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Spazio. Prove di Governo lunare, partita l’iniziativa ATLAC delle Nazioni Unite

Nasce l’ATLAC, che cos’è e come funzionerà

L’umanità è tornata ‘nuovamente’ e con maggiore convinzione sulla Luna, ma questa volta sembra volerci restare. Con la corsa lunare ormai riaccesa – testimoniata dal primo atterraggio lunare privato completato con successo da Firefly Aerospace proprio questo mese – la governance delle attività lunari non può più essere lasciata all’improvvisazione o alla sola buona volontà delle potenze spaziali.

È in questo contesto che si inserisce ATLAC, il nuovo Action Team on Lunar Activities Consultation istituito nel 2024 dal Comitato delle Nazioni Unite per gli Usi Pacifici dello Spazio Extra-atmosferico (COPUOS), su cui da quest’anno si sta lavorando al Draft Work Plan 2025-2027.
Il team si è riunito per la prima volta a febbraio 2025, in occasione del 62° Scientific and Technical Subcommittee dello United Nations Office for Outer Space Affairs (UNOOSA), sotto i nuovi presidenti Mr Hasan Abbas dal Pakistan e Ms Ulpia Elena Botezatu dalla Romania. In questi mesi sarà finalizzato il piano di lavoro.

Come spiegato da Dennis O’Brien su Modern Diplomacy, ATLAC, nata formalmente nella riunione di febbraio del COPUOS, rappresenta una delle risposte più concrete alla crescente esigenza di regole condivise per le attività lunari.

In un panorama globale sempre più affollato – dove missioni governative, consorzi internazionali, startup e ONG guardano alla Luna non solo come laboratorio scientifico, ma come spazio economico e geopolitico – la mancanza di una struttura per il dialogo multilaterale rischia di diventare un punto critico.

Un passo oltre il Trattato sulla Luna del 1979

L’ATLAC si inserisce nel solco delle precedenti iniziative internazionali, cercando di correggere gli errori del passato. Il Trattato sulla Luna del 1979, ad esempio, tentò di colmare le lacune del Trattato sullo Spazio del 1967, ma fallì clamorosamente: la sua proposta di una gestione collettiva delle risorse spaziali spaventò le grandi potenze, che temevano un’autorità sovranazionale simile a quella della Convenzione sul Diritto del Mare. Il risultato? Nessuno dei Paesi con capacità spaziali firmò il trattato.

Per decenni, la questione restò marginale: con lo spostamento dell’interesse verso l’orbita bassa terrestre e altri pianeti, la Luna sembrava uscita dai radar strategici. Ma l’arrivo dei veicoli di lancio riutilizzabili nel 2015, e soprattutto la scoperta di ghiaccio d’acqua nei crateri polari lunari nel 2018, ha cambiato tutto.

Non solo, c’è anche il programma Artemis della NASA avviato nel 2022 e che riporterà l’uomo sulla Luna, c’è il progetto Gateway di NASA, ESA, JAXA e CSA per realizzare una stazione spaziale in orbita lunare per i futuri viaggi vero Marte.

La Luna è tornata ad essere economicamente accessibile e scientificamente appetibile.

ATLAC: un ponte tra le norme e la prassi

A differenza del Working Group on Legal Aspects of Space Resource Activities (SRWG), che lavora alla stesura di un possibile accordo giuridico internazionale, ATLAC ha un mandato consultivo ma altrettanto strategico: esplorare la creazione di un meccanismo internazionale – non un’autorità, ma una piattaforma – per facilitare le consultazioni tra Stati sulle attività lunari.

L’obiettivo è duplice: evitare interferenze potenzialmente dannose tra missioni e costruire uno spazio di fiducia, trasparenza e cooperazione. ATLAC opererà sotto l’egida dell’ UNOOSA e sarà aperta a tutti gli Stati membri del COPUOS.

Una struttura multilaterale

L’importanza dell’ATLAC risiede anche nella sua struttura. La scelta dei co-presidenti da Romania e Pakistan riflette la volontà di bilanciare la leadership tra le diverse anime del ritorno lunare: da un lato il programma Artemis, promosso dalla NASA e dai suoi partner occidentali; dall’altro l’International Lunar Research Station, guidata da Cina e Russia.

Il messaggio è chiaro: la governance della Luna deve essere globale, non geopoliticamente polarizzata.

Tra i principi cardine emersi nelle consultazioni preliminari con gli Stati membri troviamo:

Una governance a due gambe di ATLAC e SRWG

ATLAC non è sola. Come detto, il suo lavoro è complementare a quello del SRWG, che dovrà concludere i propri lavori entro il 2027, eventualmente proponendo un vero e proprio accordo internazionale su risorse e attività spaziali. ATLAC, invece, sta gettando le basi per il “meccanismo” – cioè un’agenzia o piattaforma tecnica – che permetterà di far funzionare tale accordo nella pratica quotidiana.

La governance lunare che si sta delineando è quindi a due gambe: una normativa, l’altra operativa. Un equilibrio delicato ma necessario per affrontare le sfide della nuova era lunare.

ATLAC per cercare regole condivise, l’alternativa è il far west spaziale

In un momento in cui le ambizioni lunari si moltiplicano e l’economia spaziale si espande, ATLAC rappresenta un punto di svolta. Non una sovrastruttura burocratica, ma un tentativo realistico di creare regole condivise prima che sia troppo tardi. L’alternativa sarebbe il far west spaziale, con il rischio di conflitti, sprechi e danni ambientali irreparabili.

ATLAC potrebbe dunque diventare la tessera mancante nel mosaico di una governance lunare inclusiva, sostenibile e cooperativa. E, forse, servire da modello anche per le future missioni su Marte e oltre.

La Luna è ormai a portata di mano per molti Governi, di fatto è il prossimo orizzonte politico ed economico dell’umanità. E ATLAC è il primo tavolo dove questo futuro si comincia a negoziare.

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