Qualità del servizio

#SoSTech. La Qualità di Servizio in ambito di Internet mobile (Prima Parte)

di Andrea Galassi |

I risultati delle misure di qualità del servizio dati mobile sono utili per offrire trasparenza informativa ai consumatori, ma non possono essere utilizzati per negoziare le condizioni contrattuali ed eventualmente recedere dalle medesime. Ecco perché.

Rubrica settimanale #SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe.

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Nel 2008, con l’approvazione della delibera n. 244/08/CSP, AGCOM ha avviato Misura Internet, il progetto italiano di monitoraggio della qualità degli accessi a Internet da postazione fissa. Due gli obiettivi che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha inteso perseguire:

  1. effettuare misure certificate per comparare la qualità delle prestazioni offerte da ogni operatore, in relazione ai profili e ai piani tariffari ADSL
  1. consentire agli utenti di valutare in autonomia la qualità del loro accesso a Internet da postazione fissa tramite il software Me.Sys. (Network Measurement System) e lo strumento MisuraInternet Speed Test

Per un prospetto dettagliato e comprensivo di tutte le soluzioni proposte dagli operatori per l’accesso a Internet su tecnologia ADSL, si consiglia di avvalersi del servizio di comparazione curato dagli esperti di SosTariffe.it.

Il software Ne.Me.Sys. permette di ottenere un certificato che attesta la qualità della propria connessione. Il risultato costituisce prova di inadempienza contrattuale nel caso in cui l’utente rilevi valori peggiori rispetto a quanto promesso dall’operatore e può essere allegato al reclamo per richiedere il ripristino degli standard minimi e, ove non siano ristabiliti i livelli di qualità contrattuali, il recesso senza costi.

I dati ricavati dalle misurazioni della qualità dell’accesso a Internet da postazione mobile, invece, non possono essere impiegati come prova di inadempienza contrattuale. Perché il tema della Qualità di Servizio in ambito di Internet mobile presenta complessità e difficoltà di analisi non trascurabili, derivanti da specificità intrinseche alla realtà mobile.

Lo spiega nel dettaglio Guido Riva, ricercatore FUB (Fondazione Ugo Bordoni), nei numeri 279 e 280 dei Quaderni di Telèma. Riva, per inciso, ha preso parte al Tavolo Tecnico con AGCOM e operatori volto alla definizione della delibera 154/12/CONS relativa a “Disposizioni in materia di qualità e carte dei servizi di comunicazioni mobili e personali”.

Qualità delle reti o qualità dei servizi?

Sono due le prospettive che si possono assumere in ottica di qualità. La prima è quella riguardante la cosiddetta end-to-end QoS (Qualità di Servizio), vale a dire la qualità esistente fra un punto sorgente e un punto destinazione, di solito misurata tramite osservazione diretta del traffico in tempo reale fra quei due punti. La end-to-end QoS ha a che fare con quanto l’utente potrebbe effettivamente percepire ed è per questo motivo che spesso ci si riferisce a essa con l’acronimo QoE, che sta per Quality of Experience, Qualità dell’Esperienza.

La seconda prospettiva è quella che invece fornisce informazioni su come si segmenta la QoE: «[…] ovviamente l’attenzione permane sulla Qualità, sebbene ora riferita ai diversi segmenti di rete coinvolti nel flusso di traffico considerato, ad ognuno dei quali possono risultare associati differenti livelli di qualità, che ora classificheremo con l’espressione “Qualità del Servizio” (QoS, Quality of Service)», scrive Riva.

Per descrivere nel modo più diretto possibile ciò che accade all’utente mobile, ovvero la sua QoE, si realizzano prove sperimentali nella quali si tenta di riprodurre alcuni comportamenti tipici del medesimo, quali la navigazione di siti web particolarmente popolari, lo streaming video da siti come YouTube, il download di file MP3 da siti podcast.

«I risultati che si ottengono sono sicuramente di lettura più immediata, in quanto danno l’impressione di fornire una risposta diretta alle domande che l’utente si pone», prosegue l’esperto. Sono infatti risultati del tipo: per scaricare un file di tot MB dal sito X sono stati impiegati tot secondi con l’operatore XXX e tot secondi con l’operatore YYY.

«A ben vedere, però, un tale approccio solitamente fa nascere più problemi di quelli che cerca di risolvere; nel voler semplificare la risposta, si semplificano (e quindi si nascondono) i reali problemi che ci sono e si danno risposte che hanno una validità (e quindi un’utilità per l’utente) estremamente limitata», scrive Riva.

Basta infatti porsi alcune domande per accorgersi di particolari che sono determinanti, suggerisce l’esperto:

  • in quali condizioni sono state fatte le prove?
  • il terminale è il medesimo?
  • la posizione geografica è dello stesso tipo, vale a dire, sotto l’antenna della stazione base dell’operatore XXX e di quella dell’operatore YYY si era in presenza di condizioni analoghe?
  • il carico presenti sulle reti era confrontabile?
  • il grado di richieste che stavano arrivando al sito X era paragonabile nei due casi?

[continua]

Fonti:

Quaderni di Telèma n. 279 e n. 280, a cura di Guido Riva

Quaderni di Telèma n. 289, a cura di Federico Flaviano, Sergio Del Grosso e Mariano Baldi (Direzione Tutela dei Consumatori AGCOM)

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