Fareste entrare uno sconosciuto in casa, mentre voi non ci siete? No, ovviamente. E se fosse il corriere di Amazon con il vostro pacco? È questo il dilemma che sta facendo discutere mezza America, almeno da quando è stato annunciato il nuovo servizio del gigante delle delivery, Amazon Key.
Partiamo da un dato: l’e-commerce ormai è una realtà assodata anche da noi, non più soltanto per i servizi – come accade da tempo – ma anche per gli acquisti “concreti”, cioè proprio quelli che arrivano nelle nostre case in robusti involucri di cartone. Secondo gli ultimi dati resi noti dall’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, infatti, nel 2017 in Italia non solo il valore degli acquisti online ha superato i 23,6 miliardi di euro (+17% rispetto al 2016), ma il mercato legato ai prodotti ha per la prima volta superato quello dei servizi (52% contro il 48%). Insomma, la maggioranza non riguarda più le assicurazioni online (con servizi di comparazione come quelli di SosTariffe.it), l’acquisto dei biglietti per l’aereo o la prenotazione di un hotel, ma anche smartphone, componenti per il PC, cibo gourmet, abbigliamento low cost o di fascia alta, oggetti d’arredo.
Il supermercato davvero super
Nel mercato dei prodotti, il ruolo di Amazon è innegabile, e malgrado i siti specialistici facciano registrare ottimi risultati, il gigante di Seattle sta lanciando una serie di iniziative volte a rendere la piattaforma, se non sempre il top per un determinato prodotto, comunque quella dov’è possibile trovarli tutti. Amazon Pantry e Prime Now (che ha recentemente aumentato il prezzo di spedizione a Milano) portano la spesa e direttamente a domicilio, mentre Outfit Compare consente di provare virtualmente un capo d’abbigliamento e farsi dare anche un parere sul proprio look.
Insomma: non è un mistero che la creatura di Jeff Bezos voglia diventare a tutti gli effetti un pan-supermercato comodo e iperfornito, allo stesso tempo senza sacrificare del tutto i negozi fisici – gli studi dicono infatti che toccare con mano un prodotto è un fattore chiave per poi procedere all’acquisto – ma trasformandoli via via in punti vendita a marca Amazon.
Dai droni ai problemi alla consegna
Riguardo alle modalità con cui i pacchi di Amazon entrano in nostro possesso, l’azienda ha lavorato moltissimo: ora siamo più o meno tutti abituati, con il nostro economico abbonamento a Prime, a vederci consegnare al mattino quello che avevamo ordinato il pomeriggio precedente, e quella che per un po’ è stata ritenuta una semplice boutade, ovvero la consegna con i droni, è diventata realtà: a Prime Air gli ingegneri di Amazon lavorano da anni ed è già stata effettuata la prima consegna a soli 13 minuti dall’ordine, anche se il processo di approvazione delle varie federazioni per il traffico aereo non sarà facile (soprattutto in Europa).
Al di là delle soluzioni avveniristiche da sempre, però, le consegne online hanno un problema: gli orari in cui arriva il corriere spesso sono poco compatibili con i nostri impegni lavorativi, e il rischio è sempre quello di trovarsi un avviso di mancata consegna nella posta o di inseguire il corriere per farsi consegnare il pacco, quando non si è addirittura obbligati ad andarselo a recuperare quando è in giacenza in qualche centro di smistamento, sovente fuori città (vanificando così, in buona parte, la comodità della consegna a domicilio).
Ed ecco che arriva Amazon Key, l’ultima trovata direttamente da Seattle. Funziona così: grazie a un’apposita webcam, la Cloud Cam, e a un’applicazione dedicata che opera appunto tramite cloud, il corriere può effettuare – se arriva a casa nostra e noi non ci siamo – una scansione del codice a barre della spedizione, inviando una richiesta al cloud di Amazon. A questo punto, se è tutto regolare, il cloud attiva la videocamera che comincia a registrare, mentre il corriere può aprire la sua app, effettuare il più classico degli swipe e far scattare la serratura della porta. Entra, appoggia il pacco, richiude con un altro swipe e se ne va. In più l’utente riceverà sul proprio smartphone una notifica e il video di quanto registrato dalla videocamera. Tutto senza intoppi. Ma è davvero così?
Serrature smart e dubbi d’oltreoceano
Per ora il nuovo servizio è compatibile con alcuni modelli di serrature a marca Yale e Kwikset (tutto il set è in vendita – su Amazon, ovviamente – a circa 250 dollari) ed è operativo in 37 città degli Stati Uniti, che faranno, come sempre succede, da “cavia” per valutare eventuali problemi nel sistema. Eppure in un Paese come gli Stati Uniti, che tradizionalmente dà un’importanza capitale all’inviolabilità del proprio domicilio, la notizia del nuovo servizio ha scatenato una serie di polemiche, e non si può proprio parlare di stampa benevola riguardo ad Amazon Key, almeno fino ad ora.
Le implicazioni per la privacy e per la sicurezza sono infatti molte. Introdurre un perfetto sconosciuto proprio dove per definizione ci si deve sentire al sicuro non solo non è piacevole, ma è effettivamente molto rischioso. Prima di tutto perché si concede a una compagnia (che, è stato fatto notare, già conosce tutto di noi profilando gli acquisti, dai gusti sessuali al numero di scarpe, dall’indirizzo di casa alla nostra banca) un live stream del nostro ingresso o del nostro salotto; e poi perché, ovviamente, le possibilità di un hacking ci saranno sempre, per quanto Amazon giuri che il sistema sia una garanzia di sicurezza assoluta. Siamo davvero così ansiosi per la sorte dei nostri pacchi da preferire che qualcuno possa aprire la porta ed entrare tranquillamente in nostra assenza?
Le strategie di Seattle contro i dubbi
Oltretutto – va detto – un sistema del genere sarebbe ancora più difficile da implementare in Italia, dove la gran parte delle abitazioni sono condomini invece di villette, e pertanto rimarrebbe il problema del portone principale d’accesso. Amazon ricorda che il servizio farà utilizzo soltanto di serrature smart certificate, con geolocalizzazione sul cloud e dati cifrati proprio con l’obiettivo di creare un ecosistema sicuro, fino alla selezione accurata dei migliori e più affidabili corrieri. Ma i dubbi rimangono: non staremo diventando un po’ troppo viziati, anche a discapito del nostro stesso buonsenso?
Fonte: https://www.osservatori.net/it_it/pubblicazioni/ecommerce-b2c-in-italia-servono-visione-coraggio-e-perseveranza
https://www.amazon.com/b?ie=UTF8&node=17285120011