Il report

SosTech. Internet e l’Europa: solo il 14% non l’ha mai usato

di Giordano Rodda |

Il nuovo rapporto Eurostat mette in luce le dinamiche dell’uso di Internet nei vari Paesi d’Europa, mostrando le differenze più significative in base alle fasce d’età e all’istruzione.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Il rapporto «Survey on ICT (information and communication technology) usage in households and by individuals» di Eurostat, edizione 2016, ha dato uno sguardo più approfondito alle metodologie di connessione degli utenti europei, nonché alle loro attività una volta connessi. La ricerca ha coinvolto un totale di 156.152 famiglie con almeno una persona tra i 16 e 74 anni, nonché 203.798 individui tra i 16 e i 74 anni nell’Unione Europea. Le domande hanno riguardato l’ultimo accesso a Internet, la frequenza d’uso, il tipo di dispositivi, il luogo e così via.

Il primo dato, non sorprendente, è che la grande maggioranza degli europei – più di quattro quinti – ha usato Internet nel 2016, a riprova di quanto questa tecnologia sia diventata fondamentale per la vita di tutti i giorni, l’educazione, il lavoro e la partecipazione nella società. Non bisogna però sottovalutare il 14% della popolazione dell’Unione Europea che non hai mai usato la Rete, né il fatto che i dati variano di molto a seconda delle fasce d’età.

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L’accesso a Internet

Secondo il rapporto, nel 2016 l’85% delle case europee aveva un accesso a Internet, mentre nel 2007 la percentuale era pari solo al 55%. Ormai la banda larga è di gran lunga la metodologia più utilizzata, dal 97% di chi ha accesso alla Rete, per una percentuale, in questo caso, praticamente raddoppiata in dieci anni.

Di sicuro il fatto che le ADSL e soprattutto la fibra ottica ormai abbiano un costo molto ridotto – come si può vedere osservando le migliori offerte Internet disponibili su SosTariffe.it, la differenza di costo tra ADSL e fibra non supera i 5 euro – ha contribuito a rendere molto più semplice l’accesso, anche con la progressiva eliminazione della parte variabile della bolletta del telefono.

In particolare, gli Stati che vantano più case con accesso a Internet sono il Lussemburgo e l’Olanda (97%), seguiti da Danimarca, Svezia, Regno Unito, Germani e Finlandia. In fondo alla classifica c’è la Bulgaria, preceduta di poco da Grecia, Romania e Lituania. Il che non significa che in questi stati non ci sia stata una crescita negli ultimi anni: anzi, proprio Bulgaria e Romania hanno fatto registrare un aumento di 30 punti percentuali.

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Chi usa Internet e quando

L’82% degli europei ha usato Internet almeno una volta nei tre mesi prima della ricerca nel 2016, e 8 su 10 almeno una volta a settimana, al lavoro, a casa o da qualche altra parte. Questo significa che l’obiettivo globale per l’Agenda Digitale Europea, cioè arrivare a superare il 75% della popolazione connessa entro il 2015, è stato raggiunto con largo anticipo (addirittura nel 2014) ma alcuni Stati individuali sono ancora abbastanza lontani da quella percentuale.

Se ancora il Lussemburgo (93%), la Danimarca (89%), il Regno Unito (88%), seguito da Olanda, Svezia e Finlandia superano largamente il valore soglia, sotto il 60% sono la Polonia e la Grecia (entrambe al 57%), la Bulgaria (49%) e la Romania (42%).

Significativi anche i risultati relativi al cosiddetto “digital divide” per quanto riguarda le fasce d’età: il 96% degli abitanti tra i 16 e i 24 anni è composto da utenti abituali di Internet, contro il 57% della fascia tra 55 e 74 anni. Discorso analogo per il livello d’istruzione: il 96% delle persone con un’educazione superiore vanta utenti regolari di Internet, contro il 60% di quelli con un livello inferiore.

La percentuale di chi non ha mai usato Internet in vita sua è ora piuttosto ridotta, passando dal 37% del 2007 al 20% del 2013, fino al 14% di oggi. Per forza di cose però questo trend in diminuzione sta rallentando, a testimonianza di uno “zoccolo duro” che appare davvero difficile da eliminare.

Le attività più comuni in Rete

Che cosa fanno gli europei su Internet? Su tutto, scrivono e-mail e cercano informazioni su beni e servizi di vario tipo, tanto che l’86% degli utenti tra i 16 e i 74 anni ha mandato almeno una mail per scopi privati, e l’80% ha cercato informazioni. Il 70% degli abitanti ha inoltre letto giornali o riviste online, con differenze significative in base alle fasce d’età, anche se i gap più rilevanti si sono verificati per attività come i social network o le chiamate via Internet, così come i contenuti video, la musica e così via, molto diffuse tra i giovani (l’80% di quelli tra 16 e 24 anni).

Per quanto riguarda invece le fasce di età più adulte, video e musica lasciano il posto soprattutto ai viaggi e agli hotel, così come le ricerche su Internet relative alla salute. L’Internet banking è utilizzato dal 59% degli utenti (solo il 44% tra le generazioni più giovani), e un po’ più del 15% nel 2016 ha effettuato attività finanziare online, in particolare tra i 25 e i 54 anni. Per la maggioranza, si tratta dell’acquisto e del rinnovo di polizze assicurative, mentre il trading e la vendita e l’acquisto di azioni, obbligazioni, fondi e così via riguarda il 5% della popolazione.

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Gli obiettivi della ricerca

Lo scopo del rapporto Eurostat è stato quello di mettere in luce dati importanti per l’Agenda Digitale europea, uno dei pilastri nella strategia di Europa 2020, con l’obiettivo di migliorare l’innovazione, la crescita economica e il progresso. Una delle ambizioni più importanti è quella di dare vita a un mercato unico digitale, per assicurare la libera circolazione di persone, servizi e capitali, nel pieno rispetto della privacy e della protezione dei dati personali.

L’obiettivo verrà raggiunto con una triplice strategia, orientata prima di tutto a migliorare l’accesso online a beni e servizi in tutta Europa, poi a dare vita a un ambiente ottimale per far sviluppare le reti digitali e i servizi, e infine facendo sì che l’economia europea e l’industria possano avvantaggiarsi al meglio dell’economia digitale come un fattore potenziale di crescita.

Nei dati analizzati, in genere, le attività hanno riguardato quelle relative ai tre mesi prima dell’intervista, in particolare con il primo quarto del 2016 come riferimento, visto che nella maggior parte degli Stati i dati sono stati raccolti nel secondo quarto. Il periodo di riferimento per le attività bancarie e finanziare è stato di 12 mesi.

Fonti: http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Internet_access_and_use_statistics_-_households_and_individuals

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