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SosTech. L’Internet del futuro? Si indossa e si guarda

di Giordano Rodda |

Tra le tendenze del futuro, una grande crescita della realtà virtuale e dei contenuti video, mentre rallentano le connessioni fisse.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

L’ultima edizione del Cisco Visual Networking Index dà una rappresentazione molto precisa di come cambierà il mondo delle reti da qui al 2021, in termini di tipologia, traffico, protocolli e dispositivi. Tra le tendenze del futuro, una grande crescita della realtà virtuale e dei contenuti video, mentre rallentano le connessioni fisse.

Apparecchi ancora più smart

Si fa presto a dire “smartphone”: eppure è sotto gli occhi di tutti come un iPhone di dieci anni fa sia profondamente diverso da uno di oggi, con possibilità di pagamenti NFC, sincronizzazione perfetta con i propri wearable, riconoscimenti biometrici e, soprattutto, un uso ancora più intenso della Rete, grazie alle offerte sempre più convenienti per quanto riguarda Internet mobile (su SosTariffe.it si possono trovare le migliori promozioni del momento).

Insomma, i dispositivi smart diventano ancora più smart. La cosa non riguarda soltanto i telefoni, ovviamente: dopo il successo dei phablet, uno po’ smartphone un po’ tablet, anche i PC stanno sperimentando nuovi approcci per il loro form factor (basti pensare ai nuovi Surface di Microsoft).

Secondo i calcoli di Cisco, entro il 2021 ci saranno 8,3 miliardi di dispositivi portatili e, dato forse ancora più impressionante, 3,3 miliardi di connessioni M2M, machine to machine, dalla raccolta dei dati fisiologici dei pazienti e trasmessi direttamente alle strutture sanitarie all’integrazione completa del GPS sulle auto. Soprattutto, chi non evolve resta al palo: i cellulari non smart passeranno dall’attuale 40% del totale al 13% del 2021, mentre gli smartphone conquisteranno sempre più spazio, superando nel 2021 il 50% di tutti i dispositivi.

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Il futuro è del 5G

Cisco si è anche soffermata sui protocolli più diffusi per la telefonia mobile e il traffico dati. Il 2018 sarà l’anno in cui i dispositivi in grado di supportare reti 3G o 3.5 supereranno quelli fermi al 2G, ma nello stesso tempo gli apparecchi 4G sorpasseranno proprio i 3G. Nel 2021, a supportare le reti 4G sarà il 53% dei dispositivi totali, mentre per il 5G ci sarà ancora da aspettare: la crescita, dal 2020 (quando appariranno i primi apparecchi 5G-ready) al 2021, sarà di più del 1000%, ma i 25 milioni di early adopter rappresenterano un misero 0,2% del totale. Dato che, è chiaro, salirà in maniera molto ripida negli anni successivi.

I dati numerici assoluti non devono però distogliere l’analisi dal fatto che la grande maggioranza dei dati mobile è già su reti 4G e il distacco è destinato ad aumentare. L’anno scorso, il 4G supportava il 69% del traffico mobile totale, e nel 2021 questa percentuale arriverà al 79%. Sempre nel 2012, quello sparuto 0,2% di 5G di cui si parlava prima sarà in grado di veicolare l’1,5% del traffico mobile, grazie all’ampiezza della banda e alla bassissima latenza.

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Il mistero wearable

Riguardo agli “indossabili”,  il dibattito è ancora aperto. Da una parte flop clamorosi come i Google Glass, dall’altra prodotti di discreto successo ma ancora decisamente di nicchia come gli Apple Watch o i Samsung Gear. Non siamo ancora pronti per un uso massiccio dei wearable o ci sono state delle previsioni sbagliate da parte dei guru dell’informatica, Sergey Brin – che per mesi si è fatto fotografare con i suoi Glass inforcati – in testa?

C’è da dire che le potenzialità per il mercato sono elevatissime, basti pensare a quanto possano essere utili i big data relativi ai valori biologici di una persona per la sanità, o per il mercato assicurativo. Secondo l’analisi di Cisco, nel 2021 ci saranno al mondo 929 milioni di dispositivi indossabili, triplicando i dati di oggi. A far la parte del leone sarà – manco a dirlo – l’America del Nord, con una percentuale del 41%, mentre l’area asiatico-pacifica scenderà dal 31% al 28%, comunque al secondo posto.

Grandi aspettative ci sono poi per la realtà virtuale, con i visori che proprio nel 2016 hanno esordito nel mondo dei prodotti di consumo. Dai 18 milioni dell’anno scorso in 5 anni si passerà a 100 milioni, e più della metà di questi apparecchi sarà connessa con gli smartphone, mentre gli altri saranno collegati a PC, console e qualcuno sarà anche stand-alone.

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La crescita degli hotspot Wi-Fi

Le connessioni 4G e le future 5G garantiscono una navigazione in grado di rivaleggiare, come velocità e latenza, con la fibra ottica, ma la stabilità e la qualità degli hotspot Wi-Fi non si battono. Ecco perché sempre più operatori – ad esempio Vodafone e Fastweb – permettono ai loro utenti di mettere a disposizione una parte della loro banda, senza che si verifichino rallentamenti, in cambio della possibilità di sfruttare la banda degli altri utenti iscritti ai relativi programmi, quando sono fuori casa.

Secondo Cisco, la crescita degli hotspot Wi-Fi sarà addirittura di sei volte rispetto ad ora, dal 2016 al 2012: da 94 milioni a 541,6 milioni. Cisco si è anche soffermata sull’analisi del traffico via Wi-Fi, che comprende anche il traffico di quei dispositivi che sono connessi solo con il wireless. In particolare, Wi-Fi e mobile stanno crescendo a una velocità superiore rispetto al traffico fisso, quello del “vecchio” cavo Ethernet. Nei prossimi anni questa tendenza diventerà ancora più innegabile: il traffico da connessione fissa scenderà dal 52% del totale al 33% nel 2020.

 

Il traffico? Soprattutto video

Ma tutto questo traffico, in particolare per i dati su dispositivo mobile, di che tipo sarà? Grazie alla definizione sempre più alta dei contenuti video, saranno proprio questi a monopolizzare la banda: di 49 exabyte mensili attraverso la rete mobile nel 2021, ben 38 saranno di contenuti video, che del resto già dal 2012 rappresentano più della metà del traffico mobile globale. Questo avrà degli effetti anche sul traffico nell’ora di punta, visto che, per quanto le abitudini siano cambiate con Netflix e servizi analoghi, c’è sempre un “prime time” molto ben preciso quando si tratta di mettersi davanti alla propria serie televisiva o a un buon film, intorno all’ora di cena e nelle ore successive. Mentre l’uso generale del web è sparso in maniera abbastanza uniforme durante il giorno, per i video la logica è diversa, e questo si potrebbe tradurre in problemi di traffico troppo elevato alla sera. Una sfida che le infrastrutture mobili del futuro dovranno essere in grado di affrontare e di superare.

Fonte: http://www.cisco.com/c/en/us/solutions/collateral/service-provider/visual-networking-index-vni/mobile-white-paper-c11-520862.html

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