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Spazio, Urso: “Il Ddl non riguarda né Starlink né altri progetti”. Però c’è un ma…

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Così il ministro in conferenza stampa quando gli è stato chiesto se il provvedimento sia anche un assist alla compagnia Starlink di Elon Musk. Ma nel ddl restano “le iniziative per l’uso efficiente dello spettro per comunicazioni via satellite e una riserva trasmissiva nazionale”.

Il nostro articolo “Ddl Spazio, il doppio “assist” a Musk” ha tenuto banco ieri nella conferenza stampa a Palazzo Chigi in cui è stato presentato anche il disegno di legge sulla Space Economy da parte del ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Il giornalista Massimo Santucci dell’agenzia Aska ha chiesto a Urso: “Sullo Spazio, leggevo che questa nuova normativa in qualche modo consisterebbe anche un po’ in un assist (ha citato il nostro titolo!) verso la compagnia Starlink di Elon Musk. Volevo capire la ratio?”

E Urso ha risposto: “Il disegno di legge sulla Space Economy non contiene una parte che riguarda le infrastrutture, in quanto tale, quindi, non riguarda né Starlink né altri progetti”

Ascoltando queste parole abbiamo pensato Musk è stato “depennato” dal disegno di legge, ma poi dal comunicato stampa sul sito del Governo leggiamo che il testo contiene un capitolo dedicato alle “Infrastrutture spaziali” e scorrendo, invece, il comunicato stampa pubblicato sul sito web del MIMIT notiamo che restano “le iniziative per l’uso efficiente dello spettro per comunicazioni via satellite e una riserva trasmissiva nazionale” sempre via satellite. E queste due novità rientrano proprio tra le attività che possono essere garantite dalle aziende di Musk.

È chiaro che una legge non riguarda esplicitamente i singoli soggetti, ma…

È chiaro che una legge non riguarda esplicitamente i singoli soggetti, ma se si dichiara di voler adottare misure che favoriscono un certo tipo di business, anticipando anche le regolamentazioni tecniche internazionali con provvedimenti nazionali pur di fare presto, quel tipo di business per ora lo sviluppa solo Musk.

Ma non solo, anche il progetto Kuiper di Amazon, il sistema di connessione satellitare concorrente a Starlink di Elon Musk.

“Noi sappiamo”, ha aggiunto Urso alla domanda del collega dell’agenzia Aska, “che il nostro Paese sarà protagonista sullo Spazio, in futuro anche per il turismo spaziale. Abbiamo il dovere di regolamentare quello che accade, chi può, come e con quale responsabilità utilizzare lo Spazio ai fini economici”.

Tutto questo perché la corsa allo Spazio è già iniziata.

La corsa allo spazio

Ed è in pieno svolgimento. Jeff Bezos mette in fila i miliardi di dollari per mettere in orbita i primi satelliti della sua costellazione di Kuiper.

Dal canto suo Elon Musk sostiene che con il suo servizio, Starlink, raggiungerà 4.200 minisatelliti in servizio nei prossimi 18 mesi, a fronte degli attuali 2mila per arrivare a più di 40mila alla fine, totalizzando un investimento complessivo compreso fra 20 e 30 miliardi di dollari.

Ma i due super imprenditori, star mondiali del mondo del business, non sono da soli in gara. OneWeb, Telesat e Kepler sognano anche loro di connettere il pianeta a Internet con una miriade di piccoli satelliti. Senza dimenticare i tre progetti di costellazione cinesi o di quelli voluti dall’Unione Europea.

Due le proposte illustrate dalla Commissione UE: lavorare ad un regolamento comune per la connettività sicura basata sulla tecnologia spaziale e sviluppare un approccio a livello di Unione europea alla gestione del traffico spaziale. Per la tecnologia spaziale e la connettività sicura, l’Ue investirà 2,4 miliardi di euro fino al 2027.

Ascolta la risposta di Urso alla domanda su assist a Starlink di Musk

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