Lo SPID (Sistema Pubblico di identità digitale) partirà il 15 marzo, con la distribuzione delle prime identità digitali ai cittadini che ne faranno richiesta ai tre Identity Provider accreditati Poste, TIM (attraverso Telecom Italia Trust Technologies) e Infocert. Lo SPID di primo e secondo livello sarà gratis almeno per i primi due anni, mentre il sistema di terzo livello (quello che garantisce il livello massimo di sicurezza e prevede l’uso di una smart card) è ancora in attesa di certificazione e quindi sarà distribuito più avanti, probabilmente a pagamento. L’obiettivo fissato dall’AGID è distribuire 6 milioni di identità digitali entro fine anno. Il bilancio sarà fatto alla fine del 2017, termine indicato dal Governo per verificare i risultati del processo di digitalizzazione del paese.
L’annuncio è arrivato oggi in conferenza stampa al Dipartimento della Funzione Pubblica alla presenza fra gli altri del ministro della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, di Antonio Samaritani, direttore dell’Agid, Francesco Caio, amministratore delegato di Poste e Marco Patuano, amministratore delegato di Telecom Italia e Danilo Cattaneo, amministratore delegato di Infocert.
SPID permetterà di accedere con credenziali uniche ai servizi online della pubblica amministrazione e dei privati che aderiranno (banche, assicurazioni ecc).
“Lavoriamo con determinazione per una Repubblica matura perché le migliaia di amministrazioni non possono muoversi come isole ma come un corpo unitario per rispondere ai bisogni dei cittadini”, ha detto Madia – Parte una grande infrastruttura immateriale del Paese”. Per Madia “non è ammissibile che internet sia presente nella vita di tutti e quando pensi alla Pubblica amministrazione ti vengono in mente due ‘f’: file e faldoni. Ora con un unico pin, un unico sistema di identificazione, sarà possibile far arrivare i servizi ai cittadini, scambiare dati con la Pa e utilizzare servizi privati. Tutto questo per rendere il Paese più semplice e restituire tempo ai cittadini”.
Lo SPID andrà di pari passo con l’adeguamento dei siti della PA al nuovo design definito dall’Agid e già adottato dal sito del Governo e della Funzione Pubblica.
SPID sarà utilizzabile ogni volta che vedremo comparire su un sito o accanto ad un servizio il pulsante blu “ACCEDI CON SPID”.
Trecento servizi disponibili da subito
Al momento sono 300 i servizi accessibili tramite SPID, l’obiettivo è arrivare a oltre 600 entro giugno. Le prime amministrazioni che hanno aderito sono quelle che hanno partecipato alla sperimentazione: l’Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, Comune di Firenze, Comune di Venezia, Comune di Lecce, Regione Toscana, Regione Liguria, Regione Emilia Romagna, Regione Friuli Venezia e Giulia, Regione Lazio, Regione Piemonte e Regione Umbria.
Secondo la tabella di marcia del Governo, il percorso di implementazione del nuovo sistema di login da parte di tutta la pubblica amministrazione durerà 24 mesi.
Gratis per almeno due anni
Il direttore dell’Agid, Antonio Samaritani, ha detto che “l’obiettivo è quello di avere tre milioni di nuovi utenti entro il 2016 a cui si aggiungeranno altrettante identità pregresse, che andremo a recuperare – ha detto – Spid sarà gratuito per almeno i primi due anni, ma è ragionevole aspettarsi che possa esserlo anche successivamente”, ha aggiunto Samaritani, precisando che il cittadino potrà ricevere il cosiddetto pin unico a costo zero per i primi due livelli di sicurezza, che corrispondono alle versioni con cui si può accedere a tutti i servizi online. C’è poi un terzo livello, che essendo associato ad una sorta di smart card, risulterà a pagamento, ma fa sapere sempre l’Agid, si tratta di un sistema pensato soprattutto per i professionisti. Samaritani garantisce inoltre che non ci sarà alcuna profilazione a scopi commerciali dei dati dell’utente da parte degli Identity Provider.
“In 3 mesi il cittadino di Firenze sarà un cittadino digitale”, assicura Samaritani. Tra le cose che a breve, tramite Spid, i cittadini potranno fare da un pc o da uno smartphone senza dover andare in qualche ufficio sono per esempio: verificare tramite l’Inps i contributi versati alla colf; compilare il 730 sul sito dell’Agenzia delle entrate; vedere il Cud; cambiare indirizzo di residenza; fare l’Isee; iscrivere i figli all’asilo nido; accedere allo sportello telematico per Imu, Tari e Tasi.
