Domotica

SosTech. Dove va la smart home, le ultime novità della domotica

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Da qualche giorno anche in Italia è possibile acquistare i dispositivi basati su Alexa, l’AI in cloud di Amazon.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Da qualche giorno anche in Italia è possibile acquistare i dispositivi basati su Alexa, l’AI in cloud di Amazon, tra cui Echo, Echo Plus, Echo Dot ed Echo Spot. Il tutto a poche decine di euro, come ormai è filosofia del colosso di Jeff Bezos (sempre aggressivo in fatto di prezzi, almeno dal Kindle in poi).

Questo significa che nelle case degli italiani hanno già fatto la loro comparsa i curiosi speaker cilindrici con il marchio di Amazon in bella mostra, pronti a diventare insostituibili assistenti digitali in grado di riprodurre la musica preferita, effettuare chiamate, annunciare le previsioni del tempo per la giornata o i risultati della squadra del cuore, ma anche (e forse soprattutto) gestire tutti i “dispositivi intelligenti” sparsi nell’abitazione, gestendo soprattutto le luci e il riscaldamento grazie all’hub Zigbee montato all’interno di Echo Plus (non a caso attualmente offerto in bundle con una lampadina Philips Hue White). Insomma, la domotica ora è davvero a portata di mano: accendere la luce in salotto soltanto con la voce, o far partire il riscaldamento con lo smartphone un quarto d’ora prima di arrivare a casa, non è mai stato così economico.

Un mercato da 1,3 miliardi di dispositivi

Ridurre la domotica a sensori termici o a lampadine LED di varia intensità rischia però di essere un po’ limitante, e per questo vale forse la pena di guardare più lontano per capire quali sono le attuali tendenze della smart home. La diffusione della fibra ottica (su SosTariffe.it potete trovare tutte le migliori offerte attualmente presenti in Italia) e forse ancor di più l’arrivo del 5G, già realtà in alcune case americane, porteranno sicuramente nuova linfa a un settore che a volte per i non addetti ai lavori non sembra riuscire a spingersi oltre rispetto alla triade illuminazione-videosorveglianza-termoregolazione, ma che invece ha moltissimo da dare. Nel 2018, secondo le stime del Global Home Device Tracker trimestrale di International Data Corporation (IDC), il mercato mondiale dei dispositivi per la smart home dovrebbe aumentare del 31%, per un totale di 643,9 milioni di spedizioni totali; i dispositivi entro il 2022 arriveranno a una cifra vicina a 1,3 miliardi, in particolare proprio per quanto riguarda gli altoparlanti intelligenti come Amazon Echo e Google Home, sempre più candidati ad essere il “cervello” pensante che mancava a una casa sì intelligente, ma forse ancora troppo dispersiva.

Del resto è vero che se alla base della domotica ci sono accessori magari poco “glamour” come le prese intelligenti, già questa semplice innovazione – con cui si può regolare l’afflusso di energia anche in remoto – permette una notevole flessibilità di utilizzo, in particolare se viene combinata con i servizi IFTTT (if this, then that) che utilizzando il web consentono di far dialogare, anche se in modo diretto, i diversi dispositivi, e proprio l’approccio condizionato diventa via via più promettente man mano che questi dispositivi sono più avanzati. Ad esempio, se il sistema rileva che il proprio frigorifero “smart” ha la porta rimasta aperta, si può fare in modo che arrivi una notifica via mail, oppure che il sistema di videosorveglianza carichi a intervalli regolari i filmati registrati dalla telecamera direttamente sul nostro account cloud, da Dropbox a Google Drive.

Vecchi apparecchi, nuovi approcci

Per l’innovazione in casa, la maggior parte delle volte non è nemmeno necessario guardare troppo lontano: capita spesso che idee ancora acerbe, e che magari hanno anche goduto di un certo successo all’epoca, siano state abbandonate malgrado il loro potenziale, lì pronto per essere recuperato. Il Roomba, ad esempio, il piccolo robot tondo che pulisce i pavimenti: qualche anno fa ebbe un notevole successo, malgrado alcune oggettive limitazioni (bisognava pur sempre essere presenti per attivarlo, quando sarebbe stato assai meglio poterlo fare quando non si era in casa, in modo da evitare incomodo e rumore). Da qualche tempo è disponibile un’app prodotta da iRobot, Home, che consente di gestire l’attivazione anche quando si è al lavoro o in viaggio, e addirittura conoscere il percorso di pulizia effettuato dal dispositivo. Oppure parliamo dei classici gasatori per avere l’acqua frizzante in casa senza doversi trascinare le pesantissime (e tagliadita) confezioni da sei bottiglie: rOcean, finanziato tramite Indiegogo, li ha resi smart, collegabili direttamente al rubinetto e compatibili con Amazon Echo e Google Home. Perché? Per poter dire all’assistente vocale di filtrarci una bottiglia o di aromatizzarla, per ordinare automaticamente le bombole di anidride carbonica quando sono finite e perfino per imparare le preferenze in fatto di gasatura dell’utente e replicarle le volte successive.

E non va dimenticato nemmeno uno dei dispositivi apparentemente più banali e noiosi di casa, il campanello: con dispositivi come il Nest Hello, la novità è che – oltre alle prevedibili funzioni come videocamera di sorveglianza e per la comunicazione a due vie con chi suona alla porta – il sistema di riconoscimento facciale, un po’ come capita per gli iPhone della Serie X, permette al sistema di sapere quando a casa arriva un familiare o davanti alla porta si è presentato un estraneo. Il tutto con registrazione 24/7, e con tanti saluti alla privacy.

La scrivania che ti fa muovere

Una delle tendenze più diffuse negli ultimi anni è quella dell’home working: sempre più persone lavorano da casa e finiscono col rimanere giornate intere sedute alla scrivania davanti al monitor, prima per produrre e poi per rilassarsi un po’, navigando su Internet, giocando, guardandosi un film, senza quasi nemmeno alzarsi. Chi ha un Apple Watch ogni ora riceverà un alert che consiglia di sgranchire un po’ le gambe (indispensabile anche per completare uno dei tre famigerati cerchi dello smart watch di Cupertino), ma forse fa ancora meglio lo Stir Kinetic Desk: una scrivania supertecnologica con tanto di schermo touch per la configurazione, con la possibilità di regolare con un dito l’altezza e una voce che appena ci avviniamo snocciola una pletora di informazioni e analisi (che probabilmente non vorremmo nemmeno conoscere) su quanto siamo stati seduti durante la giornata. E se la scrivania si rende conto che è troppo tempo che non facciamo un po’ di moto, si alza e si abbassa dolcemente di qualche centimetro, per ricordarci che in fondo siamo creature bipedi. Ancora per adesso, almeno.

Fonti:

https://tech.co/5-innovations-smart-home-next-level-2018-03

https://www.idc.com/tracker/showproductinfo.jsp?prod_id=1781

https://www.ironpaper.com/webintel/articles/smart-home-market-size-trends-projections/

https://www.statista.com/statistics/471264/iot-number-of-connected-devices-worldwide/

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