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SosTech. Come cambia l’engagement con lo smartphone

di Giordano Rodda |

Giochi sempre al comando, ma gli utenti smartphone usano una gamma piuttosto variegata di applicazioni ogni giorno. Ecco quali.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Che cosa fai con quel telefono in mano tutto il giorno?: una domanda che abbiamo fatto – o ci siamo sentiti fare – più volte, in questi ultimi anni. Le potenzialità dello smartphone sono tali che gli utenti spesso rasentano l’ossessivo-compulsivo, per controllare la notifica appena ricevuta o mandare un messaggio in uno delle decine di gruppi WhatsApp dove sono iscritti. Ma quali sono le app che utilizziamo più spesso? Se pensiamo che costituiscano un gruppo ristretto, stiamo commettendo un errore: lo ha mostrato ancora una volta il rapporto di App Annie, Spotlight on Consumer App Usage”, che ha messo l’accento sulle tipologie di applicazioni che gli utenti di ogni nazione presa in esame (Brasile, India, Cina, Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Germania, Messico, Corea del Sud, Francia) sembrano preferire.

Un’era geologica passata al telefono

Un trilione di ore: il numero, che sembra uscito da una stima accurato del patrimonio di Paperon de’ Paperoni, equivale a circa 114 milioni di anni (all’incirca la durata del Siluriano) ed è più o meno quanto tempo è stato impiegato dai cittadini nel mondo nel 2016 per utilizzare applicazioni da smartphone. Un numero in continuo aumento, che – come tutte le grandi entità – ha bisogno di essere suddiviso e analizzato con calma.

Secondo App Annie, nel primo quarto dei 2017 l’utente medio degli smartphone ha usato circa 30 applicazioni: forse più di quanto saremmo portati a pensare, e un indicatore forte di quanto ormai non ci si renda nemmeno più conto di quanto lo smartphone influenzi la nostra routine quotidiana. Di norma, in un mese utilizziamo tra un terzo e la metà delle applicazioni che abbiamo sui nostri telefonini. In questo stesso lasso di tempo, l’incremento rispetto al 2016 è stato del 25%: se qualcuno si era cimentato nel predire la prossima fine del mercato delle app, aveva fatto male i suoi conti.

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I magnifici dieci ogni giorno

Secondo il rapporto, ogni giorno apriamo poco più di 9 applicazioni. Il dato che mostra una notevole persistenza anche in quelle nazioni dove, a dirla tutta, esisterebbero anche tipologie di programmi “generalisti”, che in teoria dovrebbero fare le veci di altri. L’equivalente, insomma, di quello che qualche anno fa erano i portali rispetto ai siti Internet. L’esempio più evidente è la Cina: gli utenti in media utilizzano 11 applicazioni diverse al giorno, eppure WeChat – assoluta dominatrice di quel mercato – offre messaggi istantanei, messaggi vocali, stickers, “momenti” (come Snapchat o Instagram Stories), condivisione di video e foto, ma addirittura trasferimento di denaro, possibilità di prenotare servizi e pagamento delle bollette. Ciononostante, nessun utente vede i suoi bisogni completamente realizzati dall’applicazione, come sarebbe lecito pensare. Come dire che si preferisce un programma specifico per un servizio ben determinato rispetto a un “coltellino svizzero” (che, però, rischia di essere meno preciso per esigenze definite). In particolare, oltre ai cinesi anche i brasiliani e gli indiani mostrano una notevole propensione all’uso di applicazioni diverse, mentre la Francia è in fondo alla classifica, insieme alla Corea del Sud.

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Che cosa usano gli americani

Prendendo in esame gli Stati Uniti, App Annie ha valutato le tipologie di applicazioni per smartphone utilizzate dagli utenti, sia per iPhone che per Android. Anche se le categorie spesso hanno nomi diversi, i risultati sono più o meno gli stessi: al primo posto i programmi di utilità, seguiti da comunicazione e social network, poi giochi, foto e video; ancora dietro musica, intrattenimento, shopping, navigazione, viaggi e così via. Da ricordare che sulla statistica pesano anche le applicazioni preinstallate: ad esempio, iPhone ha Safari o Promemoria, mentre Android ha l’irrinunciabile Google come vero cuore del sistema.

In media, gli utenti con Android usano il 30% di giochi in più rispetto a iOS, malgrado il numero complessivo di applicazioni utilizzate sia durante il giorno. In questo campo Apple si rifà con i profitti: i suoi utenti infatti spendono molto di più per acquisti in-app, come un’altra ricerca di Sensor Tower ha dimostrato. Per la precisione, gli utenti americani hanno speso una media di 40 dollari per le applicazioni nel 2016, e di questi ben 27 solo per i giochi. Sempre secondo Sensor Tower, chi ha un iPhone nel 2016 ha installato circa 10 giochi, 3 applicazioni per foto e video, 2 per social network e intrattenimento.

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Non c’è solo l’applicazione più popolare

Che lo si voglia oppure no, con la complicità di Internet mobile sempre più a buon mercato (su SosTariffe.it si possono sempre trovare le offerte più convenienti per 4G), passiamo più tempo al cellulare che nel 2015. I più misurati sono i francesi: un centinaio di minuti al giorno, mentre i sudcoreani, i brasiliani, i messicani e i giapponesi raggiungono o addirittura superano le tre ore. In particolare, gli asiatici hanno dimostrato una predilezione per i giochi, mentre in Brasile e in Messico vanno ancora più forte della media i social network. Negli Stati Uniti, la media è di due ore e 15 minuti.

Che l’utente medio non passi tutto il suo tempo al telefono con la stessa applicazione è confermato da un’altra statistica del rapporto, quella secondo cui nella maggior parte delle nazioni prese in esame più dell’80% del tempo trascorso sulle app non ha riguardato la più popolare applicazione del singolo Paese. Insomma, c’è vita, e non poca, oltre a Facebook e WhatsApp, con una variabilità altissima soprattutto in Sud Corea (la patria di Samsung): il tempo passato sull’app più popolare è inferiore alla medesima statistica per gli Stati Uniti, che pure, complessivamente, usano lo smartphone un’ora in meno.

I giochi fanno ancora la parte del leone

Il tempo passato a usare le applicazioni è molto frazionato. Per esempio, i programmi dedicati agli incontri e alle utilità vengono aperti più volte al giorno, circa 4 per chi ne fa uso, mentre la permanenza su app di produttività o finanza (ad esempio per controllare il conto in banca) spesso è di pochi secondi. Sudcoreani e giapponesi in media passano più di un’ora al giorno a giocare ai videogame sui loro smartphone, a conferma di come questa categoria sia ancora la più ghiotta per sviluppatori e distributori: il 75% del fatturato delle app arriva proprio dai giochi, e questo dato non sembra avere intenzione di diminuire. In fondo a questa classifica ci sono invece l’India e il Messico.

Fonti: https://sensortower.com/blog/revenue-per-iphone-2016

http://files.appannie.com.s3.amazonaws.com/reports/1705_Report_Consumer_App_Usage_EN.pdf

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