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Space economy, la corsa dei data center alla Luna e alla sua orbita

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L'azienda specializzata in data center Lonestar ha da poco inviato le sue apparecchiature di prova sulla Luna a bordo di un lander lunare. Ma non è la sola.

Mandare i data center sulla Luna, e in orbita lunare tramite satelliti appositi, per conservare nello spazio i nostri dati o quelli dei governi. E’ questa la nuova frontiera del sovranismo digitale? Vedremo, ma nel frattempo è questa l’idea della startup americana Lonestar, che non fa mistero di guardare allo spazio per mandare data center via dalla Terra e garantire così una sicurezza a prova di bomba.

In Italia, ad esempio, il grosso dei data center sono concentrati intorno a Milano. Ma l’obiettivo è diffonderli un po’ su tutto il territorio, vista la crescente domanda di traffico. Ma l’ipotesi spaziale non è certo da disdegnare. Anzi.

Primi test di mini data center lunari

Racconta il sito della Bbc che il mese scorso, l’azienda con sede in Florida ha reso noto di aver testato con successo un mini data center delle dimensioni di un libricino, che è stato trasportato sulla Luna dal lander lunare Athena dell’azienda statunitense di esplorazione spaziale Intuitive Machines. Questo, a sua volta, era stato lanciato da un razzo della SpaceX di Elon Musk.

Più sicurezza e energia solare

Nella visione di Lonestar sono due i vantaggi principali di un data center nello spazio sono da un lato, la sicurezza, dall’altro l’energia solare, più vicina rispetto alla Terra.

L’idea sembra forse balzana, ma in realtà sta rapidamente prendendo piede, anche perché la domanda di data center con l’esplosione dell’intelligenza artificiale sta aumentando in maniera esponenziale e i luogi per ospitare data center non sono poi così tanti.

Non è la prima volta che ne parliamo su Key4biz: Lonestar ha già portato i suoi data center sulla Luna a febbraio 2024, testando un data center software-defined) e presto si potranno realizzare le prime infrastrutture per insediamenti automatizzati e presto umani. In questo la nostra Agenzia Spaziale, l’Asi, sta già lavorando allo sviluppo di moduli abitativi/lavorativi per il progetto Artemis della Nasa.

Secondo stime di McKinsey, la domanda di data center crescerà del 19%-22% all’anno fino al 2030.

Difficile trovare una location per data center sulla Terra

Trovare la location più adeguata per posizionare un data center non è facile, vista la quantità notevole di energia che consuma e la necessità di sistemi di raffreddamento molto potenti. Senza dimenticare il fatto che le comunità locali non sono entusiaste di averli sul territorio.

Metterli in orbita intorno alla Luna o alla Terra potrebbe essere una buona soluzione, che salva capra e cavoli.

Inoltre, i data center spaziali potrebbero anche specializzarsi in trattamento dati nello spazio, pensando alla trasmissione di dati space-to-space.

Lo scorso anno, uno studio di fattibilità commissionato dalla Ue realizzato da Thales Alenia Space – joint venture fra la francese Thales e l’italiana Telespazio – ha mostrato che realizzare data center nello spazio potrebbe trasformare il panorama digitale europeo ed essere nel contempo più eco-friendly.

Thales Alenia Space ha messo in cantiere la realizzazione di una costellazione di 13 satelliti da 10 megawatt, pari a un data center di medie dimensioni con 5mila server.

Un tema per i data center spaziali è quello dei lanci, che non sono certo a somma zero per l’ambiente. Un lanciatore adatto potrebbe essere pronto intorno al 2037. Quindi c’è ancora tempo.

Costi elevati

Per ora, lanciare oggetti di qualsiasi genere in orbita è molto costoso.

C’è poi un’altra complicazione tecnologici, il fatto che per quanto lo spazio sia di natura freddo, saranno necessari dei sistemi di raffreddamento che però senza gravità sono molto difficili da far funzionare.  

Le condizioni atmosferiche spaziali possono inoltre danneggiare l’elettronica dei data center, mentre la presenza crescente di detriti in orbita rischia sempre di danneggiare l’hardware. Ed è facile immaginare che un intervento di riparazione nello spazio è di per sé complessa, oltreché costosa.

Oltre a Lonestar, che punta a mandare il primo data center in orbita lunare nel 2027, c’è già un altro competitor, si chiama Starcloud, con sede a Washington, che sarebbe pronto a lanciare il suo primo data center il mese prossimo, per cominciare l’attività commerciale nel 2026.  

Nuove prospettive per la sovranità digitale

Sarebbe anche un nuovo capitolo per la sovranità digitale. I data center spaziali sarebbero come delle ambasciate, della stessa nazionalità di chi li ha mandati in orbita.

Vista la rapidità con cui si sta sviluppando la space economy si capisce l’interesse per il DDL Spazio al vaglio del Parlamento, che ha lo scopo di normare il nuovo dominio.

Leggi anche: Data center spaziali attorno alla Luna, il progetto della startup Lonestar

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