Spesa per la sanità
Ogni italiano paga di tasca propria 616,5 euro per le prestazioni “out of pocket”
A causa dell’emergenza Covid la spesa per la sanità in Italia ha subìto una crescita molto significativa negli ultimi due anni. Anche in passato, in realtà, era costantemente aumentata, almeno a partire dal 2014, e, infatti, non era esatto quanto spesso si diceva da più parti sui tagli di questo comparto. Con la pandemia, tuttavia, gli incrementi degli stanziamenti sono diventati rilevanti.
La spesa per la sanità in Italia durante la pandemia
Secondo la Ragioneria Generale dello Stato nel 2021 lo Stato ha speso 127 miliardi e 834 milioni di euro per la sanità in Italia, il 4,2% in più rispetto ai 122 miliardi e 721 milioni del 2020, anno in cui i fondi sono stati il 6,1% in più di quelli del 2019. Nei sei anni precedenti le variazioni, pur positive, erano state più contenute, ed erano oscillate tra un +0,3% nel 2015 e un +2% del 2018. Il modo migliore per analizzare la spesa per la sanità in Italia, soprattutto quando si fanno i confronti tra Paesi, è, però, quello di metterla in relazione al Pil, quindi alle dimensioni dell’economia, o al numero di abitanti.
Qual è la spesa per la sanità in Italia rispetto al Pil
Sempre secondo la Ragioneria Generale l’anno scorso le uscite dello Stato destinate al comparto della salute sono ammontate al 7,2% del Pil. Guardando a questo indicatore possiamo osservare come rispetto al 2020 non vi sia stato in realtà un aumento, ma un calo. L’anno precedente, infatti, gli stanziamenti erano arrivata a valere il 7,4% del prodotto interno lordo.
Cosa è accaduto? L’economia italiana, che, ricordiamo, è cresciuta nel 2021 del 6,6%, si è espansa più della spesa sanitaria, ovvero il denominatore (il Pil) è aumentato più del numeratore (la spesa sanitaria).
Il 7,2% è comunque un valore superiore a quello del periodo pre-pandemico: nel 2019 i fondi dedicati alla salute non superavano il 6,4% del Pil, in leggero calo rispetto al 6,5% dei tre anni precedenti. Secondo gli ultimi documenti programmatici del Governo in futuro l’impegno dello Stato dovrebbe tornare simile a quello dell’ultimo decennio, appena sopra il 6% del prodotto interno lordo, e il livello raggiunto nel 2020, quando si passò dal 6,4% al 7,4% in un anno, dovrebbe rimanere un ricordo se non vi saranno altre emergenze.
Gli stanziamenti per la sanità in termini pro capite
Se, invece, a essere analizzata è la spesa per la sanità in Italia annua pro capite, è l’Ocse a venirci in aiuto. Nel 2021 è stata di 2.833,7 euro per ogni cittadino e da questo punto di vista la crescita rispetto al 2020, quando era stata di 2.685,6 euro, è evidente. Del resto la popolazione non è aumentata, anzi, è diminuita, e quindi l’incremento complessivo dei fondi si è spalmato su meno persone.
In questo caso, però, non parliamo solo di fondi pubblici. L’Ocse prende in considerazione, assieme ai versamenti dello Stato e ai contributi obbligatori alle varie casse, anche quelli effettuati dalle famiglie in assicurazioni sanitarie e quelli “out of pocket”. Questi ultimi sono gli esborsi per visite ed esami fatti presso professionisti senza passare dal Ssn.
Quello che salta all’occhio è il peso non trascurabile della spesa per prestazioni private, 692,1 euro, in proporzione a quella sostenuta dal pubblico per ogni residente, 2.141,5 euro all’anno. Poco meno di un terzo.
Nello specifico, come si vede nella nostra infografica, si tratta di 75,6 euro versati in casse e assicurazioni volontarie, in Italia ancora poco utilizzate, e di 616,5 euro spesi per servizi “out of pocket”.
