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SosTech. La spesa? La faccio con lo smartphone

Se c’è una cosa che abbiamo imparato dai giganti dell’hi-tech, è che la loro ambizione di cambiare il mondo non conosce quasi limite. Un tempo erano motori di ricerca, PC e smartphone, social network e servizi per la consegna a domicilio di libri e DVD; oggi sono auto che si muovono da sole, infrastrutture satellitari per Internet planetario, supermercati senza più personale.

Ad esempio Jeff Bezos, il CEO di Amazon, non fa alcun mistero di non guardare in faccia nessuno quando si tratta di cambiare alla radice i modelli di distribuzione della merce che davamo per scontati – e credevamo immutabili – solo pochi anni fa. La logistica di Amazon è talmente raffinata e limata giorno dopo giorno che in molti, ormai, non scelgono nemmeno più di fare un salto al negozio sotto casa per comprarsi uno shampoo o il detersivo per i piatti: meglio farselo arrivare in 24 ore, grazie a un servizio che ormai sta quasi riducendo a zero il tempo che passa tra la ricezione dell’ordine e le operazioni di carico del pacco già imballato sul furgono del corriere.

I supermercati del futuro

Questo avrà – e in parte già ha, naturalmente – degli effetti che possiamo soltanto iniziare a immaginare per quanto riguarda le professioni del futuro. Quello che è certo è che il modello del vecchio supermercato a corsie, con le file alle casse dove gli impiegati rilevano uno dopo l’altro il prezzo degli articoli nel carrello, è destinato a tramontare.

I supermercati Amazon Go – il primo è stato aperto qualche mese fa a Seattle – sono con buona approssimazione uno sguardo verso il futuro prossimo: non ci sono né casse (e cassieri) né code per i clienti. Non sono necessari: una combinazione altamente professionale di sensori, computer vision e machine learning è infatti in grado di rilevare in tempo reale ciò che sta comprando il cliente e addebitarlo direttamente sulla sua carta di credito o debito. E quanto sembra, gli Amazon Go sono pronti anche allo sbarco in Europa, come ha dimostrato un recente documento dell’Intellectual Property Office inglese che ha registrato lo slogan dei supermercati Amazon Go anche per l’Inghilterra (“Niente coda, niente casse. (No, sul serio)”).

Sempre a Seattle, inoltre, è stata lanciata un’ulteriore modalità di acquisto: si fa la spesa online e poi la si ritira nel parcheggio del punto vendita, con il commesso che trasporta la spesa ordinata fino all’auto dell’acquirente. Come? Con un sensore in grado di leggere la targa dell’auto. Anche in questo caso niente fila e niente cassa, e la possibilità di avere i prodotti sottomano subito.

Fisico e virtuale

Si tratta di un’ulteriore conferma che Bezos si muove su un doppio binario, per un’offerta davvero a 360 gradi: se il portale Amazon è continuamente migliorato con nuove funzionalità, per offrire il massimo dell’esperienza a chi acquista con il PC o, ormai sempre più spesso, con il tablet o lo smartphone (su SosTariffe.it si possono trovare le migliori offerte per telefonia mobile per chi naviga spesso con i suoi dispositivi mobili), la realtà fisica non è da trascurare.

Anche perché, per i materiali deperibili, ci sono delle sfide in più per quanto riguarda la consegna a domicilio: per ora in Italia solo a Milano è diffuso il servizio Prime Now che, con un ordine minimo di acquisto di 25 euro, permette di farsi arrivare sulla porta di casa la propria spesa quando si vuole, in fasce da due ore. “Stiamo lavorando per estendere la copertura del servizio”, recita il sito del colosso di Seattle.

Tra Pantry e Dash Button

Poche settimane fa è stato lanciato anche il servizio Amazon Pantry, sempre più simile a una vera e propria spesa a domicilio di prodotti non immediatamente deperibili (alimentari come la pasta o le bibite, articoli per la cura della casa e della persona, per bambini e neonati e così via). Con Amazon Pantry a essere al centro è la “scatola” da riempire – un indicatore segnala lo spazio utilizzato man mano che si aggiungono oggetti al carrello virtuale – e da farsi spedire al costo di 3,99 euro di spedizione.

Un’altra innovazione che aveva fatto scalpore era il Dash Button, ovvero un piccolo dispositivo (fisico) legato a un particolare prodotto che, se premuto, richiedeva l’invio di una confezione standard del prodotto stesso, il tutto utilizzando la connessione Wi-Fi di casa. Ora Amazon ha ulteriormente alzato il tiro presentando la Dash Wand, una versione riveduta e corretta del Button, più simile a una bacchetta magica (“wand”, appunto) con cui ordinare qualsiasi prodotto desiderato con un comando vocale, oppure passando sotto il lettore il codice a barre del prodotto da ordinare.

Quanto vale la spesa online in Italia

Ma in Italia questo è davvero un mercato con un futuro? Da una parte, se siamo il Paese delle eccellenze gastronomiche, difficilmente ci rassegniamo ad acquistare troppi prodotti della grande distribuzione, preferendo l’acquisto della marca di fiducia che, magari, su Amazon non c’è. Ma la comodità è una tentazione decisamente troppo forte.

I dati dell’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano, infatti, hanno dimostrato che il settore food & grocery – la spesa di alimentari, appunto – è quello con la crescita dal tasso maggiore in tutto l’e-commerce italiano: +37%, con tutti gli altri settori compresi tra il 6% e il 27%.

Naturalmente crescita relativa non significa incidenza assoluta (per ora si parla solo del 4% del totale degli acquisti online business to consumer), ma il giro d’affari è comunque di 708 milioni di euro (più 104 milioni di euro che arrivano da un settore assimilato come l’heath&care).

E ci vorranno strategie nuove, questo è sicuro. Secondo Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano, “in un comparto caratterizzato da offerta molto ampia, elevata complessità di prodotto (deperibilità, fragilità), alta difficoltà delle operations e della logistica e laboriosità del processo di acquisto (elevato numero di pezzi per ordine, domanda ricorsiva), diviene prioritario per gli operatori garantire un’esperienza d’acquisto fluida, semplice ed efficace che riesca da un lato ad attrarre nuovi web shopper e dall’altro a fidelizzare quelli vecchi. Innovare e semplificare l’esperienza del cliente significa sia migliorare le presentazioni dei basics (gamma, prezzo e servizio) sia ideare nuovi modelli di business, grazie ad esempio all’integrazione tra canali fisico e online, e utilizzare nuove tecnologie”.

Fonte: https://www.osservatori.net/it_it/osservatori/executive-briefing/food-grocery-in-italia-la-ecommerce-a-servito

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