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Spazio, nel documento del Governo si punta alla “autonomia strategica”, ma si guarda anche a Starlink 

“L’Italia deve perseguire sempre più ampi margini di autonomia strategica nel settore spaziale, al fine di dare un contributo importante alla sovranità tecnologica europea”. Fa un certo effetto leggere questo punto chiave nel documento di “Indirizzi del Governo in materia spaziale e aerospaziale”, pubblicato ieri, nel pieno dibattito su Meloni-Musk e dell’apertura di un’istruttoria da parte dell’esecutivo per valutare l’uso di Starlink/SpaceX per le comunicazioni sicure in ambito militare e diplomatico e nella pubblicazione della gara in Lombardia per utilizzare la connettività via satellite (fungendo da rete di backhauling, integrandola dal cabinet alla rete di accesso terrestre su portante in fibra ottica o radio-FWA) per colmare il digital divide in alcune zone remote e rurali. Qui Starlink è la favorita. 

Ma torniamo al documento di “Indirizzi del Governo in materia spaziale e aerospaziale”. Non veniva pubblicato dal Conte I. 

Per la premier Meloni, che ha firmato l’introduzione, “lo Spazio non è solo una frontiera per l’esplorazione scientifica ma un pilastro fondamentale per la sicurezza nazionale, la crescita economica e il progresso tecnologico”.

Negli ultimi 5 anni l’Italia ha investito nel settore spaziale 10 miliardi. Nel Disegno di legge sulla Space Economy sono previsti 7,2 miliardi di investimenti pubblici entro il 2027.

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