PA digitale

Spid ci riprova con l’Inps, ma il sistema non decolla

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Sottoscrizioni da qualche tempo in stallo intorno al milione e mezzo, mentre cresce l’ attesa per il terzo livello di sicurezza.

Lo Spid (Sistema pubblico di identità digitale) riparte dall’Inps per tentare di aumentare il numero di credenziali in circolazione nel nostro paese, che langue. Raggiunta quota un milione di sottoscrizioni a fine 2016, nel 2017 Spid ha segnato il passo, con un sensibile rallentamento fino allo stallo attuale a quota 1,5 milioni (1.557.675 credenziali richieste, a fronte di 3.783 amministrazioni attive).

 

Il piano triennale

Il piano triennale per l’informatica nella Pubblica amministrazione 2017-2019 prescrive entro marzo 2018 per l’accesso online ai servizi della PA la “dismissione dei sistemi di autenticazione locali e l’utilizzo di SPID secondo il piano presentato dalle singole amministrazioni”.  Tanto più che gli obiettivi originari del Governo Renzi, raggiungere 6 milioni di credenziali distribuite nel 2016 sono lontani.

 

Una mano dall’Inps

Per riprendere l’abbrivio e tentare almeno di accelerare il numero di richieste – tentare di replicare le sottoscrizioni raggiunte con il Bonus Docenti e il Bonus Cultura – sarebbe troppo – è di pochi giorni fa la circolare dell’Inps che amplia la possibilità di accedere ai servizi non solo ai cittadini ma anche a tutti i servizi riservati alle altre categorie di utenti (intermediari, aziende, enti pubblici, ecc…) con Spid di secondo livello, che oltre alla password di accesso,  prevede anche un codice temporaneo (OTP – One Time Password) generato tramite l’invio di un SMS o tramite una app sullo smartphone.

Uno strumento in più per accedere ai servizi dell’immenso portale Inps, dopo che già nei mesi scorsi l’accesso ai Patronati era stato legato proprio a Spid come chiave d’accesso esclusiva.

Troppe chiavi d’accesso

In realtà, per accedere ai servizi dell’Inps Spid è una delle tre diverse chiavi d’accesso, insieme al Pin personale fornito dall’Istituto e alla Cns (Carta nazionale dei servizi). Il che probabilmente non aiuta la diffusione capillare, tanto più che in teoria lo Spid dovrebbe essere il sistema unico di accesso a tutti i servizi della PA digitale, ma finché in circolazione ci saranno altri “concorrenti” non sarà facile convincere i cittadini già restii a munirsi delle credenziali.

Che fine ha fatto il terzo livello di sicurezza?

Resta da capire quando verrà attivato lo Spid di terzo livello, che grazie a caratteristiche più marcate di sicurezza consentirà di aprire l’accesso a nuovi servizi come quelli bancari che per ora sono esclusi.

Secondo gli esperti (e non da oggi), il terzo livello di SPID (che permetterà l’accesso ai servizi tramite password + smart card) sarà anche quello più diffuso perché disegnato per garantire l’accesso ai servizi più delicati e sensibili, come ad esempio i pagamenti.

A quando la pubblicazione del regolamento per il terzo livello di SPID, che diversamente dai primi due potrebbe essere a pagamento da subito?

Sono molte le aziende, a partire dal settore bancario, che attendono novità per il lancio di nuovi servizi in ottica di Service Provider.

Bonus Docenti e Bonus Cultura

Lo Spid ha avuto il suo momento di gloria in termini di sottscrizioni nella sua breve parabola, cominciata circa un anno e mezzo fa, con il Bonus Docenti e il Bonus Cultura riservato ai neo maggiorenni del 1998. Ma una volta esaurito l’effetto di trascinamento dei bonus (legati obbligatoriamente allo Spid) la diffusione del sistema ha rallentato. Manca ancora, a prima vista, una killer application, una molla che spinga i cittadini a munirsi di Spid, che peraltro dopo i primi due anni non sarà più gratuito.

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