TIM parte dai suoi 53.000 dipendenti
Dal canto suo, l’amministratore delegato di Telecom Italia Marco Patuano, ha detto che il gruppo provvederà a fornire il nuovo strumento a tutti i suoi 53.000 dipendenti e fa un “appello” perché anche le altre grandi aziende del paese seguano l’esempio, tanto che anche l’amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio, ha manifestato l’intenzione di procedere alla distribuzione della nuova identità digitale ai dipendenti.
Patuano ha poi detto che nel nostro paese, nonostante le classifiche internazionali ci vedano in coda per l’uso di Internet, vola l’utilizzo della rete, con un aumento del traffico dati del 40% rispetto allo scorso anno. “A gennaio 2015 – ha detto Patuano – gli italiani sulla rete facevano circolare 270 miliardi di mega al mese: all’inizio di quest’anno siamo arrivati a 380 miliardi di mega al mese, con una crescita del 40%”. Gli Italiani, ha proseguito Patuano, su Internet “fanno di tutto: c’è un inizio di e-commerce, molto digital entertainment, tanto social network. Dobbiamo inserire anche la vita di tutti i giorni”. Anche per questo Tim sarà tra i soggetti che renderanno disponibili le identità digitali.
Nuvola Store
Intanto Tim annuncia in una nota l’avvio di Tim id, l’identità digitale unica che permetterà a cittadini e imprese di comunicare online in modo semplice e immediato con le pubbliche amministrazioni e con le aziende aderenti al Sistema pubblico di identità digitale (Spid). Il servizio Tim id, erogato da Trust Technologies, potrà essere richiesto gratuitamente da tutti i cittadini effettuando la registrazione sul portale www.nuvolastore.it e seguendo la procedura di attivazione indicata. L’utente riceverà le credenziali Tim id via email e Sms.
Poste: SPID potenziali per 4 milioni di clienti
Un potenziale di 4 milioni di clienti di Poste Italiane potrà usufruire dello Spid, il sistema pubblico per l’identità digitale di cui il gruppo. Lo ha detto l’amministratore delegato Francesco Caio, precisando che “Tra i quarantamila e i cinquantamila clienti interni di Poste Italiane sulle App già usano lo Spid per alcune transazioni, ma 4 milioni di clienti hanno gli elementi per dotarsi dell’identità digitale”. “La prospettiva è quella di esercitare un doppio ruolo come ‘identity provider’ per un accesso sicuro e semplice ai servizi della Pa e dall’altro fornire servizi – ha aggiunto Caio – Lo Stato da fardello può diventare così fonte di vantaggio competitivo – ha detto Caio, fra gli ideatori dello SPID tre anni fa nella veste di Mr Agenda Digitale – Oggi è un passaggio importante per il Paese perché viene adottato uno standard europeo – ha aggiunto l’ad e direttore generale di Poste Italiane – Antonio Samaritani ha preso la guida dell’Agid dopo anni un po’ travagliati ed è riuscito a portarla avanti grazie anche all’occhio del Presidente del Consiglio che fa la differenza e con Paolo Barberis consigliere per l’innovazione dello stesso Renzi”.
SPID e PosteID
Poste ha già una sua identità digitale, l’APP PosteID installabile su smartphone, disponibile per i suoi clienti per garantire la privacy e la sicurezza in rete delle transazioni.
Chi usufruisce dell’APP o possiede strumenti di riconoscimento in rete rilasciati da Poste o firme digitali, avrà la possibilità di ottenere molto più facilmente ed online la nuova versione del servizio PosteID. Per ottenere Posteid abilitata a Spid i cittadini potranno registrarsi facendo richiesta, sul sito di Poste Italiane, della nuova versione del servizio PosteID; dalla metà di marzo il servizio sarà reso disponibile al pubblico partendo dai clienti dotati di strumenti di riconoscimento in rete, e dai primi 396 Uffici Locali per coloro che hanno necessità (Venezia è la città utilizzata come pilota da Poste per SPID); verranno progressivamente aperti tutti gli uffici postali e reso disponibile un servizio di Poste che, su richiesta dei cittadini, consenta di essere identificati e/o di certificare il cellulare a domicilio tramite i portalettere; Ad oggi sono 4 milioni i clienti Bancoposta che usano l’home banking, tutti già dotati di ID e sono a pochi passi da SPID. Potranno passare a SPID senza recarsi in ufficio postale perché già in possesso dei prerequisiti necessari (i clienti sono stati già identificati in un ufficio postale; sono registrati sul sito www.poste.it e hanno già registrato un numero di telefono certificato) .
