Ogni anno la Fondazione Peruviana del Cancro organizza una raccolta fondi per la ricerca e per i malati. Essendo aumentate a dismisura nel tempo le raccolte fondi di ogni genere, la popolazione si è progressivamente de-sensibilizzata alla tematica. Al punto che da tre anni non si è più raggiunto l’obiettivo previsto.
La Rubrica Spot&Social è curata da Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.
Incaricati di trovare una soluzione, i creativi dell’agenzia Mayo Víctor Vélez e Julio Oshiro hanno avuto l’idea coraggiosa di coinvolgere il Castro Castro, il carcere più pericoloso del Perù, andando a sensibilizzare i capi di ogni reparto della casa di detenzione. Se i criminali incalliti si fossero commossi, probabilmente anche tutta la popolazione civile si sarebbe poi sentita in dovere di partecipare.
Come si vede dal video che racconta l’iniziativa, la risposta è stata sorprendente: i 2.845 detenuti del carcere di Miguel Castro Castro hanno riempito 52 lattine salvadanaio in tutti e dodici i padiglioni, ma hanno anche confezionato 982 regali fatti a mano per i bambini ammalati, scritto 223 lettere con messaggi di speranza, composto 3 canzoni, realizzato un videogioco.
Il messaggio della campagna è stato che anche negli ambienti più difficili del paese, si possono trovare grandi gesti di affetto e di responsabilità.
Assai commosso il commento di Velez e Oshiro: “E ‘stato emozionante vedere dal vivo le persone che dovrebbero avere il cuore più duro del paese, coinvolgersi nel fare qualcosa di meraviglioso”.
Come uno di loro dice nel video, questa raccolta, nata per aiutare i bambini, ha finito per aiutare loro stessi facendogli riscoprire il loro lato umano e sensibile, e riportando il problema all’attenzione di un paese che si è commosso di fronte alla pietà di quelli che per definizione venivano considerati senz’anima.