La classifica

SosTech. Attenzione Apple, Huawei in Italia fa il botto

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Cresce in Italia la quota di mercato del produttore cinese, che in un anno si avvicina alla casa di Cupertino. Primo in classifica nonostante il calo resta Samsung.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Scende Samsung, a tutto vantaggio di una crescita vertiginosa di Huawei, mentre Apple rimane costante (ma la Cina, come si suol dire, è sempre più vicina): è questo il ritratto relativo agli ultimi 12 mesi per quanto riguarda il mercato degli smartphone, secondo i dati raccolti da Statcounter e che mostrano l’evoluzione da febbraio 2017 a febbraio 2018 nell’ambito della telefonia mobile (per scoprire le offerte più interessanti relative all’acquisto di un dispositivo insieme a un’offerta telefonica, come sempre basta consultare il comparatore di SosTariffe.it).

Dopo questi tre produttori, le briciole: il quarto classificato, LG, è a una distanza incolmabile. Nel 2017, Samsung poteva contare su una quota di mercato del 40,3%, oggi è del 36,34%; Apple è passata dal 26,11% al 25,54%; ma è Huawei ad aver effettuato un autentico balzo, dal 13,38% fino al 20,75%. La lotta tra i piccoli invece è particolarmente agguerrita, a partire dalla già citata LG con il 3,12%, seguita a stretto giro da Asus con il 2,48%, Wiko con i suoi low cost con l’1,64%, Nokia (come cambia la situazione in una decina d’anni!) con l’1,11%, Sony Ericsson con lo 0,82%e infine Vodafone con i suoi smartphone brandizzati allo 0,54%.

Il mercato della telefonia nel resto del mondo

Per fare un raffronto e capire quanto il mercato della telefonia possa cambiare a livello globale, la situazione degli Stati Uniti d’America appare completamente diversa dalla nostra, nonché molto più stabile: a comandare, qui, è Apple, che con i suoi iPhone rimane di fatto perfettamente immobile, dal 54,01% di febbraio 2017 al 54,02% di oggi (con la consueta flessione estiva e il nuovo aumento a novembre, con il lancio dei nuovi dispositivi tra cui l’iPhone X). Samsung è lontanissima e in lieve flessione: dal 27,14% al 25,51%. Al terzo posto qui c’è LG con il 7,49%, seguita da Motorola (ormai scomparsa da noi), ZTE e Google (Huawei è sotto l’1%).

In Europa di fatto si notano le stesse dinamiche italiane: Samsung al 33,97%, Apple al 28,65%, Huawei al 12,87% (ma con quasi lo stesso tasso di crescita nostrano, considerando che un anno fa era all’8,84%). In Cina invece la guerra è apertissima, con Apple che sta facendo i maggiori sforzi da un po’ di tempo a questa parte per imporsi in un mercato con una concorrenza spietata e più di un miliardo di utenti da fidelizzare: Cupertino è praticamente appaiata con Huawei (20,04% contro 20,57%), seguono Oppo, Xiaomi, BBK, Mobicel e altre marche da noi del tutto sconosciute, a dimostrazione di come il contesto cinese faccia storia a sé. L’altro mercato cruciale è l’India, dove anche per dinamiche di costi e reddito pro capite Apple ha una quota minimale, intorno al 3%: al primo posto c’è Samsung al 24,67%, ma si sta comportando molto bene anche Xiaomi, ormai al 12,58%.

Tirando le somme, la situazione mondiale vede Samsung passare dal 33,11% di febbraio 2017 all’attuale 31,94%, mentre Apple migliora dal 19,45% al 20,15%. Molto più in basso ci sono, quasi appaiate, Huawei e Xiaomi, seguite da Oppo, Lenovo e Motorola.

Desktop, il declino continua

L’analisi di Statcounter permette non soltanto di stimare le quote dei maggiori operatori nell’ambito della produzione di smartphone, ma anche di cogliere dinamiche interessanti per l’evoluzione dell’informatica nel nostro Paese. In questo senso, di particolare interesse è il rapporto tra la quota di mercato tra PC desktop e dispositivi mobile come gli smartphone e i tablet. Com’è noto, in costante flessione la prima, pur essendo ancora saldamente al primo posto (dal 64,75% al 60,91%), mentre gli aumenti sono sempre più significativi per gli smartphone, destinati ad accentrare su di sé sempre più funzioni (dal 29,55% al 34,55%). In discesa e minoritaria la quota dei tablet, mercato saturo per definizione: dal 5,7% al 4,76% nel giro di un anno.

Le differenze tra piattaforme desktop e dispositivi mobili sono ancora minori negli Stati Uniti, dove la somma tra smartphone e tablet (rispettivamente al 39,62% e al 7,64%) quasi eguaglia i PC, al 52,74%. In Cina, invece, il dominio del mobile è assoluto: 63,44% contro 34,55% dei PC desktop (e una scarsissima diffusione dei tablet, al 2,21%), per una società che sempre più utilizza il proprio smartphone come hub per la centralizzazione dei propri bisogni, dai social network all’acquisto online, dal banking fino al telelavoro.

Economie mature e giovani, come cambia l’uso del PC

Nel resto del mondo la supremazia del mobile è ormai assodata, anche se con cifre lontane da quelle cinesi (51,95% contro 43,98%), mentre in Europa, come in Italia, i PC sono sempre al primo posto, al 57% contro il 37,22%. Questo perché, come si è spesso detto, i paesi asiatici – soprattutto quelli che hanno avuto una crescita vertiginosa a livello di PIL negli ultimi anni – hanno avuto in gran parte la loro prima informatizzazione proprio con i dispositivi di ultima generazione, come del resto accade nelle zone storicamente più povere (basti pensare che in Africa la quota di mercato di telefonini e smartphone è ai livelli di quella cinese, al 61,81% contro il 35,62% del PC “classico”). In Europa, al contrario, la penetrazione dei computer desktop è superiore perché questi sono diventati un dispositivo ampiamente utilizzato nelle aziende e in casa ormai da parecchi anni, e gran parte dei processi produttivi si basano ancora sul PC. Le economie “mature”, insomma, seguono gli stessi trend di quelle più giovani, ma è più difficile contrastare lo status quo.

Pinterest, il traffico che non ti aspetti

E i social? Le dinamiche, in questo caso, sono molto simili in tutto il mondo: Facebook al primo posto con un larghissimo margine (75,49%), mentre potrà sorprendere qualcuno che il secondo social per traffico sia Pinterest, con un più che onesto 10,04%. Segue Twitter, al 5,47%, poi è il turno di YouTube (5,09%), Instagram (un misero 1,84%, considerando la sua esposizione) e Tumblr (0,67%). In Italia Facebook ha una quota un po’ minore (68,05%), a tutto vantaggio di YouTube (che qui è all’8,47%, dato che non stupisce semplicemente considerando la quota di youtuber che si stanno facendo largo a colpi di video e instant book) e di Instagram (3,43%). La Cina, al solito, va per conto suo, anche per via delle travagliate vicende di Facebook in questo Paese: Youku, il più grande sito di hosting video, è al 46,36%, Facebook al 32,12%.

Fonte: http://gs.statcounter.com/social-media-stats

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