Negli Usa si spende per la sanità più di 10mila euro l’anno a testa
Cosa succede, invece, all’estero? Tra i Paesi avanzati, europei e non, le differenze in questo campo sono molto ampie.
Prendendo come riferimento l’intera spesa annua pro capite, basti pensare che si passa dai 1.140,8 euro a testa in Lettonia, il dato più basso nell’Eurozona, ai 5.665 in Irlanda. Quest’ultimo valore è esattamente il doppio di quello italiano.
Come è facile immaginare, nei Paesi dell’Europa centrale e settentrionale si spende più che nel nostro. In Germania 5,498,5 euro a testa, circa 10 euro più che in Austria, in Francia 4.159,5, nei Paesi Bassi 5.116,4, nel Regno Unito 4.777,7. Cifre inferiori a quelle italiane, invece, in Spagna, con 2.537,8 euro a testa. Se però volgiamo lo sguardo Oltreoceano vediamo come negli Usa si arrivi addirittura a 10.400,5 (dati 2020).
La spesa per la sanità in Italia privata a confronto con quella estera
Negli Usa a fare decollare la spesa non sono solo i versamenti privati, come si potrebbe immaginare. A fronte di pagamenti volontari verso assicurazioni di 556,4 euro e uscite “out of pocket” di 1.028,2 euro l’anno pro capite, quelle dello Stato e, soprattutto, quelle obbligatorie delle aziende e dei cittadini sono arrivate a 8.815,9 euro per persona. Negli ultimi anni è cresciuta molto soprattutto quest’ultima voce, anche a causa della riforma sanitaria, che ha di fatto costretto molte imprese e famiglie ad aderire a un’assicurazione, mentre parallelamente è diminuita la quota definita “volontaria”, quella non stabilita dalla legge.
Il risultato, forse paradossale, è che oggi la proporzione di spesa sanitaria italiana privata “facoltativa” (quindi non derivante da fondi pubblici o versamenti obbligatori) sul totale è superiore a quella Usa. Nel nostro Paese è del 24,4%, mentre Oltreoceano è del 15,2%.
Non solo, in termini relativi noi spendiamo di più di tasca nostra di gran parte dei nostri vicini europei, sempre se ci riferiamo ai versamenti non previsti per legge. In Germania, per esempio, questi sono di più in valore assoluto, 768,5 euro a testa contro i nostri 692,1, ma in termini percentuali molti meno, il 14% del totale, perché il governo di Berlino e le casse obbligatorie stanziano ben 4.730 euro all’anno per ogni tedesco, contro i nostri 2.541,5.
Il nostro modello assomiglia di più a quello dei Paesi mediterranei e dell’Est
Al contrario, nei Paesi mediterranei e dell’Europa orientale il peso della spesa totalmente privata su quella complessiva è simile o superiore alla nostra. In Spagna, per esempio, è del 26,7%, mentre quello dei pagamenti “out of pocket” è del 19,6%, inferiore al nostro 21,8%.
Possiamo affermare che gli italiani sono tra quelli che dedicano più risorse alle parcelle dei medici e a esami e analisi pagati in proprio, non dallo Stato o da una mutua. Più di noi solo i portoghesi, che versano a questo scopo 657,7 euro a testa, tantissimo a confronto dei 1.471,1 pro capite di spesa pubblica e obbligatoria, e poi i lituani, i greci e i lettoni, per cui la voce “out of pocket” sfiora o supera il 30% del totale.
In sostanza il nostro modello sanitario tende a somigliare a quello dei Paesi mediamente più poveri, a reddito medio-basso, in cui gli insufficienti stanziamenti statali costringono una popolazione sempre più anziana e bisognosa di prestazioni mediche a pagare di tasca propria.
I dati sono del 2020-2021
Fonte: Ocse, Ragioneria Generale dello Stato