“Nel raffronto con gli Usa sul terreno della disciplina privacy è emersa con chiarezza un’accezione identitaria della sovranità digitale: la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha contributo, in particolare con le due sentenze Schrems, a delineare l’Ue come “comunità di diritto” caratterizzata da un sistema di tutela della persona (anche e soprattutto rispetto alle insidie poste dalle nuove tecnologie) non derogabile, nel suo nucleo essenziale, neppure per quelle superiori esigenze di sicurezza nazionale che negli Usa legittimano così significative limitazioni delle libertà individuali”, Lo ha detto Pasquale Stanzione, Presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali nel suo intervento al Security Summit Streaming Edition del Clusit.
Nelle due sentenze Schrems la Corte di Giustizia Ue sottende un’idea di sovranità digitale come non subalternità del sistema europeo di tutela della privacy rispetto a ordinamenti meno garantisti come quello Usa.
“Interrogarsi sull’idea di sovranità digitale in un’epoca, quale quella attuale, di ripensamento radicale del senso e degli attributi della sovranità – insidiata da sempre più pervasivi poteri privati – vuol dire analizzare i nervi scoperti della nostra società e coglierne fino in fondo l’evoluzione. Nessuna “microfisica” del potere, per riprendere Foucault, potrebbe oggi prescindere dall’analisi dell’impatto dirompente del digitale sul nostro vivere, in privato e in pubblico e sulla stessa dinamica democratica”, ha proseguito Stanzione.
La nostra si va sempre più configurando come una “società delle piattaforme”, ha proseguito Stanzione, aggiungendo che le piattaforme sono oligopoliste non tanto e non solo in ragione della loro potenza economica e commerciale, quanto piuttosto per il possesso della principale infrastruttura sociale, oltre che tecnologica: la rete.
Pasquale Stanzione, l’intervento al Premio Dona
Oggi il presidente Stanzione è intervenuto al Premio Vicenzo Dona, l’evento annuale organizzato dall’Unione Nazionale Consumatori (UNC). il Presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali Pasquale Stanzione al suo debutto in un evento pubblico nel mondo dei consumatori: “La pandemia ha accelerato in ogni campo il processo di digitalizzazione, con il merito di mostrarcene, oltre ai rischi possibili, anche le straordinarie potenzialità – si legge nella nota – L’esperienza del tracciamento dei contatti, della telemedicina, dell’applicazione ai dati epidemiologici di tecniche di intelligenza artificiale, hanno rappresentato un’importante occasione di sviluppo e sperimentazione di soluzioni innovative. Tuttavia, si è anche compreso come la sanità digitale vada realizzata all’interno di un progetto organico e lungimirante di governance, che minimizzi i rischi cibernetici e promuova una destinazione solidaristica dei dati, anche a fini di ricerca, ma con le dovute cautele, per evitare ogni possibile reidentificazione delle persone. Le potenzialità emerse in questo contesto non vanno disperse, le risorse messe in campo vanno valorizzate all’interno di una strategia di innovazione che abbia come scopo ultimo la persona, le cui vulnerabilità vanno protette, per garantire quella pari dignità sociale promessa dalla Costituzione. La protezione dei dati personali è, in questo senso, una componente essenziale di questo percorso, nella sua capacità di realizzare una virtuosa sinergia tra la tutela della persona e gli altri beni giuridici in gioco.”
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