Un anno dopo la sua comparsa, non si sa ancora se la sua presenza davanti ai palazzi di Wall Street sarà permanente o meno. Della cosidetta Fearless Girl, però, si è parlato e si parla ancora tanto. La statua realizzata dall’artista uruguayana Kristen Visbal è diventata uno dei simboli delle lotte per la parità di genere degli ultimi mesi. Nel 2017 delle Women’s March, di Trump, del caso Weinstein e tanti altri, la bambina che con le mani sui fianchi e lo sguardo fiero sfida il famoso toro di Arturo Di Modica ne esce come una delle campagne più efficaci e immediate.
Commissionata all’agenzia pubblicitaria McCann dalla società di investimenti State Street Global Advisors in occasione della Festa della Donna, ha generato un riscontro off e online del tutto inaspettato, tanto che il comune di New York ha continuato a prorogare di mese in mese l’iniziale permesso di una settimana concesso a quelli di McCann. A oggi, Fearless Girl è diventata una vera e propria attrazione turistica, mentre sui social network i post dedicati hanno raggiunto cifre impressionanti. Su Twitter, dopo 12 settimane dalla sua comparsa, i tweet a riguardo hanno toccato i quattro miliardi di visualizzazioni, mentre le foto su Instagram i 700 milioni.
L’obiettivo della State Street Global Adivsors era quello di ricordare quanto ancora sia limitata, se non proprio ostacolata, la presenza femminile nella finanza e nelle posizioni dirigenziali. L’idea di farlo usando come controparte uno dei simboli della forza economica americana, come il toro di Wall Street, ha reso l’operazione ancora più geniale ed efficace. Nel 1989, anno della sua installazione, anche il il Charging Bull di Di Modica aveva fatto un gran parlare di sé: dopo un primo tentativo di rimozione (era apparso senza alcun permesso da parte del Comune) i newyorchesi avevano chiesto a gran voce che fosse lasciato come segno di buon auspicio per chiunque volesse entrare in Borsa.
Quasi 30 anni dopo, Fearless Girl vuole dare spazio a un nuovo modello di audacia, più inclusivo e, idealmente, meno aggressivo. Se anche la nuova statua sembra voler sfidare la precedente, non la pensa così la sua creatrice, Kristen Visbal, che in un’intervista a Repubblica ha detto: «Ma quale sfida! Basta guardare i suoi occhi per capire che non sono aggressivi. Di Modica ha voluto fare un inno alla forza dell’America. E noi all’America mandiamo con l’arte un messaggio che è in decine di studi: con le donne l’America è più forte».
E se è sempre più probabile che la ‘bambina senza paura’ diventi permanente, neanche la State Street Corp è stata immune da critiche e indagini: nell’ottobre 2017, sette mesi dopo l’inizio della campagna, la società ha dovuto accettare di pagare 5 milioni di dollari per risolvere le accuse di discriminazioni che gli erano state rivolte. Il dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha infatti scoperto pesanti disparità salariali tra dipendenti maschi e femmine che andavano avanti dal 2010. Sembrerebbe che Fearless Girl stia veramente riuscendo a cambiare le cose.
A cura di Francesca Bonfanti