Donald Trump, presidente degli USA, identifica nei videogiochi una delle cause dell’ondata di violenza nelle scuole americane.
A pochi giorni dalla sparatoria avvenuta a Parkland, in Florida, Donald Trump si è scagliato contro i capisaldi della cultura pop odierna, come film e videogiochi violenti.
“Dobbiamo fare qualcosa”, ha detto il presidente degli Stati Uniti durante un incontro alla Casa Bianca sul tema sicurezza nelle scuole. “Sempre più gente dice che il livello di violenza dei videogiochi influenza i pensieri dei giovani”.
Pochi giorni prima, si era espresso sullo stesso argomento Matt Bevin, governatore del Kentucky, con la seguente dichiarazione: “Ci sono videogiochi classificati per un pubblico adulto. I bambini ci giocano, tutti lo sanno, e non c’è niente che gli impedisca di giocare a qualcosa che celebra il massacro delle persone”.
Chris Grady, uno dei sopravvissuti alla sparatoria di Parkland, ha definito “una scusa patetica” le dichiarazioni di Trump. “Sono cresciuto giocando ai videogiochi”, ha dichiarato Grady, “anche sparatutto in prima persona, e non penserei mai di togliere la vita a un’altra persona”.