Infocert pronta
InfoCert, dal canto suo, partirà immediatamente con il rilascio delle identità digitali, assegnandole da subito a chi, nei mesi scorsi, aveva già formulato la propria richiesta prima del lancio ufficiale di SPID prenotandosi sul sito www.infocert.it. L’amministratore delegato Danilo Cattaneo ha detto che “Per InfoCert, è un traguardo significativo non solo in relazione allo specifico percorso progettuale – che ci ha visti impegnati, insieme ad AgID e ad altre realtà pubbliche e private, nel delicato processo di definizione delle regole tecniche di attuazione del Sistema SPID – ma, in un certo senso, anche per la nostra storia aziendale: siamo, infatti, l’unico ID provider esclusivamente focalizzato sulla digitalizzazione sin dalla sua costituzione. E, come azienda, investiamo già da tempo in ricerca e brevetti, collaborando con primarie realtà italiane ed europee, perché crediamo che solo così si possa fare vera innovazione utile a generare benefici per l’intero sistema”.
Assoprovider e Aiip contro innalzamento del capitale per Identity Provider
Intanto non si placa la polemica sul capitale sociale degli Identity Provider. L’Associazione Italiana Internet Provider (Aiip) e l’Associazione Provider indipendenti Assoprovider-Confcommercio, che riuniscono la gran parte degli operatori di tlc piccoli e medi, si dicono contrarie all’innalzamento delle barriere previste per esercitare l’attività di provider di posta elettronica certificata (Pec) e conservazione sostitutiva che il Governo sta attuando con la prossima emanazione del Codice dell’amministrazione digitale (Cad). E’ quanto affermano il presidente di Aiip, Renato Brunetti e il presidente di Assoprovider Dino Bortolotto.
Le norme in via di emanazione, sottolineano, “porteranno il limite di capitale sociale necessario per esercitare le attività connesse al digitale, a seconda dei casi, da 5 milioni di euro sino a 10 mln di euro di capitale sociale”. Le associazioni dichiarano, inoltre, “la loro contrarietà alle altissime barriere previste per esercitare l’attività di Spid Identity Provider che saranno pari, per le società di capitali, come prevede la legge bancaria, a 10 mln di euro di capitale sociale e senza alcuna proporzionalità, ad esempio per il numero di clienti di tali servizi”.
Criticabili, sostengono Brunetti e Bortolotto, “per le stesse ragioni, sono anche le disposizioni contenute nel Cad presentato dal Governo, e le norme di dettaglio varate nel frattempo dall’Agid, l’agenzia per l’Italia digitale, che giungono sino a richiedere ad una impresa di garantire sino a 15 mln di euro di massimale assicurativo previsto per esercitare tali attività“.
Per le associazioni, che rappresentano molti operatori medio-piccoli del settore internet, “non se ne capiscono le ragioni, non ci sono particolari investimenti o complessità che aziende più piccole non possono affrontare e alla fine si formerà un oligopolio di grandi aziende che saranno un ostacolo alla concorrenza e alla diffusione di queste tecnologie ed un ostacolo alla crescita delle PMI di settore che hanno sempre dimostrato efficienza e bassi costi”.
Per le due associazioni, i cittadini delle zone ove ancora è presente il digital divide saranno inoltre tagliati fuori dallo scenario dello SPID, dovendo attendere il dispiegamento sul territorio delle pochissime aziende in grado di garantire tali requisiti.
“Per quanto riguarda la PEC e conservazione sostitutiva – proseguono le due associazioni – essendo i vecchi limiti di 1 milione e 200.000 euro rispettivamente di capitale minimo, con i nuovi provvedimenti si creeranno non pochi problemi alle aziende che già forniscono questi servizi”; di converso, una norma che imponesse in modo retroattivo requisiti più stringenti sarebbe di dubbia legittimità costituzionale.
Per il sistema SPID, Aiip ed Assoprovider ritengono che “sia necessario separare la identificazione certa dei cittadini, che soltanto la Pubblica Amministrazione può fare e garantire, con la gestione del servizio di autenticazione che invece dovrebbe essere possibile ad un maggiore numero di provider senza vicoli così rilevanti” e disposti senza alcuna proporzionalità. Tra l’altro servizi di autenticazione vengono già forniti dagli Associati di Aiip e di Assoprovider, per norme Tlc, privacy e antiterrorismo, secondo gli standard più elevati di sicurezza presenti sul mercato e senza alcuna specifica remunerazione per le attività svolte.
Le due Associazioni ricordano che “sul punto del capitale sociale, sempre sullo SPID, si era espresso il Tar con una sentenza che eliminava gli obblighi di questo genere”, peraltro non previsti per le pubbliche amministrazioni. “La disposizione del CAD che innalza i limiti – aggiungono le associazioni -, lungi dal rappresentare una scelta meditata appare essere un semplice modo di aggirare per via normativa quanto espresso dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio a luglio del 2015″.
L’Aiip e Assoprovider si rivolgono direttamente al Ministro della semplificazione e pubblica amministrazione, Marianna Madia per chiedere “la rimozione delle limitazioni legate al capitale e di vincoli che costituiranno un limite di queste importanti innovazioni promosse dal Governo”.