Perdere mille euro non è che sia il massimo; poco importa se la somma lascia per sempre le nostre tasche sotto forma di contante oppure in qualità di smartphone di ultima generazione. Le statistiche sono un po’ datate, ma nel 2015 più di 3 milioni di telefonini venivano persi ogni anno, e c’è da scommettere che il progressivo aumento di dispositivi nel pianeta abbia fatto ulteriormente aumentare questo dato.
La crescita delle dimensioni dei display – dopo che qualche anno fa, subito prima dell’avvento degli smartphone, la miniaturizzazione aveva portato a cellulari piccolissimi e leggeri – li rende, è vero, un po’ più difficili da smarrire senza accorgersene, ma allo stesso tempo proprio per il loro ingombro vengono sempre più spesso appoggiati su un tavolino, su una scrivania, su un comodino non appena ci si siede o si è un po’ più comodi, all’arrivo sul luogo di lavoro o quando si gusta un caffè al bar. Tutti posti dove, poi, è davvero molto semplice lasciare il proprio prezioso dispositivo, per poi accorgersene quando è troppo tardi.
Le soluzioni software
Si dirà: la tecnologia. E in effetti i metodi per rintracciare uno smartphone che non si trova più non mancano, come i vari “Trova il mio iPhone/Android”: è però necessario che il dispositivo sia accesso e connesso a Internet, perciò se nel frattempo la batteria si è scaricata (o se il telefono è stato rubato da un malintenzionato abbastanza scaltro da spegnerlo immediatamente) abbiamo pochissime possibilità di recuperarlo.
Più semplicemente, per fortuna, a volte lo smarrimento è solo temporaneo, ma proprio quando ne abbiamo bisogno: dobbiamo uscire e il telefono non si trova, magari è perso tra le lenzuola e abbiamo messo la vibrazione, per cui nemmeno chiamarci con un altro dispositivo serve a qualcosa. L’Apple Watch ha un’apposita funzione che fa suonare con un tono acuto e avvertibile l’iPhone smarrito, se si trova a distanza di Bluetooth; e Google ha portato al livello superiore l’affidabilità delle app di individuazione, arrivando addirittura a segnalare la stanza della casa in cui si trova il nostro smartphone.
Il problema della mappatura indoor
Già, perché di norma il GPS è efficiente, ma non molto preciso: trovare una freccia che punta al centro commerciale da cui siamo appena usciti ci permette di sapere che il telefono si trova effettivamente lì, ma fino ad oggi non avevamo modo di sapere esattamente dove. Gli ultimi cambiamenti al Find My Device di Google portano il supporto alla mappatura interna a portata di click: è però necessario che qualcuno in precedenza carichi la piantina relativa su Google Maps e abbia a disposizione un sistema di indoor positioning. La prossima frontiera per questo genere di applicazioni, dopo che ormai tutto ciò che si trova sotto il sole è stato accuratamente registrato in più modi (dalle immagini via satellite fino a Street View, per navigare in prima persona per le strade delle città della Terra), è proprio l’accesso a ciò che finora era protetto da porte e da muri, con tutto quello che comporta in termini di privacy e di sicurezza, anche internazionale. Per questo per ora la mappatura indoor riguarda luoghi pubblici di grandi dimensioni come gli aeroporti e gli stadi.
Le possibilità di cancellazione da remoto
In ogni caso, alla nostra sbadataggine non c’è probabilmente rimedio, e per questo è meglio premunirsi nel caso in cui il costosissimo smartphone che ci siamo appena comprati, malgrado approfittando del Black Friday, finisca in mani sbagliate. Oggi, grazie alle tariffe sempre più basse della telefonia mobile (su SosTariffe.it potete trovare le occasioni più vantaggiose attualmente disponibili sul mercato), i dispositivi di questo genere sono costantemente connessi alla Rete, il che dà anche qualche possibilità in più a chi vuole evitare che i propri dati sensibili vengano visti e, peggio, utilizzati dai malintenzionati.
Per questo è buona regola, prima di tutto, usare il blocco dello schermo, anche se per molti il semplice swipe sulla superficie del telefono, ripetuta decine di volte in un giorno, è una scocciatura in più.
Le varie tecnologie di riconoscimento dell’impronta digitale o del volto del proprietario spesso sono una scorciatoia, ma basta trovarsi in situazioni particolari – ad esempio appena svegli, o in una stanza buia, per quanto riguarda l’accesso via FaceID e tecnologie simili – per rendere più complicato del solito l’accesso al nostro dispositivo: meglio comunque portare un po’ di pazienza e non rimuovere queste barriere, di fatto l’unica vera “porta blindata” a ciò che custodiamo nel cellulare (praticamente tutto, al giorno d’oggi).
Per evitare che il telefono lasciato a sé stesso venga notato da qualcuno intenzionato a restituirlo ma impossibilitato a farlo, proprio perché il blocco schermo impedisce anche di accedere alla lista dei contatti, Android e iOS prevedono delle modalità “smarrimento” (da attivare via web dal proprio account Google o iCloud, o da un altro dispositivo della stessa “famiglia”) che visualizzano sullo schermo del cellulare un numero e un messaggio a scelta dell’utente. Se invece il telefono non è più raggiungibile o si sospetta un furto, a questo punto c’è una sola cosa da fare: cancellarlo, in modo che non sia più possibile utilizzare a nostro danno le informazioni qui contenute. Fortunatamente, gli stessi servizi già citati consentono di effettuare un reset completo, sempre in remoto: non si ritroverà più lo smartphone ma, perlomeno, eviteremo guai più grossi.
Le assicurazioni per lo smartphone
L’ultima alternativa è la stipula di un’assicurazione per lo smartphone, che consente di proteggere a 360 gradi i propri dispositivi: a fronte di un pagamento mensile di pochi euro, si ha diritto non solo alla riparazione rapida in caso di danni, ma anche alla protezione contro i furti. Altri operatori, soprattutto quelli che forniscono i dispositivi di telefonia mobile a rate insieme alla tariffa per i minuti di conversazione e il traffico dati, consentono di acquistare una polizza Kasko che elimina anche la perdita economica derivata da un cellulare smarrito o rubato. L’importante è che l’oggetto assicurato sia stato acquistato negli ultimi due anni; le polizze possono essere attivate fino a 24 mesi ma anche per un periodo di tempo limitato, ad esempio quando si prevede una lunga trasferta di lavoro e le possibilità di perdere il proprio dispositivo aumentano.
Fonti:
https://expandedramblings.com/index.php/smartphone-statistics/9/
https://www.statista.com/statistics/441650/items-lost-stolen-while-traveling/
https://www.google.com/maps/about/partners/indoormaps