Sarà probabilmente un sintomo della nostra incapacità moderna a gestire cose che – fino a poco tempo fa – in un modo o nell’altro eravamo in grado di affrontare. Per altri sarà l’addio a tutta una serie di impacci e complicazioni che impedivano la nascita di un rapporto chiaro e soddisfacente. Che il dating online sia da tempo qualcosa di molto diverso rispetto all’ultima spiaggia di single incalliti di ogni latitudine è però indiscutibile, e ci mostra come ancora una volta le app siano entrate fin nella nostra sfera più intima, dettandone tempi e regole, nuovi rituali e nuove tipologie di fallimento.
La faticosa ricerca di un partner via Tinder, Bumble e via discorrendo, con il moltiplicare delle occasioni a disposizione ha creato ancora più tentativi falliti, imprevisti, mezzi disastri. Non è un caso che “Cat Person” – il racconto di un incontro amoroso assai poco soddisfacente pubblicato qualche mese fa sul New Yorker – sia nato da un’analoga esperienza dell’autrice, la semisconosciuta Kristen Roupenian. Così tante persone si sono identificate con la vicenda della giovane protagonista Margot che il racconto è stato letto milioni di volte, e la Roupenian ha ricavato un anticipo di 1,2 milioni di dollari da Scout Press per la pubblicazione della sua raccolta di racconti, You Know You Want This. È successo anche a me è il ritornello che non manca mai, quando ci si scambiano le esperienze sulle piattaforme per il corteggiamento digitale. In epoca di #metoo e di ridefinizione anche delle “regole d’ingaggio” in una potenziale coppia, cambiano anche gli approcci: una delle co-fondatrici di Tinder, Whitney Wolfe Herd, ha lasciato la sua vecchia azienda (denunciandola per molestie sessuali) e dato vita a Bumble, la dating app che si distingue dando alle donne maggiore controllo (sono loro, infatti, a scegliere se iniziare una conversazione o meno).
Per un giovane americano su tre è la norma
Secondo una stima recente, il giro d’affari delle app di dating è di 4,6 miliardi, circa un quinto di tutto il mercato degli incontri, con una crescita annuale solo negli Stati Uniti di 100 milioni di dollari. Il 30% degli utenti USA tra i 19 e i 29 anni utilizza abitualmente siti o app di appuntamenti; in Italia a districarsi tra Tinder, Badoo, Lovoo e similari sono quasi nove milioni di persone.
Del resto utilizzare una app invece dei comuni siti d’incontri ha i suoi vantaggi: è immediato, costa poco ovunque ci si trovi (in particolar modo dopo l’abolizione del roaming in Ue; per scoprire le offerte più convenienti nell’ambito della telefonia mobile basta consultare SosTariffe.it), si possono sfruttare tecnologie come la geolocalizzazione (e quindi, quando si arriva in un’altra città, vedere subito chi è in cerca di partner in quel luogo). E non è detto che sia solo la cosa di una notte: secondo un paper universitario intitolato «The strength of absent ties: social integration via online dating», ad opera dei professori di economia Josuè Ortega dell’università dell’Essex e Philipp Hergovich dell’università di Vienna, le app di dating hanno avuto un ruolo rilevante nell’aumentare le unioni tra persone di etnie e ambienti sociali diversi, e in più i matrimoni – non pochi – che sono nati da un semplice swipe verso destra sembrano tendere a sciogliersi meno frequentemente e ad essere più solidi. Inoltre, visto che nei tempi strettissimi in cui si decide se un profilo piace o meno bisogna presentarsi al meglio, una giornalista neozelandese, Madeleine Holden, ha messo su un piccolo business scrivendo le striminzite bio associate alla propria immagine, navigando tra un oceano di battute mal riuscite, aforismi profondo-agghiaccianti ed esibita sicurezza di sé.
Anche Facebook si improvvisa Cupido
Un mercato tanto ricco non può non attirare l’attenzione dei colossi di Internet, a quanto pare tutt’altro che convinti di lasciare a Tinder, Bumble e soci tutta la torta. Così Mark Zuckerberg ha presentato in anteprima Dating, il servizio nato per favorire gli incontri. Al di là delle inevitabili ironie sulla privacy – vera croce del social network più famoso del mondo in questi ultimi mesi – c’è poco da scherzare, perché quando Facebook entra in un settore difficilmente lo fa in punta di piedi. In particolare, secondo quanto dichiarato da Zuckerberg durante la presentazione avvenuta al keynote per sviluppatori F8, questo strumento dovrebbe puntare soprattutto a creare relazioni a lungo termine, e non soltanto incontri usa-e-getta. E sempre il CEO da subito ha chiarito di aver messo al primo posto, nel progettare il nuovo strumento, le comprensibili preoccupazioni relative a sicurezza e privacy.
Come sarà Dating
Si sa ancora poco di come funzionerà Dating, se non che sarà disponibile direttamente sulla app di Facebook via smartphone, attraverso un’icona localizzata nella parte superiore destra dello schermo. Da qui si accederà a un portale chiamato “Dating Home”. Sarà possibile creare un profilo per gli incontri utilizzando soltanto il proprio nome di battesimo, e che non potrà essere visto dai propri amici o nel feed di Facebook, ma solo dalle persone che hanno dato l’ok all’utilizzo del servizio di dating. Il portale mostrerà anche gli eventi nella zona relativi ai propri interessi, con tanto di lista dei profili di chi sta usando l’app di dating e parteciperà.
Un po’ come Tinder (e in effetti non sarebbe probabilmente troppo saggio rinunciare a un tipo d’interfaccia usato da milioni di persone ormai da anni) si potrà dichiararsi interessati ai profili che vengono proposti oppure passare a quello successivo; in caso di interesse, bisognerà poi selezionare una delle foto dell’utente per iniziare una conversazione, presumibilmente sugli interessi comuni. Se l’altra persona deciderà di rispondere, invierà un messaggio privato (solo testuale e non legato né a Facebook Messenger né a WhatsApp, per motivi di sicurezza).
Ancora non è stato reso noto quando Dating farà la sua comparsa nelle app per smartphone di mezzo mondo (senza che sia necessario scaricare un programma apposta, vantaggio non da poco rispetto ai concorrenti) ma dovrebbe essere questione di qualche mese. Forse si tratta solo di aspettare che si siano calmate un po’ le acque intorno a Facebook, perché una cosa è sicura: dopo i recenti eventi, sarà davvero una grossa prova di fiducia permettere al social network di mettere il naso nei nostri affari più privati.
Fonti:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-02-14/una-relazione-3-nasce-online-e-app-dating-valgono-46-miliardi-112459.shtml?uuid=AEnbPezDhttps:/
/thespinoff.co.nz/society/16-05-2018/what-i-learned-from-my-first-month-of-drafting-tinder-bios-for-cash/http:/
/www.businessinsider.com/facebook-announces-new-dating-app-features-2018-5?IR=T