.

Sto parlando di Dumb ways to die (“Ci sono tanti modi stupidi di morire”).

Una campagna che si sviluppa attraverso una serie di prodotti, per l’intrattenimento ispirati al concept e ai suoi fantastici e divertenti personaggi.
Ma facciamo un passo indietro, ricostruendo la storia di questo piccolo fenomeno.

E’ il 2012 quando la Metro Train (azienda metropolitana di Melbourne) chiede alla McCann di realizzare una campagna sociale al fine di educare i cittadini a un comportamento più responsabile nelle stazione metro, visti gli alti numeri di incidenti che ogni anno avvengono nelle stazioni australiane.

Decide di intraprendere un percorso diverso dal solito, attraverso l’uso di un tono nuovo, divertente, leggero che, attraverso i protagonisti del cartoon, parla al cittadino grazie ad una tragicomica casistica di strampalate e inusuali morti di questi personaggi, c’è chi muore dandosi fuoco ai capelli, chi infilando una forchetta nel tostapane e ovviamente non può mancare colui che, non prestando attenzione ai binari e ascoltando la musica con le cuffie nelle orecchie, non si accorge dell’arrivo del treno.

Lo spot, nel giro di poco tempo viene accompagnato da diversi spot tv, un gioco per smartphone, una versione karaoke sulle tv della metro e il libro.

Tutto sotto il grande cappello di un unico insight “Dumb ways to die” (“Ci sono tanti modi stupidi di morire”), forte, dal tono ironico ma appartenente ad un linguaggio fresco ed attuale.

Ed è proprio grazie alla colonna sonora originale orecchiabile e facilmente memorizzabile, grazie alla creatività nella narrazione e la semplicità nel trattare un argomento di carattere sociale, che molti di noi se la ricordano ancora e la cantano ancora, in ufficio, mentre pedalano o proprio aspettando la metro sulla banchina della stazione.

Un tono ironico che ha funzionato, e non sempre accade, visti i risultati concreti della campagna: si è ottenuta una riduzione degli incidenti nelle stazioni del 21%. Una campagna su più fronti che ci insegna che trattare temi sociali, parlando alla gente col sorriso (ma bisogna saperlo fare bene), significa far arrivare il messaggio molto più in profondità. E direi che con i suoi cinque Grand Prix a Cannes durante l’edizione 2013 (un record assoluto), i 18 Leoni d’oro, i 2 d’argento e il bronzo, Dumb ways to die ne è la prova provata e super premiata.

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