Pubblicati dall’Agid i 4 regolamenti tecnici per lo Spid, il sistema pubblico per la gestione dell’l’identità digitale, in collaborazione con il Garante della Privacy.
Non più tardi di una settimana fa il decreto sullo Spid era stato bloccato dal Tar del Lazio per quanto riguarda le norme relative ai requisiti degli Identity Provider. Un impasse che sembra oggi superato con la pubblicazione dei regolamenti, che secondo le stime di Agid porterà al rilascio della prima identità digitale a dicembre.
“Il confronto tra Agid e il Garante ha permesso di arrivare a una definizione condivisa delle caratteristiche e delle modalità di adozione del Sistema pubblico di identità digitale grazie all’integrazione delle regole tecniche con le osservazioni relative ai profili di specifica competenza del Garante” fa sapere in una nota l’Agenzia, aggiungendo che “sono stati emanati i provvedimenti relativi alle caratteristiche dello Spid; ai tempi e alle modalità di adozione del sistema da parte delle Pubbliche Amministrazioni e delle imprese; all’accreditamento dei gestori di identità digitale; e alle regole necessarie agli identity provider per il riuso delle identità digitali già esistenti. Insomma si chiude il quadro che fissa le regole e l’architettura di Spid.”
Questo sistema permetterà quindi l’accesso ai vari servizi online della Pubblica Amministrazione e, rassicura Antonio Samaritani, direttore Agid, “lavoreremo insieme al Garante per assicurare l’allineamento dei regolamenti e delle soluzioni tecniche con le esigenze di sicurezza e garanzia di protezione dei dati, anche nelle successive fasi legate alla realizzazione, allo sviluppo e all’implementazione del sistema”.
Quali sono però le tempistiche? “Dal 15 settembre si apre l’accreditamento per i gestori di Spid. Mentre la prima identità digitale sarà rilasciata a dicembre. Questo è il nostro obiettivo” annuncia Samaritani confermando che “lo Spid sarà a costo zero per il cittadino. Verrà rilasciato gratis a cittadini e imprese. La gratuità riguarda l’ identità digitale di tipo uno e due (i primi due livelli di sicurezza ndr.) quelli che permetteranno al cittadino di accedere alla maggior parte dei servizi digitali della PA, al livello tre invece è associato un supporto materiale, una smart card”
Il progetto Spid sembra quindi non fermarsi, nonostante la sentenza del Tar avesse annullato l’articolo 10 che stabiliva che il capitale sociale per diventare un provider digitale dovesse essere di un minimo di 5 milioni.